Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Cile: i due volti della campagna estera delle ciliegie nel 2015

I numeri parlano da soli: la forte crescita e la domanda ottenuta dalle ciliegie cilene in Cina, in particolar modo per i festeggiamenti del capodanno cinese (19 febbraio 2015, NdR), trova pochi riscontri in altre produzioni, fatta forse eccezione dall'accoglienza riservata ai primi quantitativi esportati di uva da tavola e kiwi precoci. Il punto è che quest'euforia si è protratta per diversi anni e, grazie al grande lavoro tecnico e logistico compiuto dai produttori ed esportatori cileni, sembrerebbe quasi che l'industria abbia smesso di sacrificare la qualità a favore dei maggiori volumi con l'idea che i prezzi sarebbero rimasti alti in ogni caso.



Quest'anno la crescita di volumi sul mercato asiatico è stata di circa il 70%: 79.000 tonnellate contro le 46.600 della campagna 2013/14. La dinamica degli arrivi è stata diversa rispetto alle precedenti. Le piogge che hanno danneggiato i raccolti hanno portato a non registrare un singolo picco di partenze intorno alla settimana 51, ma piuttosto tra le settimane 3 e 4. Durante questa stagione, Cina e Hong Kong hanno ricevuto quantitativi sopra le 10.000 tonnellate per ogni settimana di gennaio: ciò vuol dire che solo nelle prime quattro settimane di gennaio sono arrivati gli stessi quantitativi che nell'intera stagione precedente.

A questo fenomeno il mercato ha reagito abbassando i prezzi: da una parte il declino delle quotazioni ha favorito gli affari, mentre dall'altra il Cile non riesce a sfuggire alla definizione di fornitore "normale" connotato da grande variabilità. Il risultato è che perde in questo modo l'opportunità di essere considerato eccellente.

I cinque fattori della stagione:



1. Un Capodanno cinese più tardivo: data la differenza di 19 giorni rispetto alla campagna 2013/14 e di 10 rispetto a quella del 2012/13, molta frutta è stata stoccata per essere rivenduta nelle settimane 5 e 6 del 2015. Gli importatori hanno commentato dicendo che durante la settimana 6 aprivano 50 container al giorno, nonostante il fatto che gli arrivi fossero diminuiti del 30%.

2. Volumi, volumi, volumi:
l'impressione è che pochi produttori cerchino la qualità e si concentrino sulla commercializzazione. Dovrebbe invece essere utilizzata meglio l'opportunità di effettuare vendite online delle ciliegie, soprattutto per quelle di qualità premium, in modo da mantenere per l'intera stagione un'immagine di prodotto di lusso. E invece, dopo una stagione con due mesi di vendita, enfasi sul Capodanno Cinese e quasi 80.000 tonnellate inviate, nulla ha contribuito a formare un immagine di superiorità dell'offerta cilena sul mercato.



3. Maggiori lotti e minore qualità: la pioggia e una maggiore tolleranza sui requisiti qualitativi nella fase di condizionamento hanno portato a problemi di tenuta. La frutta buona ha mantenuto i prezzi per molte settimane (circa RMB 300/5kg) mentre quella di minor qualità è scesa fino a un minimo di RNB 150/5kg. Durante la stagione precedente il prezzo minore prima del Capodanno cinese era stato di 5 dollari/5kg in più rispetto a questa stagione. Il fatto che maggiori volumi di frutta mediocre abbiano danneggiato anche le ciliegie di buona qualità è un fattore allarmante, in quanto solitamente i prodotti premium non vengono danneggiati dai prezzi in discesa dei prodotti di livello inferiore.

4. Incremento della competizione da parte di Australia e Nuova Zelanda: le ciliegie provenienti da questi due paesi sono state definite di qualità "Premium" e sono risultate di taglia più grande (P-G>30 mm) nonostante i problemi al raccolto, mentre quelle cilene vengono considerate "normali".


5. Elevato tasso di cambio con il dollaro: i produttori ed esportatori cileni non sono stati condizionati dalla situazione complessiva del mercato perché, nonostante i prezzi più bassi rispetto alla stagione scorsa, essi risultano ancora migliori rispetto a quelli degli altri mercati. Ciononostante, in pochi pensano al costo dal punto di vista dell'immagine: questi prezzi pongono un precedente, quindi sarà difficile evitare quotazioni basse quando i volumi sono importanti. Inoltre gli acquirenti ora conoscono qualità, varietà e brand; quindi se non sono contenti andranno in cerca di un altri fornitori. Il Cile continuerà a dominare da un punto di vista di volumi, ma Australia e Argentina si stanno preparando entrare nel business. 

Fonte: Mundoagro Chile Magazine

Traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: