Spagna: per i piccoli frutti Huelva punta sulla diversificazione
Il settore confida che la riduzione del 10% delle superfici possa mantenere stabili le quotazioni, ma: "Ci sarà da stare attenti - spiega Rafael Domínguez - perché il clima freddo di gennaio può creare problemi alla impollinazione e i frutti di febbraio potrebbero non raggiungere gli standard".
Diversificazione
Gli agricoltori stanno passando dalla monocoltura di fragole a una diversificazione che include piccoli frutti come mirtilli e lamponi. Il 10% di fragole in meno è infatti legato a un aumento del 25% della coltivazione di mirtilli, lamponi e more. E questo per la scarsa quotazione ottenuta dalle fragole nelle due ultime campagne.
Migliore qualità
Il che però non significa che le fragole saranno abbandonate. "I parametri qualitativi sono sempre più alti - afferma Domínguez - quindi è in corso un complesso rinnovamento varietale con alcune cultivar sviluppate a Huelva, come per esempio la Primoris".
Competizione crescente
L'aumento di produzione in paesi terzi come Marocco, Egitto e Turchia ed europei come Regno Unito, Paesi Bassi, Francia o Belgio (attratti dalle sovvenzioni statali) sta creando una maggior competizione su questi mercati, principali destinazioni per i frutti spagnoli.
"Non siamo per nulla contenti del protezionismo portato avanti dai Paesi europei e dal fatto che gli altri non siano tenuti a seguire i nostri stessi criteri di tracciabilità e sostenibilità, sono loro a rappresentare la minaccia principale per noi".
Obiettivo Cina e Medio Oriente
Per questo motivo, il settore è alla ricerca di nuovi mercati. "Continuiamo a chiedere che si lavori in materia di protocolli fitosanitari in modo da poter accedere a nuovi mercati come la Cina. Anche Medio Oriente e Sudafrica sono molto interessanti".
"È vero però - osserva Domínguez - che non siamo facilitati da un punto di vista logistico perché non disponiamo di aeroporto o linea ferroviaria ad alta velocità, ed è su questo che stiamo insistendo con le amministrazioni pubbliche".
La Gdo non può influenzare la politica commerciale europea
Secondo Domínguez, Grande distribuzione e negozi specializzati richiedono parametri differenti.
"La Gdo in Europa controlla una quota di mercato dell'80% e l'UE dovrebbe impedirlo. Non è giusto che la distribuzione influenzi la politica commerciale dell'Unione europea.
"La strategia del settore per il futuro - conclude Domínguez - prevede di potenziare le proprietà dei piccoli frutti e incentivarne il consumo sia in Europa che in altri mercati".
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Rafael Dominguez
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