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Social Farming: agricoltura sociale una 'rivoluzione possibile' per una societa' sostenibile e inclusiva

Agriturismo, fattorie didattiche, attività di riabilitazione per chi è portatore di disabilità, socializzazione. Ma anche formazione, divulgazione. E in senso ancora più lato sostenibilità, legalità, rispetto per il lavoro e per la salute dei consumatori. Ecco in estrema sintesi cosa vuol dire Agricoltura Sociale. Un quadro emerso con forza nel corso del seminario formativo "Agricoltura Sociale e tecniche di Inclusione Sociale - Ambiti e opportunità di sviluppo dell'agricoltura sociale in Sicilia", tenutosi ieri 3 maggio nell'azienda agrituristica Tenuta Giarretta in territorio di Belpasso (Catania). Il seminario, gratuito, rientra nel Progetto "Social Farming. Agricoltura Sociale per la Filiera Agrumicola Siciliana 2.0", realizzato dal Distretto Agrumi di Sicilia in collaborazione con Alta Scuola Arces con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation.


Fattoria didattica a Tenuta Giarretta

Ad approfondire i temi dell'agricoltura sociale e delle tecniche di inclusione sociale sono intervenuti Salvatore Cacciola, sociologo e presidente Rete Fattorie Sociali Sicilia; Ivana Calabrese, agronomo e presidente dell'Associazione Aurora Onlus di Palermo; Francesco Ancona, agronomo e rappresentante di Agrinova bio2000 di Acireale; Claudia Cardillo, educatore professionale e presidente della cooperativa sociale Energ-etica di Catania; Ivan Pinieri, rappresentante dell'Agri Resort Tenuta Giarretta; Gianni Samperi della Fattoria Fossa dell'Acqua di Acireale. Quello che è venuto fuori dal dibattito è un quadro dell'Agricoltura sociale di ampio impatto e di indubbio valore.

"L'agricoltura sociale è un insieme di pratiche che viene fuori dall'incontro tra agricoltori e operatori, dall'incontro tra campagne e città. Il concetto della multifunzionalità dell'azienda agricola è un concetto presente, ma non esaustivo dell'agricoltura sociale: perché ci stanno dentro anche valori etici, come la cura dell'ambiente, del biologico, della sostenibilità - ha spiegato Salvatore Cacciola, presidente di rete Fattorie Sociali Sicilia -. le Fattorie Sociali sono aziende agricole in cui si sperimentano percorsi di inclusione in maniera attiva prevedendo l'inserimento lavorativo di persone in situazioni di svantaggio, ma anche percorsi riabilitativi".

Di certo, la legge 141/2015 ha rappresentato una sorta di "rivoluzione" con l'intento di promuovere l'agricoltura sociale, quale aspetto della multifunzionalità delle imprese agricole finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo in tutto il territorio nazionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate. Dunque, prestazione di servizi che supportano terapie mediche e riabilitative. Per esempio, terapie assistite con gli animali o l'orto terapia. Progetti finalizzati all'educazione ambientale e alimentare, salvaguardia delle biodiversità, conoscenza del territorio.


Francesco Ancona e Salvatore Cacciola

Visione condivisa anche da Francesco Ancona, agronomo e rappresentante di AgrinovaBio2000 e consigliere d'amministrazione del Distretto Agrumi di Sicilia. "Anche noi ci siamo prestati ad accogliere persone svantaggiare con risultati eccezionali - ha raccontato Ancona -, ma la nostra storia testimonia da sé qual è la nostra concezione di agricoltura sociale: nel 1988 abbiamo deciso di proporre modelli di produzione alternativi (biologici) alla coltura intensiva e industriale, cercando di non diventare una riserva indiana, ma di testimoniare anche un modello economico possibile. Era necessario fare conoscere questa nostra impostazione e abbiamo cominciato con le prime esperienze di filiera corta e di attività divulgativa, quindi iniziativa di agricoltura sociale anche con la rete delle fattorie sociali. Il messaggio è chiaro: il cibo, nel nostro caso l'agrume, non è solo merce, ma risponde a valori ambientali, di territorio, di salute. Valori di socialità e di rispetto della legalità e per questo abbiamo aderito ad Addio Pizzo, percorso non facile ma fondamentale. Ecco tutto questo è agricoltura sociale, visione e rispetto del territorio, valorizzazione delle risorse e sostenibilità, ricostruzione di equilibri virtuosi tra città e campagna. Concetti che rientrano nel progetto di Social Farming perché l'agricoltura è un ottimo campo per ridisegnare il welfare di questo paese e integrare i soggetti più deboli. Ci sarà un ritorno positivo anche verso le famiglie e la società tutta. Una cosa che i nostri politici devono comprendere con maggiore consapevolezza".

"Non è un caso che nell'ambito del progetto Social Farming si sia tenuto un seminario sull'inclusione sociale - spiega Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia -. L'obiettivo del progetto è infatti quello di favorire l'inclusione di categorie svantaggiate nel mercato del lavoro nella filiera agrumicola, sia attraverso corsi di formazione sia attraverso seminari formativi. Questi ultimi, aperti anche a tecnici e operatori della filiera, rappresentano un momento importante di confronto e di scambio di informazioni ed esperienze, ponendo l'attenzione su alcune tematiche cruciali per lo sviluppo del comparto agrumicolo in un'ottica sostenibile e inclusiva che può generare sviluppo per tutto il territorio".
Data di pubblicazione: