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Piemonte: coperture plastiche su kiwi per limitare la batteriosi

La batteriosi dell'actinidia (Pseudomonas syringae pv. actinidiae) è una malattia ad elevato rischio fitosanitario che si è manifestata per la prima volta in Piemonte nel 2010 e si è diffusa rapidamente e con particolare virulenza in tutte le zone frutticole. Inizialmente confinata alle varietà a polpa gialla, la malattia è ora diffusa a carico anche dell'Actinidia deliciosa, nelle varietà maggiormente affermate commercialmente.

Attualmente è in studio in Italia e in Nuova Zelanda l'utilizzo di coperture plastiche come difesa diretta alla diffusione dell'agente patogeno Psa-V, essendo il vento, la pioggia e il gelo le principali cause della diffusione nei frutteti. Si tratta di coperture alte 2-3 metri sopra la chioma, che formano un tunnel di plastica aperto che copre l'intero filare e ha l'obiettivo principale di privare il batterio delle condizioni di elevata umidità in cui di solito prospera. Anche se il batterio Psa-V si trova ancora sulle piante, privato delle condizioni ottimali di sviluppo risulta fortemente indebolito consentendo la reazione delle piante.

Il dipartimento DiSAFA dell'Università di Torino, in collaborazione con aziende del cuneese, ha posto in atto una sperimentazione per valutare l'efficacia di queste coperture anche in Piemonte. Il gruppo di ricerca coordinato dalla D.ssa Giovanna Giacalone ha condotto infatti uno studio per valutare l'influenza dei tunnel sul microclima del frutteto, sulla qualità delle produzioni e sullo sviluppo del batterio Psa. Il progetto è stato finanziato dalla Regione Piemonte nell'ambito del PSR 2007-2013 – misura 124.

Il lavoro ha avuto inizio con la messa in opera delle strutture in tre aziende frutticole del cuneese. Gli appezzamenti sono stati coperti alla fine dell'inverno-inizio della primavera 2014 per avvantaggiarsi della protezione della copertura in un periodo particolarmente piovoso e quindi di facile proliferazione del batterio.

Sono stati considerati tre appezzamenti, in zone frutticole particolarmente vocate, e le strutture hanno coperto piante di 5 anni di kiwi giallo Jintao, commercializzato dal Consorzio KiwiGold di Cesena con il marchio Jingold. Le aziende coinvolte sono state: Az. Bossolasco di Scarnafigi (CN), Az. Diale di Manta (CN) e Az. Lerda di Cuneo.

Per quanto riguarda i rilievi agrometeorologici, sono state monitorate le temperature sotto copertura e sul testimone non coperto e valutata la luce incidente sul filare. Sono stati effettuati rilievi di tipo vegetativo; di tipo patologico per verificare il contenimento della malattia tramite coperture antipioggia; di tipo produttivo e qualitativo per valutare la produzione e la qualità dei frutti al momento della raccolta e in fase post-raccolta.

Per lo studio, le strutture sono state realizzate con un'intelaiatura in tubo zincato, e sono state utilizzate centine montate su gambe laterali.



L'altezza della struttura al colmo raggiunge i 4,2 m mentre la larghezza di ogni campata è di 4,5 m. Le centine sono state poste alla distanza di 1,4 m, considerando i dati climatici storici per quanto riguarda vento e precipitazioni a carattere nevoso. Nella sperimentazione è stato utilizzato il telo Gealite a microbolle (G.E.A. Plast s.r.l., Massafra - TA).

I ricercatori del DiSAFA affermano: "I risultati hanno evidenziato una differenza tra copertura e testimone privo di copertura solamente nella fioritura, in cui si è rilevata una più precoce schiusa dei fiori, di circa 4 giorni, delle piante coperte da telo plastico nelle tre aziende considerate e un lieve anticipo nell'epoca di raccolta. Al contrario, per quanto riguarda gli altri parametri valutati quali accrescimento e germogliamento, non si sono verificate differenze tra le tesi in sperimentazione".

"I primi risultati sui rilievi patologici evidenziano un contenimento della malattia attraverso l'utilizzo di coperture plastiche nelle tre aziende considerate nel progetto. Rispetto al testimone privo di copertura si evidenziano un maggior numero di piante sane (80 – 90%) in tutte le aziende in sperimentazione. Inoltre, nei rilievi effettuati sulle foglie nel periodo maggio-settembre, in due aziende non si sono evidenziate maculature fogliari dovute al batterio".

"Per quanto riguarda i rilievi qualitativi dei frutti alla raccolta – continuano i ricercatori- si evidenzia un buon tenore in sostanza secca (16,4 %), con valori medi sempre superiori nei frutti della tesi coperta, nelle tre aziende considerate e in tutti i rilievi effettuati. La copertura plastica non ha inoltre influenzato il calibro dei frutti che dalle analisi sono risultati di pezzatura elevata (ca. 108 g) e senza differenze significative tra tesi coperta e testimone".

"Alla raccolta, i frutti sotto copertura sono inoltre risultati meno consistenti e maggiormente zuccherini rispetto ai frutti testimone in tutti i campioni analizzati. L'acidità e il pH non sembrano influenzati dalla copertura antipioggia utilizzata. Dalle analisi è emerso inoltre un contenuto in Vitamina C più elevato nei frutti sotto copertura. Analizzando insieme i parametri qualitativi valutati, sembrerebbe che la copertura plastica induca un leggero anticipo (3-4 giorni) di maturazione dei frutti rispetto al testimone".

Per quanto riguarda la fase post-raccolta, considerando i valori medi di consistenza della polpa e di residuo secco rifrattometrico e il loro andamento durante il periodo di conservazione post-raccolta si conferma quanto evidenziato alla raccolta, che quindi i frutti sotto copertura con teli plastici risultano essere più avanti nella maturazione rispetto a quelli della tesi non coperta, mantenendo analogo andamento anche durante la frigo-conservazione.

In conclusione: "E' evidente che i limiti del sistema consistono nell'elevato costo iniziale; per questo motivo la sperimentazione al momento è stata effettuata su cultivar a polpa gialla che garantiscono i maggiori profitti. Va comunque sottolineato che le coperture da sole non possono risolvere il problema della batteriosi. In associazione alle strutture protettive vanno riviste le tecniche agronomiche che devono favorire l'arieggiamento della pianta, con particolare attenzione ai regimi irrigui e agli apporti di fertilizzanti, ai sistemi di allevamento e alle potature".

Contatti:
Giovanna Giacalone e Valentina Chiabrando
Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DiSAFA) - Università degli Studi di Torino (UNITO)
Largo Braccini 2
10095 Grugliasco (TO) - Italy
Tel.: +39 011 6708938
Fax: +39 011 6708658
Email: giovanna.giacalone@unito.it; valentina.chiabrando@unito.it