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Lo studio afferma che il patogeno era gia' presente senza aver causato danni

EFSA decide di verificare lo studio condotto sulla Macchia Nera degli agrumi in Europa

Gli esperti EFSA hanno esaminato uno studio che suggerisce che la Phyllosticta citricarpa, il patogeno che causa la Macchia Nera degli agrumi (CBS), sia presente in Europa. Gli autori dello studio hanno riportato di avere individuato il patogeno fungino negli orti domestici in diversi paesi mediterranei, senza che questi fossero colpiti dalla fitopatia, ma la metodologia impiegata per determinare quali aree dovessero essere selezionate e la procedura per estrarre i campioni sono state messe in discussione, dal momento che la procedura di campionamento non è stata coerente e non si è basata su statistiche (cfr. FreshPlaza del 29/01/2018).

Si dovrebbe notare che la fitopatia conosciuta come Macchia Nera è causata da uno dei principali parassiti da quarantena che potrebbero raggiungere l'Europa attraverso le esportazioni agrumicole sudafricane. La fitopatia causa macchie sulla scorza degli agrumi, facendo perdere tutto il valore commerciale del prodotto, oltre che indebolire progressivamente gli alberi fino a che non sia più redditizio mantenerli. Al momento diversi enti e organizzazioni europei di produttori, principalmente di paesi produttori ed esportatori come la Spagna, dedicano grande impegno nell'evitare che le loro produzioni vengano infettate da questo parassita, dato che in termini finanziari sarebbe fatale per questo settore.

A maggio del 2000 la Macchia Nera è stata dichiarata una fitopatia da quarantena e potenzialmente dannosa per le piante in UE, e questo comporta il mantenimento delle misure di protezione che contrastano l'ingresso e la diffusione nell'Unione Europea, specificate in un protocollo a cui devono attenersi gli esportatori sudafricani, oltre che quelli di altri paesi che vogliono vendere i loro agrumi in UE. I protocolli da seguire richiedono trattamenti all'origine e a destinazione, oltre che a ispezioni tecniche in porti che negli ultimi anni sono risultate in intercettazioni sia per il settore agrumicolo sudafricano che per gli importatori europei, principalmente da Paesi Bassi, Belgio e Regno Unito, paesi che rappresentano i volumi maggiori in arrivo dal Sudafrica.



Recentemente un gruppo di ricercatori sudafricani e olandesi ha tentato di dimostrare attraverso uno studio scientifico che i funghi che causano la Macchia Nera sono già presenti da centinaia di anni in paesi produttori di agrumi dell'Unione Europea, come Portogallo, Italia, Grecia o Malta, ma senza avere causato i danni descritti sopra, né nei frutti, né negli alberi. Lo studio ha tentato di dimostrare ciò che il settore agrumicolo sudafricano sostiene da anni, ovvero che le condizioni climatiche non facilitano la diffusione del parassita nelle zone di produzione agrumicola del Mediterraneo. Per questa ragione, non avrebbe senso continuare ad applicare i protocolli o le barriere fitosanitarie e la Macchia Nera non rappresenterà più una minaccia per gli agrumi europei.

Non convinta da questo studio, l'autorità europea per la sicurezza, EFSA, ha costituito una giuria di 27 esperti per condurre un contro-studio e verificare quello presentato dai ricercatori sudafricani e olandesi. Secondo il rapporto EFSA, gli esperti europei hanno condotto test negli stessi luoghi in cui si è svolto lo studio sudafricano e olandese, "senza dare alcuna spiegazione di come la Macchia Nera sia stata individuata in tali siti".

Clicca qui per leggere l'articolo che ha motivato il contro-studio di EFSA.

Il Comitato per la gestione agrumicola (CGC), di cui fa parte la maggioranza degli esportatori spagnoli, ha indicato: "I sudafricani non sono stati equi in questa circostanza e hanno potuto contare su una collaborazione di parte di agenzie e istituti dei Paesi Bassi, una nazione che è stata accusata di mettere prima gli interessi del Sudafrica di quelli dei suoi partner europei, dal momento che il porto di Rotterdam è il punto di ingresso principale per queste importazioni". 

Come si può leggere nell'articolo scientifico su menzionato, il suddetto studio non cita chi abbia finanziato tale studio. Inoltre, l'EFSA lamenta il fatto che i ricercatori non abbiano informato le autorità locali o le comunità scientifiche dello studio in corso. Inoltre, EFSA ha avvisato che tutti i campioni di materiale vegetale morto che sono risultati positivi sono stati prelevati per esempio in orti privati e hotel con piscine, invece che in aziende agrumicole commerciali.

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: