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Obiettivo: il riconoscimento del marchio IGP

Nasce il Comitato promotore dell'asparago napoletano

A dare vita al Comitato promotore dell'asparago napoletano Igp-Indicazione geografica protetta sono stati i produttori più rappresentativi, nell'auspicio che questo funga soprattutto da strumento di promozione commerciale per veicolare e far apprezzare meglio l'asparago napoletano anche sui mercati internazionali. La domanda di riconoscimento è attualmente alla valutazione delle autorità nazionali competenti in materia.

Con una produzione di oltre 10000 tonnellate di turioni su oltre 900 ettari di superficie (dati ISTAT 2023), quasi tutti in coltura protetta (90% della superficie italiana di tale tipologia), l'asparago napoletano dà luogo al terzo polo produttivo italiano, il secondo del sud Italia. Infatti nell'area napoletana si concentra il 95% della superficie campana coltivata ad asparago.

Una produzione che, negli ultimi 25 anni, ha assunto sempre più la veste di una filiera moderna, espressione di una territorialità produttiva molto marcata e tipica, testimonianza anche di una spiccata idoneità pedoclimatica dell'area.

La coltivazione in semiforzatura è uno dei caratteri peculiari dell'asparago napoletano, in grado di esaltare ancor di più la precocità della raccolta, che inizia già nella prima settimana di febbraio, aprendo di fatto il mercato nazionale del prodotto.

"Ma non è solo la precocità il suo carattere distintivo, lo è anche la qualità organolettica del prodotto, effetto del clima mite e soprattutto dei fertili e ricchi terreni di origine vulcanica e alluvionale della pianura napoletana. I dati scientifici lo testimoniano. Infatti una ricerca condotta dal Dipartimento di Farmacia dell'Università degli Studi Federico II di Napoli, nell'ambito di un progetto sugli aspetti nutraceutici dell'asparago, ha dimostrato che l'asparago napoletano presenta valori di macro e micronutrienti essenziali per il nostro organismo, e in particolare è ricco in ferro e magnesio, a livelli superiori rispetto a quelli di turioni di altre provenienze. E di questo ne siamo fieri". A sostenerlo è Nicola Laezza dell'azienda Flli Laezza di Acerra (Napoli).

"L'entusiasmo c'è ed è molto - afferma Giuseppe Laezza, dell'omonima azienda agricola di Acerra (Napoli) - e ci stiamo impegnando per il raggiungimento del nostro obiettivo".