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Di Giambattista Pepi

Racalmuto (AG): le piante di pistacchio dell'imprenditore Antonio Vaccaro producono annualmente, grazie ad un'innovazione nella potatura

Gestire in modo razionale un pistacchieto in asciutto che fruttifica ogni anno non è cosa da tutti. Antonio Vaccaro, agronomo ed imprenditore agricolo di Racalmuto (Agrigento) c’è riuscito e le sue innovazioni cominciano a far scuola.

Nella contrada Noce di Racalmuto, Vaccaro conduce un’azienda agricola moderna con circa 20 ettari di superficie, di cui 13 coltivati a pistacchio a cotiledoni verdi ed il resto ad olivo.


Pistacchieto con regolari sesti d’impianto.

Realizzato con regolari sesti nel 1994, l’impianto è interamente meccanizzabile. E’ condotto in asciutto e le piante producono frutto in modo abbondante e costante ogni anno, eliminando l’alternanza della produzione, come avviene naturalmente con il Pistacchio.

"A differenza del comprensorio di Bronte, dove prevalgono i pistacchieti di tipo naturale, costituiti da piante di Terebinto innestata là dove si sviluppano e, dunque, non adattabile alla meccanizzazione", spiega Vaccaro "le mie piante le ho acquistate in vivaio e le ho messe a dimora con sesti dinamici o variabili da 6 x 6 a 7 x 7 metri, secondo un modello di gestione razionale. La regolarità dei sesti d’impianto mi permette di poter utilizzare i mezzi meccanici per compiere tutte le operazioni colturali richieste dal frutteto: dall’aratura, agli eventuali trattamenti fitosanitari, dalla concimazione, al diradamento e alla raccolta".


Raccolta meccanica mediante scuotimento o vibrazione.

Ma la chicca vera sta nel fatto che le piante di pistacchio di Vaccaro producono il frutto ogni anno, e non ogni biennio, come avviene altrove in Sicilia, unica regione italiana a produrre pistacchi a cotiledoni verdi, che trovano, com’è noto, largo impiego in pasticceria, gelateria, e, da alcuni anni, anche in gastronomia.


Foto sopra: grappolo di pistacchi. Foto sotto: pistacchi verdi senza guscio, di varietà Gloria.


"Per far produrre annualmente le mie piante, ho studiato e messo in pratica un sistema innovativo di potatura", dice Vaccaro. "In ogni rametto della pianta, di norma, ci sono sia foglie, sia gemme. Io poto le punte dei rami, eliminando le gemme vegetanti dell’apice, in modo che le gemme sottostanti, anziché restare dormienti, cominciano a vegetare. L’eliminazione delle gemme apicali stimola la pianta ad emettere molte più foglie, che fotosintetizzano le sostanze necessarie a far maturare le gemme fiorifere e ad accrescere, successivamente, i frutti".


Ramo di pistacchio privato della gemma apicale.

Questo tipo di potatura, naturalmente, costa molto e deve essere praticata solo da personale altamente specializzato. "Ho sostenuto i costi della potatura e anche quelli della formazione di potatori specializzati nel pistacchio, altrimenti non avrei potuto ottenere i risultati raggiunti", dice con orgoglio l’imprenditore.

Vaccaro dispone di un impianto con 3.000 piante, ciascuna in grado di produrre ogni anno dai 10 ai 25 chilogrammi di frutto (la resa cambia in rapporto alla chioma e all’anzianità della pianta, considerato che il pistacchio comincia a produrre dopo il decimo anno dall’innesto), per una produzione lorda vendibile di tignosella (il frutto in guscio senza mallo) che oggi spunta sul mercato di riferimento di Bronte un prezzo di 12,50 euro al chilo, con ricavi medi annui di 90-100mila euro.

Contatti:
Azienda agricola Noce
Contrada Noce – S.S. 640 Agrigento – Caltanissetta – Km. 23,500
Racalmuto (Agrigento) – Italia
Dr. Antonio Vaccaro
Cell.: (+39) 349 5372394
E-mail: elio.vaccaro73@tiscali.it
Data di pubblicazione: