"L'Europa chiede tanto e paga poco per l'uva da tavola cilena"
Questo significa che, proporzionalmente, le spedizioni di uve cilene sul mercato europeo sono crollate del 23%.
Nel frattempo le esportazioni verso la Russia, un importante acquirente per l'uva da tavola cilena, hanno sperimentato un calo persino maggiore. "In una stagione normale staremmo già procedendo con l'invio dei prodotti sul mercato russo - ha spiegato Fernando - In realtà solo ora stiamo preparando la prima spedizione della stagione".
La difficile situazione nei suddetti mercati ha portato a un dirottamento di grandi volumi verso gli USA; perciò come è stato influenzato il mercato da questa fornitura più elevata?
Fernando ha dichiarato che i prezzi sul mercato statunitense sono rimasti stabili. "Nonostante i grandi volumi, le quotazioni sono migliori di quelle in Europa, dove si richiedono imballaggi speciali e residui agrochimici inferiori; i produttori non sono risarciti di questi costi aggiuntivi. E' del tutto comprensibile che si desideri consumare prodotti non trattati con fitofarmaci; tuttavia alcune catene di supermercati stanno richiedendo una certa quantità massima di principi attivi in modo arbitrario".
Fernando ha indicato che la Germania richiede un determinato numero massimo di principi attivi. "Questi standard sono percepiti dai produttori come negoziazioni con le catene dei supermercati, dato che spesso sono proprietari o possiedono delle azioni nelle agenzie incaricate di emettere le certificazioni, tra l'altro molto costose. Attualmente ne vengono richieste talmente tante che non risulta più attraente per i produttori esportare sul mercato europeo".
Per maggiori informazioni:
Fernando Sat
Chilean Table Grape Committee
Email: fsat@rioking.cl
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