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Nomisma 1/ Il primo Rapporto Nomisma-Unaproa analizza la scarsa competitivita' del settore nazionale

Ortofrutta: il sistema e' debole, i rimedi ci sono, ma il mercato non aspetta

"Abbiamo sentito la necessità di realizzare insieme a Nomisma questo rapporto sullo stato del settore ortofrutticolo, in modo da capire quali strategie adottare per diventare protagonisti sul mercato. Il mondo dell'ortofrutta vuole e deve essere più competitivo da subito. La straordinaria valenza salutistica, ambientale ed economica del settore che emerge dal Rapporto è motivo di grande soddisfazione e offre un'opportunità incredibile per tutti gli operatori, ma non ne cancella le criticità. Il fatto che i problemi siano molto complessi non può essere un alibi per demandarli ad altri". Così Ambrogio De Ponti, presidente di Unaproa, ha aperto i lavori del convegno che ieri, 31 marzo a Roma, ha presentato il primo Rapporto Nomisma-Unaproa sulla competitività del settore ortofrutticolo nazionale.


Da sinistra, Felice Adinolfi, Ambrogio De Ponti e Sonia Ricci.

E De Ponti non ha faticato a elencare più di un caso critico per il settore. A cominciare dalla mancata armonizzazione in materia fitosanitaria. "Attualmente, a livello comunitario esiste una forte differenziazione delle prescrizioni contenute nei disciplinari e la mancata uniformità di normative e procedure conduce a trattamenti differenti tra operatori di Paesi e regioni diverse, incidendo in modo pesante sui costi di produzione. Come è ovvio, questo ha un impatto drammatico sulla competitività di impresa, a tutto discapito dei produttori italiani - che cadono vittima delle maggiori restrizioni e della burocrazia - e dei consumatori stessi".


Denis Pantini.

La parola è quindi passata a Denis Pantini, direttore Area Agricoltura e industria alimentare di Nomisma, il quale ha illustrato i punti salienti del Rapporto. "Il settore ortofrutticolo rappresenta una componente fondamentale del sistema agroalimentare nazionale, ma sono ancora diffusi gli elementi di criticità - ha detto Pantini - In particolare sul versante organizzativo che, una volta migliorato, può determinare benefici su diversi fronti. E' il caso del posizionamento dell'Italia sui mercati internazionali (vedi articolo correlato), compromesso da competitor più organizzati di noi e che hanno un sistema Paese più efficiente del nostro".


Riavvolgiamo il nastro. Il settore del fresco garantisce un fatturato di 12,8 miliardi l'anno, più del 24% della produzione agricola nazionale, di cui oltre 4,1 miliardi realizzati all'estero. Ma il problema non si limita alla difesa fitosanitaria per la quale restano differenze sostanziali fra i singoli Paesi membri.

Guardando gli aspetti strutturali e organizzativi, l'Italia si caratterizza per strutture aziendali di piccole dimensioni rispetto alla media UE e un tasso di organizzazione della produzione ortofrutticola in Organizzazioni di produttori (OP) pari al 47%, ancora lontana dalle quote raggiunte da Paesi Bassi (95%) e Belgio (86%).



Quasi il 19% dei produttori ortofrutticoli italiani (poco meno di 87.000) risulta associato a una Op con una SAU media doppia (4 ettari) rispetto ai produttori non associati. Oltre il 44% della produzione in volume di ortofrutta transita attraverso Op con un'incidenza sul valore della produzione ortofrutticola commercializzata del 47,3%.

Oltre a polverizzazione e frammentazione, le imprese ortofrutticole italiane risentono delle debolezze del "sistema Paese", che ne riducono ulteriormente la competitività: dal costo del lavoro (13,7 euro l'ora contro i 9,4 della Spagna) a quello chilometrico dell'autotrasporto (mediamente 1,6 euro/km contro gli 1,22 spagnoli); dai giorni necessari per esportare via nave (19 in Italia, 10 in Spagna, 7 nei Paesi Bassi) al prezzo dell'energia per utilizzi industriali (0,18 euro/Kwh). Per non parlare della burocrazia.

Tra le criticità segnalate dal rapporto, anche il calo dei consumi interni. Negli ultimi anni il quadro della spesa alimentare degli italiani ha restituito una panoramica negativa, ma la riduzione che ha riguardato la categoria "frutta e verdura" - componente che incide per il 20% - è stata ancora più forte.

Nel 2014, poi, il consumo pro capite di prodotti ortofrutticoli freschi si è fermato a 130,6 chili l'anno: non più di 360 grammi al giorno, contro i 400 abbondanti (148,2 kg) del 2000. Negli ultimi 15 anni, quindi, gli italiani hanno consumato circa 500.000 tonnellate in meno di frutta e verdura, con una riduzione in termine pro capite di 18 kg.


Paolo De Castro e Luca Bianchi.

"Dobbiamo rimettere al centro la crescita delle Op – ha confermato Paolo De Castro del Parlamento UE – Se non siamo cresciuti come altri Paesi è perché loro hanno coniugato qualità e sistema organizzato".

Come già sottolineato dal presidente De Ponti, e poi ripreso anche dall'assessore all'Agricoltura del Lazio, Sonia Ricci, De Castro ha evidenziato come le Op non possono limitarsi a trasferire denaro dal pubblico al privato, ma devono "esercitare la loro funzione di impresa".

In tema di TTIP, il Trattato transatlantico su commercio e investimenti tra UE e USA, De Castro ha detto: "Fare un ottimo prodotto è solo la metà del lavoro di un imprenditore agricolo. L'altra metà sta nel come veicolarlo".


Da sinistra, Felice Adinolfi, Ambrogio De Ponti, Sonia Ricci, Massimo Agostini (che ha moderato l'incontro), Paolo De Castro, Luca Bianchi e Denis Pantini.

Secondo Felice Adinolfi, docente di Economia agraria all'Università di Bologna e coautore del Rapporto, la revisione delle regole per la costituzione di Op e Aop non può più essere rimandata. Bisogna ripartire da una nuova programmazione dei PSR, nel quadro della PAC, impostata su una forte innovazione. Tra i primi strumenti dell'OCM, c'è la gestione dei rischi con fondi mutualistici. "Perché anche da qui passa la competitività del sistema ortofrutticolo".

"Anche i picchi d'eccellenza, come il caso delle mele in Alto Adige, o territoriali, come il modello emiliano-romagnolo, significano che non c'è una strategia complessiva a livello nazionale" ha detto Luca Bianchi, capo dipartimento Politiche competitive del Ministero delle Politiche agricole a conclusione dei lavori. E se lo dice lui...