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I focus di Marco Salvi, Salvo Laudani e Vincenzo Lenucci

Aggregazione e accordi di filiera: le carte che la Sicilia (e l'Italia) ortofrutticola puo' giocare nel quadro della Riforma PAC 2014-2020

Sabato 5 aprile 2014 si è tenuta a Catania la tavola rotonda di Confagricoltura e Fruitimprese "Prospettive delle imprese ortofrutticole siciliane alla luce della nuova PAC" per discutere in termini di competitività e possibilità di sviluppo il futuro dell'agricoltura siciliana.


Sopra e sotto: il banco dei relatori. Da sinistra, Marco Salvi, Salvo Laudani, Giovanni La Via, Raffaella Quadretti, che ha moderato l'incontro, Salvatore Giardina e Vincenzo Lenucci.



Vincenzo Lenucci direttore dell'Area Economica e Centro Studi di Confagricoltura, ha illustrato da un punto di vista tecnico le opportunità derivanti dalla nuova Politica agricola comune 2014-2020. In particolare, come cambierà il quadro di riferimento per il settore ortofrutticolo, il cui impianto normativo comunitario - l'Ocm - confluirà nella cosiddetta Ocm Unica della nuova Politica agricola comune 2014-2020.

Dal prossimo anno (2015), quando scatteranno operativamente le nuove regole, i produttori ortofrutticoli associati in Op dovranno fare i conti con un primo pilastro, quello dei pagamenti diretti, che prevede un budget leggermente inferiore al passato; compensato però da un secondo pilastro, quello dello Sviluppo rurale, che metterà a disposizione dei produttori più risorse, in particolare per il rafforzamento del sistema Op-Aop e di nuovi strumenti come i fondi mutualistici.


(Clicca qui per scaricare la relazione integrale di Vincenzo Lenucci).

"L'Italia riceverà dall'Europa più risorse in assoluto rispetto al passato – ha spiegato Lenucci – Gli aiuti economici per ettaro subiranno delle variazioni ma non ci sarà uno sviluppo paritario dei comparti produttivi. Il comparto degli agrumi ad esempio sarà svantaggiato, ecco perché bisogna dare maggior enfasi all'aggregazione, maggiore tutela per le produzioni e innovazione nei territori meno privilegiati."

La Politica agricola comune 2014-2020 - i cui regolamenti approvati dall'Unione europea prevedono applicazione già dal prossimo 1° agosto e per i quali l'Italia si è impegnata a produrre le norme applicative entro maggio - comporterà una serie di misure che possono sviluppare risultati positivi sia in termini nazionali che regionali.

A Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, il compito di illustrare i flussi di import/export delle principali produzioni italiane con particolare riguardo alle produzioni siciliane: agrumi, uva da tavola, frutta secca, pomodoro. Il nostro saldo commerciale con l'estero evidenzia un netto peggioramento, segno che il sistema Italia perde in competitività sui mercati internazionali.


Trend in crescita per l'import nazionale di arance. (Clicca qui per scaricare la relazione integrale di Marco Salvi).

"Le statistiche Istat ci dicono che importiamo più agrumi e frutta secca di quanti ne esportiamo, solo con i kiwi riusciamo a registrare l'80% di export – ha evidenziato Salvi – L'Italia dovrebbe ispirarsi al modello olandese che esporta più di quanto importa e, anche per effetto delle triangolazioni, spesso più di quanto produce."

"I Paesi Bassi, inoltre, hanno porti e trasporti più efficienti ed economici, il supporto di una burocrazia snella, hanno catene di distribuzione a dimensione internazionale, possono contare su uno Stato che li assicura quando decidono di affrontare i rischi d'esportazione e si affidano alle Ambasciate per presentare i prodotti all'estero."


L'export nazionale di arance (110.000 ton) rappresenta appena il 7% della nostra produzione. Ben diversi i numeri per i nostri principali competitor, Spagna in testa con oltre 1,6 milioni di ton.
 
Tra le priorità indicate da Salvi: il rilancio dei consumi, lo sviluppo dei mercati, l'interprofessione, sull'esempio di quanto fatto per la pera, maggiore aggregazione, internazionalizzazione e promozione dei prodotti.

Che cosa significa competitività, quali le problematiche e le opportunità di sviluppo per le aziende agricole italiane e siciliane: lo ha ricordato al numeroso pubblico di produttori, imprenditori, rappresentanti dei consorzi, delle organizzazioni ed esperti del settore il vicepresidente di Confagricoltura Salvatore Giardina.

"Potremo fare un bilancio degli aiuti dall'Europa solo quando le soglie teoriche della Politica agricola comune giungeranno ai produttori – ha spiegato Giardina – intanto per poter affrontare il mercato dobbiamo ridurre i costi del lavoro, di gestione, di trasporto e bilanciare il peso tra qualità e prezzo. Per fare ciò serve una classe politica capace non di guidarci bensì di supportarci."

"Collaborare per migliorare insieme le performance di tutta la filiera", ha detto ancora Giardina facendo riferimento al recente studio Nomisma presentato lo scorso 3 aprile (cfr. FreshPlaza del 04/04/2014).


La Sicilia ha una PLV del 16%, seguono Campania con il 14% ed Emilia-Romagna con l'11%. (Clicca qui per scaricare la relazione integrale di Salvo Laudani).

"Mentre la PAC ritiene cruciale l'istituzione di OP strutturate e operative, in Sicilia si registra un tasso di organizzazione tra i peggiori d'Italia": questa l'analisi di Salvo Laudani, presidente di Fruitimprese Sicilia il quale ha anche evidenziato il forte squilibrio della produttività tra nord e sud rispetto ai fondi di esercizio assegnati ad oggi a ciascuna regione. Il Sud, infatti, sembra non ottenere pari risorse rispetto alla produzione che immette nel mercato.


In evidenza come Emilia-Romagna (37%) e Trentino Alto Adige (19%) riescano ad assorbire ben il 56% dei fondi disponibili con i Programmi operativi. Alla Sicilia solo il 5%.

"Solo l'aggregazione può favorire la crescita – ha aggiunto Laudani - Le imprese che hanno già relazioni stabili con la Grande distribuzione organizzata potrebbero essere vincolate da accordi di filiera con le organizzazioni di produttori, bisogna costituire gruppi consistenti e performanti. Invece viviamo in un sistema frammentato, dove esistono tante, forse troppe OP con pochi produttori. Se non invertiamo la rotta, gli aiuti assegnati non potranno mai oculatamente ottenere risultati competitivi."


In Sicilia, le 45 Organizzazioni di produttori esistenti raggiungono un'esigua media di 126 produttori ciascuna. Di queste, solo 7 nel 2012 hanno fatturato più di 10 milioni di euro.

Un'armonia tra piccoli e grandi produttori potrebbe dare competitività e sviluppo al settore: le azioni di filiera, infatti, potrebbero finalmente rispondere in modo adeguato alle condizioni imposte dal mercato globale e contribuire a ottenere il supporto economico previsto dai prossimi fondi di esercizio europei.


La sala del convegno.

Una rassicurazione sui contributi europei per i frutticoltori è arrivata dall'onorevole Giovanni La Via, deputato del Parlamento europeo e Relatore della Riforma della Politica agricola comune.

"Tutte le colture mediterranee – ha chiarito l'On. La Via – saranno sostenute dai fondi di esercizio. Le coltivazioni fino ad oggi svalutate o escluse dagli aiuti, come quelle in serra, partendo da zero potranno progressivamente arrivare al 60% in più al termine del periodo di convergenza, mentre quelle che fino ad oggi avevano ottenuto maggiori budget - come gli agrumi - non perderanno più del 30%, in parte poi coperto dagli aiuti diretti."

"Abbiamo posto le basi della riforma non per sostenere il reddito: gli incentivi verranno assegnati in maniera selettiva e premieranno gli agricoltori attivi. E non vi saranno più obblighi sul numero di colture per riceverli."

"La riforma Pac individua le Organizzazioni dei produttori come centrali per tutti i comparti produttivi e questo è il faro verso il quale l'Europa ci vuole far navigare. Però le Op devono essere uno strumento reale di associazione e non un cappotto per le imprese private."

Da parte di La Via, infine, un'informazione incoraggiante per tutti gli agrumicoltori che negli ultimi anni sono stati colpiti pesantemente dal Virus della Tristeza. "Un danno ma anche una grande opportunità per ristrutturare l'agrumicoltura siciliana con un nuovo modo di fare impresa che passi dal rinnovamento varietale fino all'abbattimento dei costi produttivi. Passaggi obbligati per rendere più moderne e competitive le aziende."

Sul recente accordo siglato per affrontare il Virus della Tristeza adoperando gli strumenti dello Sviluppo Rurale (cfr. FreshPlaza del 04/04/2014), La Via ha quindi aggiunto: "Tale proposta me la assumo in toto, sia in termini di idea, che di responsabilità e di attuazione."

Per maggiori informazioni: www.fruitimprese.it