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A cura di Vito Vitelli - COVIL

"Resoconto della giornata dedicata alla nuova cultivar di agrume "Mandalate"

Il comparto agrumicolo italiano risente negativamente degli effetti della globalizzazione dei mercati. I Paesi del bacino del Mediterraneo, in particolare la Spagna, esercitano sui nostri prodotti agrumicoli una forte concorrenza sia per i costi di produzione sia per l’organizzazione commerciale. Di fronte a questo scenario la nostra agrumicoltura, sofferente di "malattie" croniche quali l’obsolescenza varietale, inefficienza delle tecniche di coltivazione, mediocre qualità dei frutti, scarsa competitività dei costi di produzione, disorganizzazione della fase di aggregazione dell’offerta e della distribuzione, rischia di collassare o scomparire definitivamente.

Il rilancio dell’agrumicoltura in Italia può essere realizzato solo se tutti gli attori della filiera, costitutori di nuove varietà, vivaisti, produttori, operatori della distribuzione cominciano a dialogare tra loro e a puntare su un unico obiettivo: produrre qualità, nel rispetto dell’ambiente e dei consumatori.

A tal proposito risultano innanzitutto indispensabili una serie di interventi di natura tecnica, quali la scelta varietale e dei portinnesti, l’individuazione delle aree vocate alla coltivazione, la razionalizzazione delle tecniche di coltivazione in particolare della fertirrigazione, la difesa dai parassiti, la scelta del materiale vivaistico. Nello stesso tempo occorre dedicare sforzi per concentrare ed organizzare la produzione, attraverso forme di valorizzazione commerciale (creazione di marchi di qualità).


Il successo di una nuova varietà è strettamente legato anche alla qualità del materiale vivaistico impiegato per la costituzione dei nuovi impianti. Un’agrumicoltura moderna e competitiva deve essere sempre supportata da un vivaismo altamente professionale in grado di offrire solo materiale certificato e garantito sotto il profilo varietale e fitosanitario.

Gli unici strumenti operativi sui quali poter puntare per una pianificazione strategica di rilancio sono i prodotti che presentano una notevole "specificità" derivanti dal legame con il territorio (IGP) e da caratteristiche del frutto (colore, calibro, periodo di maturazione, pigmentazione, ecc). Sotto quest’ultimo aspetto, le recenti innovazioni varietali, se sfruttate adeguatamente mediante una programmazione a livello sia quantitativo sia territoriale, potrebbero rappresentare la chiave di svolta della profonda crisi.

Resoconto della giornata di visita tecnica al Mandalate
Una varietà di nuova introduzione per poter essere apprezzate dal moderno consumatore deve possedere caratteristiche sufficientemente innovative dal punto di vista organolettico, salutistico e nutrizionale e deve consentire l’ampliamento del calendario di commercializzazione per una più equilibrata gestione dell’offerta durante la stagione produttiva.

Calendario di maturazione (°). Clicca qui per un ingrandimento della tabella
Legenda:
(°): Il periodo di maturazione è indicativo ed è influenzato dal portinnesto e dalle condizioni pedo-climatiche;
(*):varietà protetta da brevetto moltiplicata su concessione del CRA-Istituto Sperimentale per l’Agrumicoltura;
(®): marchio registrato.

Tutti questi aspetti sono stati approfonditi nel corso di una visita guidata, organizzata dal Consorzio Vivaisti Lucani (COVIL) lo scorso 16 febbraio, presso la collezione varietale del COVIL di Policoro (MT) e i campi dimostrativi dell’Azienda Sperimentale dell’ARSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura) di Mirto Crosia (Rossano Calabro-CS) diretta dal Dott. Antonio Di Leo.

 
Agrumicoltori e vivaisti del COVIL in visita ai campi dimostrativi dell’Azienda Sperimentale dell’ARSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura) di Mirto Crosia (Rossano Calabro-CS), presso la quale sono collezionate 11 piante di "Mandalate" su C. Troyer al nono anno dal reinnesto. Da sinistra verso destra Mimmo La Rocca (vivaista), Salvatore La Malfa (vivaista), Filippo Di Natale (vivaista), Antonio Di Leo (Direttore dell’Azienda Sperimentale dell’ARSA di Mirto Crosia), Vito Vitelli (COVIL), Giovanni Ancona (agrumicoltore del metapontino), coniugi Dacunto (giovani agrumicoltori di Sibari), Marco Campobasso e Giovanni Di Bella (agrumicoltori del metapontino). Clicca qui per un ingrandimento della foto.

Durante la visita, a cui hanno partecipato membri del Consorzio Vivaisti Lucani e agrumicoltori calabresi e lucani, sono state osservate fruttificazioni di piante di "Mandalate" di diversa età ed innestati sui portinnesti C. Troyer, C. Carrizo e Arancio Amaro. L’ibrido triploide "Mandalate", derivante dall’incrocio del mandarino "Fortune”"(2x) x mandarino "Avana" (4x), costituito e brevettato dai ricercatori del CRA-ISAGRU di Acireale (CT) Giuseppe Reforgiato Recupero, Giuseppe Russo e Santo Recupero, per una serie di caratteristiche come la pezzatura, qualità organolettiche, assenza di semi, sbucciabilità, produttività e rapida entrata in produzione si è riconfermato anche quest’anno un’ottima risposta alla carenza di offerta di mandarino-simili del periodo tardivo.


Tra le peculiarità del "Mandalate" la costante e generosa fruttificazione della pianta (fino a 250 kg/pianta), all’interno della chioma. Questa caratteristica consente al frutto di proteggersi da abbassamenti di temperatura di breve durata.

Per esaltare le caratteristiche del "Mandalate" risultano determinanti una serie di fattori: l’individuazione dell’area vocata di coltivazione (per le varietà tardive sono fatali le brinate di fine inverno), la scelta dei portinnesti, (i Citrange migliorano la qualità), la gestione del suolo e della chioma, l’uso razionale dell’acqua e dei nutrienti.


Piante di portinnesto Citrange Carrizo (ibrido trifogliato), prossime all’innesto, coltivate in vivaio, allevate su substrato fibra di cocco. L’innovazione varietale deve riguardare anche l’introduzione di nuovi portinnesti che consentano di superare problematiche legate all’adattabilità alle diverse condizioni pedo-climatiche, alla diffusione di emergenze fitosanitarie come il virus della Tristeza (vedi articolo correlato), alla lunghezza del periodo improduttivo, alla mole della pianta, alla qualità dei frutti e alle rese unitarie.


Giovane impianto (al primo anno) di"Mandalate" (Az. Agr. S. Fara – Riccardi, Metaponto - MT) allevato suterreno "baulato" e diserbato, ad alta densità di impianto (650piante/ha) e fornito di sistema di fertirrigazione automatizzato adoppia ala gocciolante posizionata al colmo. Per esaltare la qualitàdel frutto di "Mandalate" risultano determinanti la scelta deiportinnesti, (i Citrange migliorano la qualità), la gestione dellachioma, l’impiego razionale dell’acqua e degli elementi nutritivi e letecniche di coltivazione.

Dal punto di vista fitosanitario l’ibrido manifesta una scarsa sensibilità agli organismi nocivi, occorrono pochi interventi di difesa rivolti soprattutto a proteggere il frutto dagli attacchi fungini causati dall’eccesso di umidità invernale.

Il "Mandalate", contrariamente alle varietà a maturazione precoce, sfugge agli attacchi di mosca della frutta (Ceratitis capitata - nella foto qui accanto).

Foto sotto: nel corso della giornata sono state osservate anche fruttificazioni di altre varietà a maturazione tardive quali clementine Tardivo (in foto), ibrido Tacle, Mandared e Alkantara e arancio Lane Late.

Data di pubblicazione: