"Abbiamo individuato aree indenni, in cui è assente la coltivazione di pesco, albicocco, ciliegio e susino, proprio per garantire l'assenza di rischio di contaminazione - continua il direttore della Dalmonte - Dopo aver spostato i campi di piante madri sottorete o in aree indenni, la preoccupazione degli agricoltori nei confronti della produzione vivaistica in zone non sicure ci ha convinto a dislocare anche i vivai. In questo modo pensiamo di aver soddisfatto in pieno le esigenze dei nostri clienti".
Sono diverse le malattie che minacciano la produzione di drupacee, prima fra tutte la Sharka, o vaiolatura, che comporta non solo la perdita della produzione ma anche del frutteto (una volta individuato il virus PPV, diventa obbligatoria l'eradicazione).
"Proprio per chiudere la filiera vivaistica e garantirla al massimo - aggiunge Savini - abbiamo costituito la Dalmonte Micro, che ci permette di produrre direttamente in vitro i portinnesti e le piante autoradicate per la produzione in vaso ed è attiva in particolare su drupacee e kiwi".
"In un contesto di crisi della peschicoltura - conclude Savini - diventa ancora più importante dare all'agricoltore l'innovazione varietale, che possiamo soddisfare essendo in contatto con i principali editori, insieme alla tranquillità di lavorare con materiale vegetale sano e garantito".
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