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Una partecipata seconda edizione del Convegno Nazionale del Ciliegio di Vignola

di Rossella Gigli - Chief editor/Manager FreshPlaza.IT

Un migliaio di persone tra Vignola (Modena) e Bisceglie, in Puglia, ha seguito ieri, di persona e via streaming, i lavori della seconda edizione del Convegno Nazionale del Ciliegio (la prima edizione si tenne nel 2011), organizzata dall'Università "Alma Mater Studiorum" di Bologna in collaborazione con il Consorzio di Tutela della Ciliegia, della Susina e della Frutta Tipica di Vignola, la Regione Emilia-Romagna, il CRPV-Centro Ricerche Produzioni Vegetali, l'Associazione Nazionale Città delle Ciliegie e il patrocinio, tra gli altri, della SOI-Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana e della Fondazione Vignola.

Oltre trenta le imprese che hanno sponsorizzato l'evento e che hanno potuto esporre le proprie proposte in una delle Sale della Meridiana della Rocca di Vignola, prestigiosa cornice dell'evento.

Riportiamo qui di seguito una sintesi dei lavori della mattina di ieri, 25 febbraio 2015.


Foto sopra e sotto: una delle sale presso la Rocca di Vignola.



Introdotti dal convener Stefano Lugli del Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di Bologna e moderati dalla direttrice di FreshPlaza Italia, Rossella Gigli, si sono avvicendati sul palco rappresentanti delle autorità e degli enti patrocinatori per i saluti ai convenuti, seguiti poi dai relatori del Consorzio di Tutela della Ciliegia, della Susina e della Frutta Tipica di Vignola e dell'Università di Bologna.


Sopra, da sinistra a destra: il convener Stefano Lugli, Giancarlo Cargioli (resp. servizio ricerca, innovazione e promozione del sistema agroalimentare della Regione Emilia-Romagna), Giuseppe Pesci (vicepresidente della Fondazione Vignola), Erio Ricchi (assessore all'agricoltura del Comune di Vignola), Davide Neri (presidente della sezione Frutticoltura della SOI), Emilio Ferrari (prorettore vicario dell'Università di Bologna) e Alberto Vicari (direttore del Dip. di Scienze Agrarie dell'Università di Bologna).

E' intervenuto, in chiusura dei lavori della mattina, il Sindaco di Vignola, Mauro Smeraldi (in foto qui sotto).



La sessione mattutina del Convegno è stata tutta dedicata al tema della qualità del ciliegio, declinata nelle sue varie forme di: ricerca e miglioramento varietale (Michelangelo Grandi), forme di impianto e allevamento (Stefano Lugli), fertilizzazione e nutrizione (Maurizio Quartieri).


Rossella Gigli, direttrice di FreshPlaza Italia, durante i lavori di moderazione del Convegno.

Oltre a "fare" la qualità, bisogna però anche "difenderla"; ecco dunque che sono seguite, nella seconda parte della prima sessione, relazioni relative ai benefici derivanti dalle coperture dei ceraseti (Prof. Guglielmo Costa) o da un'oculata gestione del post-raccolta (Prof.ssa Marta Mari). Ultima ma non meno importante, la relazione del Prof. di Economia ed Estimo Rurale Rino Ghelfi, del Dipartimento di Scienze Agrarie di UniBo, circa l'analisi dei costi e della redditività nel confronto tra diversi sistemi di impianto cerasicolo.



Andrea Bernardi (foto sopra) e Valter Monari, (foto sotto) rispettivamente presidente e direttore del Consorzio della Ciliegia di Vignola hanno invece aperto e chiuso la mattinata presentando il "modello Vignola" (Bernardi) e l'IGP-Indicazione Geografica Protetta della Ciliegia locale (Monari), dall'attribuzione fino alle ultime modifiche al disciplinare di produzione.



A metà mattinata hanno avuto luogo le attribuzioni di due premi a tecnici benemeriti alla cerasicoltura: il primo alla memoria del Prof. Giorgio Bargioni; il secondo ad Andrea Bernardi.


Foto sopra: Adriana, la figlia del Prof. Giorgio Bargioni riceve dalle mani di Gino Bassi dell'Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Verona il premio alla memoria di suo padre. Insieme a loro, Stefano Lugli che compare anche al centro della foto qui sotto, attinente la consegna del premio ad Antonio Bernardi da parte di Valter Monari.



Tutti gli strumenti per una cerasicoltura di qualità
La coltivazione del ciliegio ha visto una continua evoluzione negli anni, tale da consentire oggi al produttore un ampio ventaglio di scelta per quanto attiene le cultivar più adeguate per ogni periodo di produzione. La relazione di Michelangelo Grandi ha offerto una carrellata delle varietà di ciliegie più interessanti oggi presenti sul mercato e che include cultivar statunitensi, canadesi, ungheresi, francesi, ceche e italiane (in particolare la serie "Sweet" sviluppata proprio da UniBo). Per ciascuna sono stati posti in evidenza, oltre alle epoche di maturazione, i punti di forza e di debolezza in relazione alla minore o maggiore suscettibilità al cracking (spaccatura dei frutti), alla resa produttiva, alla compatibilità con portinnesti vigorosi o nanizzanti, alla pezzatura, etc.


L'intervento di Michelangelo Grandi.

Oltre alla scelta varietale, oggi il produttore ha di fronte anche diverse opzioni per quanto attiene il sistema d'impianto e la relativa forma di allevamento della pianta: si va dagli impianti a media densità (MDP) a quelli ad alta (HDP) e altissima (VHDP) densità, come da specifiche riportate qui sotto durante la relazione di Stefano Lugli.



Per ciascuno di questi sistemi la ricerca ha individuato i portinnesti, le varietà e la forma di allevamento della pianta ottimali e ha anche valutato, nel confronto tra MDP e VHDP la maggiore o minore adattabilità all'ambiente, l'interazione tra cultivar e portinnesto, la messa a frutto e la produttività, la qualità dei frutti e la possibilità di utilizzare sistemi di protezione.

In frutticoltura, d'altra parte, un ruolo indispensabile svolge la corretta nutrizione e fertilizzazione di suoli e piante, come messo in evidenza dalla relazione di Maurizio Quartieri, il quale ha anche ricordato lo stato generalmente deficitario, in termini di percentuale di sostanza organica, nei suoli agricoli italiani. Oltre a dare conto, perciò, di quanto la ricerca ha sperimentato proprio al fine di restituire sostanza organica ai terreni esausti, il relatore si è soffermato sui nutrienti di specifico interesse per l'albero del ciliegio (in particolare, Calcio, Magnesio, Ferro, Boro e Azoto). Interessanti innovazioni in campo di nutrizione appaiono quelle dei prodotti ad azione biostimolante e dei rizobatteri.


Maurizio Quartieri durante la sua presentazione.

Per quanto attiene la difesa della qualità, la relazione del Prof. Costa ha riferito circa le sperimentazioni (tuttora in atto) condotte dall'Università in collaborazione con la ditta di film plastici Plastik. Sono emersi fin qui interessanti vantaggi derivanti dalla copertura delle piante mediante teli di diversa tipologia (diffusivo, fotoselettivo o termoregolatore) nel confronto tra impianti protetti e scoperti. Di particolare rilievo appaiono i risultati ottenuti sulla maturazione dei frutti, che risulta più omogenea in tutta la chioma, sulla più intensa colorazione nonché sul migliorato contenuto di zuccheri.


Il Prof. Guglielmo Costa mentre relaziona sui sistemi di copertura.

Ulteriori sperimentazioni hanno interessato la combinazione tra film di copertura e teli riflettenti posti al suolo, mentre interessanti scenari futuri si aprono per possibili applicazioni anti-insetto di film fotoselettivi per determinate lunghezze d'onda (che sarebbero in grado di disorientare i parassiti).

Tanto delicata al momento della raccolta, la ciliegia è ancor più suscettibile ad alterazioni nella sua vita post-raccolta, tanto da penalizzarne la "vita a scaffale" (shelf-life) nonché precluderne una diffusione commerciale più ampia sui mercati esteri, come sottolineato dalla relazione della Prof.ssa Marta Mari.



Il team di ricerca della docente si è dunque focalizzato sulle metodiche oggi disponibili per il prolungamento della qualità dei frutti nel post-raccolta, misurandone l'efficacia. Nello specifico, campioni di ciliegie di cultivar tradizionali e di più recente introduzione sono stati soggetti a trattamento di hydrocooling (raffreddamento ad acqua) per 10 minuti nelle prime 2-4 ore subito dopo la raccolta. Si è dunque proceduto ad un confezionamento in Modified Atmosphere Packaging (MAP), il quale consente di creare condizioni di atmosfera con basso livello di ossigeno, maggiore livello di anidride carbonica e alto tasso di umidità.


Prof.ssa Marta Mari durante il suo intervento.

Sottoposte a tutta una serie di valutazioni qualitative, le ciliegie oggetto di sperimentazione hanno mostrato di conservare la freschezza per periodi ben più lunghi rispetto ai campioni non trattati, con tempistiche di shelf-life straordinarie per quanto attiene la cultivar "Sweet Aryana" dell'Università di Bologna, la quale è stata conservata con successo per un arco di addirittura 6 settimane!

Ma quale è, infine, il costo economico dell'innovazione? Le novità di prodotto e di processo vanno infatti valutate attentamente anche nella loro convenienza economica e finanziaria, da calcolarsi non solamente a livello d'impresa di produzione, ma di intera filiera. E' quanto ha fatto il team di ricerca del Prof. Rino Ghelfi attraverso la selezione di alcuni casi di studio nelle provincie di Modena e Ferrara: l'analisi economica è stata condotta su quattro diverse cultivar di ciliegie, mettendo a confronto tipologie di impianti a densità crescente e paragonando i frutteti senza copertura con quelli dotati di protezione solo anti-pioggia/anti-grandine oppure anche di reti anti-insetto.


Prof. Rino Ghelfi.

I risultati dello studio sono stati in parte sorprendenti, se si pensa al fatto che i costi medi annui di produzione tra impianti protetti o non protetti non sono troppo differenti tra loro, mentre la PLV=Produzione Lorda Vendibile può risultare ben più alta laddove si riescano ad ottenere calibri maggiori per le ciliegie. Gli impianti protetti, inoltre, garantiscono continuità produttiva all'impresa e all'intera filiera e, dunque, certezza di approvvigionamento dei mercati.

Il tempo di rientro dal capitale investito appare inoltre significativamente più breve per gli impianti ad alta densità; mentre l'applicazione di protezioni anti-insetto, oltre ad essere economicamente sostenibile, offre rilevanti vantaggi anche in termini di salubrità del prodotto, minore residualità, e immagine della ciliegia come prodotto di alta qualità.

Al termine delle relazioni, numerose domande da parte della platea hanno sottolineato l'interesse scaturito dalla sessione dedicata al fare e difendere la qualità in cerasicoltura.

Nella foto qui sotto: l'area espositiva riservata alle imprese sponsor del Convegno.


Si informano i nostri lettori che le relazioni integrali saranno presto rese disponibili sul sito web: www.ciliegio.unibo.it