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La nuova minaccia della frutticoltura si chiama Halyomorpha halys

Nel settembre 2012 un esemplare della cimice esotica Halyomorpha halys (Heteroptera, Pentatomidae) venne catturato per la prima volta in Italia, in provincia di Modena; successivamente vennero segnalati altri focolai in Piemonte e Lombardia nel 2013; oggi si tratta di una vera e propria emergenza fitosanitaria, come spiega a FreshPlaza Graziano Vittone (in foto qui sotto) del CReSO di Manta (CN): "Le segnalazioni sono in aumento e, laddove l'infestazione è importante, ne conseguono danni economicamente gravi, fino a superare il 50% di frutti colpiti".



Halyomorpha halys è una cimice originaria dell'Asia orientale, dove si comporta come fitofago occasionale su svariate colture. L'insetto sverna come adulto riparato in anfratti naturali o nelle abitazioni. In primavera, gli adulti si portano sulla vegetazione dove si nutrono e, dopo l'accoppiamento, le femmine depongono le uova a gruppi sulla pagina inferiore delle foglie. Il numero di generazioni per anno è variabile a seconda dell'area, da 1 nelle regioni più fredde a 6 generazioni in quelle subtropicali.

Questa cimice presenta una notevole polifagia essendo stata segnalata su più di 100 specie vegetali. Particolarmente gravi possono risultare gli attacchi su melo, pesco, pero, nashi, nocciolo, pomodoro e soia. Il danno è causato dalle punture di nutrizione a carico dei frutti compiute da tutti gli stadi mobili dell'insetto. Punture precoci possono provocare cascola o malformazione dei frutti, mentre punture tardive determinano la comparsa di zone decolorate e depresse con la presenza di necrosi e polpa spugnosa.


Halyomorpha halys e danni provocati su un frutto.

L'arrivo in Italia di questo nuovo fitofago esotico potrebbe complicare ulteriormente la difesa dei fruttiferi. Negli USA, nello stato di Pennsylvania, H. halys è diventato un fitofago 'chiave' su melo, tanto da comprometterne l'intera produzione in alcune aree. La difesa chimica si basa sull'impiego di insetticidi di contatto ad ampio spettro d'azione, quali piretroidi ed esteri fosforici, che tuttavia non assicurano sempre un buon contenimento e, se utilizzati in eccesso, hanno anche un grave impatto ambientale favorendo fitofagi ormai controllati naturalmente come il ragnetto rosso e la psilla.

A tal proposito, i tecnici del CReSO di Manta (CN) in collaborazione con il gruppo di ricerca coordinato dalla Prof. Luciana Tavella del Disafa dell'Università di Torino stanno effettuando un lavoro di monitoraggio del fitofago e di screening dei prodotti di difesa, che possono essere impiegati per contenere l'insetto in tutti i suoi stadi.


Danni da Halyomorpha halys.

Graziano Vittone dice: "Dalle esperienze svolte nel 2014 possiamo dire ch,e confrontando diversi principi attivi (es. clorpirifos-metile, emamectina benzoato, etofenprox, thiacloprid e acetamiprid), l'unico ad aver esplicato una discreta tossicità nei confronti della cimice è stato il clorpirifos-metile e, in misura leggermente inferiore, l'etofenprox. Naturalmente anche quest'anno sono in corso nuovi saggi per sottoporre altri prodotti a prove di efficacia".

"Al momento attuale, molto importante è l'esecuzione di un corretto monitoraggio del fitofago mediante scuotimento della chioma o impiego di trappole a feromone, in modo da poter intervenire con trattamenti mirati nel momento in cui gli adulti svernanti compaiono in frutteto. Viste l'elevata mobilità dell'insetto e la capacità di migrare rapidamente danneggiando le colture, una strategia efficace di difesa potrebbe essere la collocazione di barriere fisiche sui lati degli impianti sul modello Alt'Carpo, tecnica già efficace contro carpocapsa e altri fitofagi".

"Inoltre, mentre nell'areale di origine la cimice può essere limitata da alcuni parassitoidi oofagi del genere Trissolcus (Hymenoptera: Scelionidae), negli USA poche specie di parassitoidi oofagi sono state rilevate sul fitofago esotico; in Italia per il momento non risultano esserci limitatori naturali in grado di contenere efficacemente i danni – spiega Vittone – ed è per questo motivo che con il Disafa si sta lavorando anche per cercare potenziali limitatori naturali da utilizzare nella difesa integrata con prodotti di sintesi".

Contatti:
Graziano Vittone
CReSO, Consorzio di Ricerca Sperimentazione e Divulgazione per l'Ortofrutticoltura Piemontese
Via Falicetto 24
12030 Manta (CN) - Italy
Email: graziano.vittone@cresoricerca.it
Web: www.cresoricerca.it