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Centro di sperimentazione Laimburg: uno sguardo sul futuro delle mele partendo dal passato

Una delle tappe previste dal press tour VOG tenutosi nei giorni scorsi in occasione del 70mo anniversario del Consorzio (cfr. FreshPlaza del 25/08/2015) è stata la visita al Centro di sperimentazione agraria e forestale Laimburg.

A dare il benvenuto ai giornalisti e a svolgere una breve presentazione della struttura è stato proprio il suo direttore, Michael Oberhuber (a sinistra nella foto sotto); con la sua attività di ricerca, il Centro Laimburg assicura in Alto Adige la coltivazione di prodotti agricoli di qualità.




A seguire il pomologo Walter Guerra (a destra nella foto) ha portato i presenti a visitare i campi-collezione dove si trovano meli selvatici e antiche varietà, in totale circa un centinaio di esemplari. Purtroppo la pioggia ha permesso solo una visita in bus.

"La storia della melicoltura in Alto Adige - ha raccontato Guerra - è centenaria; abbiamo iniziato a coltivare il melo in maniera intensiva solo dopo il 1900. Le prime esportazioni di mele altoatesine di una varietà non più esistente erano indirizzate alla Russia. A quei tempi però la produzione non era destinata alla vendita ma, per esempio, era fonte di zuccheri per l'inverno; la mela veniva inoltre considerata un prodotto di lusso".


Malus floribunda.

"Verrebbe normale chiedersi: cosa si fa in questi campi con delle mele selvatiche che nessuno può mangiare, che sì hanno dei bei fiori ma commercialmente non sono interessanti? Noi le abbiamo qui in conservazione e rappresentano quasi un tesoro che deve ancora essere scoperto. Per esempio, una proprietà interessante del Malus floribunda (foto sopra) è la sua resistenza alla ticchiolatura. Queste mele selvatiche vengono perciò usate per gli incroci e per sviluppare nuove varietà sulle quali anche il Consorzio VOG sta investendo".

Da considerare inoltre le proprietà nutraceutiche o il basso contenuto di allergeni. "Il 2% della popolazione europea ha un'allergia alla mela; stiamo quindi effettuando incroci per sviluppare nuove varietà low allergenic".

Settant'anni fa, in Alto Adige la varietà numero uno era la Rosa di Caldaro, oggi quasi scomparsa perché presenta il fenomeno dell'alternanza di produzione (un anno è produttiva, l'altro no), conservabilità limitata, problemi di coltivazione e di qualità interna. Oltre alla Rosa di Caldaro, che contava per un 25% della produzione, erano presenti la Renetta Champagne dal sapore acidulo-frizzante, la Morgenduft e la Gravensteiner.

Negli anni Sessanta-Settanta è stato rivoluzionato il sistema di impianto nelle aziende frutticole, con alberi alti al massimo tre-quattro metri, ottenendo parecchi vantaggi, tra cui una maggiore efficienza produttiva e un numero inferiore di trattamenti necessari a una coltivazione economicamente interessante.

Al mondo ci sono circa 80 istituti che effettuano nuovi incroci. "Il concetto del nuovo incrocio nel melo - ha spiegato Guerra - è che se, per esempio, vado a seminare i semi di Malus floribunda (foto a lato), ogni seme rappresenta una nuova varietà perché deriva dall'incrocio di questa pianta madre e dal padre-polline sconosciuto portato dall'ape o dal vento. Nel miglioramento genetico moderno noi imitiamo quello che fa l'ape: preleviamo il polline della varietà che vogliamo incrociare, in primavera impolliniamo il fiore, copriamo il tutto e a fine stagione sappiamo che i semi sono l'esatto incrocio prescelto e mirato".

Nei meleti è presente anche la varietà Bonita: sviluppata in collaborazione con un istituto della Repubblica Ceca, è un incrocio tra Topaz e Cripps Pink (Pink Lady®), è resistente alla ticchiolatura, a maturazione si presenta di un rosso attraente ed è molto buona da mangiare. "Il Consorzio VOG la sta introducendo - ha detto Guerra - Stanno cominciando con i primi impianti. L'idea è di stare al passo con i tempi e continuare con una produzione sempre più ecosostenibile. Finalmente anche le varietà resistenti hanno raggiunto una qualità interna intrinseca organolettica che ha portato alla decisione di piantarle e commercializzarle. La seconda varietà resistente in introduzione è la SQ159 commercialmente conosciuta come Natyra®, un incrocio proveniente dai Paesi Bassi".

Uno sguardo al futuro
Resistente alla ticchiolatura, geneticamente piccola (mela snack o tascabile), con basso contenuto di allergeni e a polpa rossa: queste le tipologie di mele del futuro.

"Il Consorzio VOG - ha affermato Guerra - è impegnato con il Centro Laimburg per individuare la nuova varietà di mela a polpa rossa più interessante. In prova ci sono 50 ibridi diversi provenienti da Francia, Nuova Zelanda e dal nostro programma di incroci e quindi ci aspettiamo che nel prossimo decennio arrivi sul mercato un prodotto del genere".



Le tipologie a polpa rossa possono presentarsi di un rosso intenso (foto sopra) o leggermente rosate (foto sotto).



"Al momento non hanno un nome, ma solo delle sigle. Stiamo portando avanti le prove di conservazione, di produzione e anche di marketing nei confronti del consumatore. Queste ultime sono svolte dal VOG. In relazione al consumatore, l'approccio è sospettoso perché si pensa che le mele a polpa rossa derivino da manipolazioni genetiche. Al momento, come Laimburg, non abbiamo in prova piante transgeniche né in serra né in campo. Da scienziati seguiamo comunque tutta l'evoluzione del settore per capire dove si orienta il mondo".

Secondo il Report Laimburg 2014, la gara ingaggiata dai breeder, ma soprattutto in atto tra i gruppi commerciali e vivaistici, per la conquista della leadership mondiale nel settore delle mele da tavola a polpa rossa è già in pieno svolgimento. Il breeding si sta intensificando, le conoscenze sulle basi genetiche e biochimiche della biosintesi delle antocianine sono a buon punto e si stanno avviando parecchi studi pre-clinici per esaminare gli effetti sulla salute dell'uomo.

"Il futuro ci riserva nuove generazioni di ibridi a polpa rossa - ha concluso Guerra - che dovrebbero apportare tutti i benefici delle mele tradizionali, oltre a un contenuto in antiossidanti maggiore e un aspetto distintivo; auguriamoci anche con valore agronomico, qualità organolettiche e conservabilità accettabili".

Contatti:
Laimburg - Centro di sperimentazione agraria e forestale

Tel.: (+39) 0471 969500
Fax: (+39) 0471 969599
Email: laimburg@provincia.bz.it
Web: www.laimburg.it