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Regole certe per offrire succo di Arancia Rossa al 100% al giusto prezzo

"Pagare al bar 3,10 o 2,50 euro per una spremuta d'arancia limita fortemente la possibilità di consumarla. Anche per i tanti turisti che affollano le città capoluogo, questo non è un buon biglietto da visita. Se venisse offerta a un prezzo più basso, se ne consumerebbe di più e si contribuirebbe attivamente a risanare un comparto che soffre da anni", così commenta il presidente regionale Coldiretti Sicilia, Francesco Ferreri.

Secondo l'organizzazione agricola, sull'arancia rossa si vivono troppi paradossi, a cominciare proprio dai succhi industriali in vendita che, nonostante ne contengano solo il 3%, evidenziano la presenza dell'agrume in etichetta come se vi fosse contenuto al 100%. A pagarne le conseguenze, sono i produttori.


Nelle foto: particolari degli impianti di trasformazione della Ortogel Spa.

Immediato il commento di Salvatore Imbesi, direttore dello stabilimento della Ortogel azienda siciliana leader nella trasformazione degli agrumi in succhi e promotore del primo progetto di filiera in Italia per il settore agrumicolo.

"Le dichiarazioni del presidente di Coldiretti sono sacrosante – dichiara Imbesi. Da anni mi impegno sia come imprenditore sia come semplice cittadino per la tutela di un prodotto su cui c'è ancora molto da lavorare su vari fronti. A cominciare dalle ambigue norme vigenti, sfruttate dai confezionatori per ottenerne il massimo beneficio a loro esclusivo vantaggio".

"Ciò rende impossibile, per l'intera filiera agrumicola, pianificare le produzioni e renderle remunerative, in quanto trattasi di materia prima sulla quale non esiste tracciabilità o rintracciabilità di filiera, né esiste certificazione relativa alle quantità di prodotto avviate alla trasformazione industriale, con relativa assenza di garanzia in merito agli effettivi volumi prodotti di succhi siciliani".



In merito alle precisazioni di Coldiretti sul costo elevato delle spremute fresche, Imbesi sottolinea: "Ritengo che il surplus di prezzo delle spremute di arancia nei bar sia la conseguenza del fatto che il consumatore, solo in questa circostanza, ottiene la certezza di star bevendo succo di arancia siciliano al 100%, poiché - come è ormai risaputo - buona parte delle aziende confezionatrici utilizza sulla confezione una dicitura ingannevole".

"Ora, sebbene si parli sempre più spesso di consumatori consapevoli e attenti ai prodotti salutistici, essi non riescono a trovare le giuste alternative sul mercato poiché, a fronte della dicitura in etichetta Succo di Arancia Rossa, nella migliore delle ipotesi trovano una percentuale effettiva di succo che varia dall'1% in su".

"Ed ecco perché, nonostante l'interesse del consumatore, il pregiato succo di arancia siciliana perde progressivamente il proprio mercato: una situazione paradossale, tra l'altro legittimata perché consentita da una normativa che sarebbe invece da modificare urgentemente".



"A sostegno di quanto detto, vorrei fare una puntualizzazione: senza l'emissione di una norma chiara, sarà impossibile reggere la competitività su un mercato globale privo di certezze. A oggi, ritengo che un ottimo succo di Arancia Rossa siciliana possa essere commercializzato a un giusto prezzo, remunerativo per l'intera filiera: 80 centesimi per confezioni da 200 ml. Cifre e grammature che, peraltro, presto commercializzeremo a marchio Ortogel in una vetrina internazionale online".

La riflessione insomma è la seguente: perché un bar non abbia bisogno di spremere arance e venderle a 3 euro basterebbe semplicemente educare il consumatore perlomeno a orientarsi su ciò che offre il mercato dei succhi di agrumi.

Ma come procedere? Imbesi propone: "Se il consumatore avesse la possibilità di acquistare nella Gdo dei brik di spremuta di arancia rossa al 100% e contestualmente - con lo stesso brand - potesse ritrovarla al bar in confezioni da 200 ml al prezzo indicato prima, mai spenderebbe 3 euro per la stessa bevanda che ha già sperimentato in precedenza e che ha giudicato essere ottima. Innanzitutto perché sarebbe in grado di riconoscere la stessa bontà del succo; in questo caso si sosterrebbe l'intera filiera, al contempo potendo bere un succo di agrume 100% a un giusto prezzo".



"Di fatto, oggi il consumatore è l'anello della catena maggiormente danneggiato perché non riesce a spiegarsi come mai due prodotti che, almeno esteriormente, riportano più o meno le stesse diciture abbiano un prezzo totalmente differente. E nemmeno potremmo mai chiedere al consumatore di effettuare un'analisi del contenuto e una valutazione dei costi sostenuti per la produzione del prodotto!".

"Si tratta quindi - ribadisce Imbesi - di normare questa anomalia che permette l'utilizzo della denominazione di un prodotto (Arancia Rossa) anche quando se ne contiene una piccola percentuale (uguale o maggiore all'1%). Solo così una serie di meccanismi di sperequazione potrebbero rimettersi in equilibrio, con una conseguente ricaduta positiva tanto per il consumatore quanto per il produttore e per l'intera filiera, incluso il confezionatore".


Salvatore Imbesi con una delegazione di buyer polacchi stupiti alla scoperta del brik di un'azienda polacca che spaccia il proprio succo di arancia per siciliano con solo l'1% di succo di agrume.

Imbesi conclude: "Sebbene siamo attrezzati anche con linee di lavorazione per la commercializzazione dei brik di succo al 100%, tuttavia il prodotto non decolla perché non possiamo competere con gli investimenti dei nostri competitor, i quali in tutto il mondo promuovono il brand Sicilia anche quando di succo siciliano vero e proprio, dentro quelle confezioni, non ce n'è nemmeno l'ombra!".

Contatti:
Ortogel Spa

Zona Industriale - C.da Balchino
95039 Caltagirone (CT)
Tel.: +39 095 6141300
Cell.: +39 347-3830904
Email: info@ortogel.com
Web: www.ortogel.com