L'Italia rischia di perdere 389 milioni di aiuti UE per l'agricoltura
Tutto parte con un'indagine di Guardia di finanza e Ufficio antifrode europeo (Olaf) sul sistema informatico agricolo nazionale (Sian), utilizzato per gestire tutte le operazioni relative alla politica agricola comunitaria in Italia (cfr. FreshPlaza del 08/06/2015).
Sembrerebbe che il registro delle posizioni irregolari o fraudolente legate all'uso dei fondi UE, compilato dal 1999 al 2013, non si sia tradotto successivamente in un recupero del denaro da parte di Agea negli anni. Le posizioni irregolari sono state tenute relegate all'interno del Sian, lasciando che finissero in prescrizione. Questo significa che, quando l'Italia sarà chiamata dalla Commissione europea a rispondere delle somme in sede definitiva (la cifra sarà compensata con i nuovi aiuti UE 2014-2020), Roma potrebbe non avere posizioni su cui rivalersi per limitare il danno economico.
Sulla vicenda ha condotto un'inchiesta anche la procura di Roma secondo la quale gli indagati non avrebbero controllato l'esatta contabilizzazione dei pagamenti eseguiti e avrebbero trasmesso all'UE dichiarazioni relative ai conti annuali degli organismi pagatori omettendo di informare la Commissione "del numero effettivo e della reale entità delle posizioni debitorie conseguenti alle erogazioni indebitamente erogate".
Nell'allegato a una lettera della direttrice della direzione generale Agri Christina Borchmann dell'aprile scorso si legge: "Date le preoccupazioni sollevate dall'audit, la dg Agri intende proporre una rettifica finanziaria relativa a tutti i debiti non recuperati anteriormente al 2010. L'importo massimo della correzione ammonta a 388.743.938 milioni, di cui 388.728.816 finanziati dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (Feaga) e 15.121 dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr)".