Luca Granata (Opera): Per l'export delle pere il bello viene adesso
L'alleggerimento delle scorte, secondo Granata, è "nella norma; stiamo rispettando i ritmi storici degli ultimi cinque anni".
Opera parteciperà con un proprio stand alla prima edizione di Futurpera, in programma dal 19 al 21 novembre a Ferrara, per fare conoscere le attività della compagine nata a fine maggio 2015. "La fiera - spiega Granata - si tiene nella capitale delle pere, e noi non potevamo mancare. Ai buyer italiani e stranieri vogliamo comunicare le nostre peculiarità. Innanzitutto che siamo l'unica grande azienda specializzata del comparto. Il che significa mettere tutte le nostre energie in questa filiera, dalla produzione e lavorazione, fino alla conservazione, logistica e distribuzione. E questo con un enorme vantaggio per chi acquista, cioè il buyer. Basti pensare che i maggiori esempi di successo nel settore ortofrutticolo sono proprio le aziende mono-prodotto: Chiquita, Zespri, Melinda".
"Poi - continua il manager - siamo quelli dell'Emilia Romagna. Il territorio, il terroir, non è importante solo per il vino. E la nostra è una terra vocata per la produzione di pere, come lo è il Trentino per le mele e la Sicilia per gli agrumi".
"A fine ottobre compiamo 150 giorni di vita. Insieme possiamo commercializzare circa 200mila tonnellate di pere, il 27% della produzione italiana o l'8-10% di quanto prodotto in tutta Europa. Ma nel mondo si producono 20 milioni di tonnellate e, anche se siamo la prima organizzazione del comparto, con una quota dell'1% non siamo sufficientemente incisivi. Dobbiamo crescere ancora".
"Insieme però possiamo controllare e prevenire la concorrenza interna, che porta alla demolizione del prezzo, e organizzare un migliore destoccaggio del prodotto. Non solo, possiamo disporre di grandi volumi, di assortimento varietale, di scelta di calibri, di continuità di offerta e di servizi. E abbiamo una dimensione sufficiente per iniziare a comunicare sui mass-media e arrivare ai consumatori".
Diventare una marca abbastanza grande per diventare nota al pubblico. Questo l'obiettivo, visto che le marche più conosciute sono proprio quelle specializzate.
"Il 25% della nostra produzione è destinato all'export - conclude Granata - e, via via che le produzioni locali terminano, si incrementano le nostre esportazioni". Insomma, il bello inizia ora, soprattutto se si pensa che il Ferrarese da solo produce più pere dei Paesi Bassi, mentre l'Italia vale quanto Spagna e Belgio messe insieme.
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