Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
A cura di Domenico Solano, divulgatore Arsac Calabria

Agrivoltaico: la sfida di aumentare la redditività del suolo e incentivare la decarbonizzazione

Il termine "agrivoltaico" (o agrovoltaico) si riferisce a un approccio avanguardistico che combina l'agricoltura con la produzione di energia solare. Sul sito del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, è stato pubblicato il decreto che promuove la realizzazione di sistemi agrivoltaici innovativi di natura sperimentale. Obiettivo del provvedimento, che è entrato in vigore a partire dal 14 febbraio 2024, è la realizzazione di almeno 1,04 gigawatt di nuovi impianti, nei quali possano coesistere la produzione di energia pulita con l'attività agricola.

In una sua recente pubblicazione, il divulgatore dell'Arsac Calabria Domenico Solano scrive: "In diverse nazioni europee si sta espandendo sempre più uno scenario innovativo, in cui le superfici agricole vengono investite alla consociazione produttiva di energia elettrica e colture agrarie. Si afferma così un'inversione di tendenza rispetto alla secolare erosione antropica delle superfici agricole più produttive, di pianura e meglio collegate, sottratte al settore primario per dare spazio a strutture e infrastrutture di vario genere: strade, ferrovie, aeroporti, aree industriali, aggregati urbani, impianti sportivi, impianti fotovoltaici a terra, strutture di logistica, centri commerciali. In pratica, si recuperano all'utilizzazione e alla produzione agricola i terreni sottostanti ai parchi fotovoltaici determinando una doppia produttività, agricola ed energetica".

Ambito normativo
"Il supporto normativo e finanziario di questo innovativo approccio all'utilizzazione dei suoli agricoli è dato dal regime di aiuti, approvato dalla Commissione europea il 10 novembre 2023, con il quale si finanziano 1,7 miliardi di euro gli investimenti per la realizzazione di impianti agrivoltaici in Italia. A livello nazionale il supporto normativo è dato dal Decreto Ministeriale 436 del 22 dicembre 2023 entrato in vigore il 14 febbraio 2024. La misura rientra nella strategia italiana per aumentare la quota di energia derivante da fonti rinnovabili, ridurre l'emissione di gas serra, incrementare l'autoapprovvigionamento energetico, in linea con gli obiettivi strategici dell'Unione europea relativi al Green Deal", spiega Solano.

"L'intervento sarà finanziato anche attraverso il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) durerà fino al 31 dicembre 2024 e si prefigge il raggiungimento di una capacità agrivoltaica di 1300 GWh/anno (1 GW = 1.000.000.000 W) - continua il divulgatore dell'Arsac Calabria - Il contributo in favore degli agricoltori si articola in due modalità: 1) contributo in conto capitale sull'investimento, a copertura fino al 40% dell'investimento ammissibile, per un budget totale di 1,1 miliardi di euro; 2) rimborsi per compensare l'eventuale differenza tra i prezzi dell'energia e le tariffe incentivanti prestabilite, secondo il meccanismo dei CFD-contratti bidirezionali per differenza, per un periodo di 20 anni. Il budget complessivo per sostenere le tariffe incentivanti è di 560 milioni di euro".

"I progetti da finanziare saranno selezionati anche in base all'autosostenibilità, ossia alla tariffa d'incentivazione più bassa necessaria a consentirne l'equilibrio funzionale, e dovranno essere operativi entro il 30 giugno 2026. I soggetti beneficiari sono gli imprenditori agricoli singoli o associati, le società e i consorzi agricoli, nonché le associazioni temporanee d'imprese che includano almeno uno dei soggetti beneficiari. Tra i soggetti cui non è consentito accedere agli incentivi vi sono le imprese per le quali penda un ordine di recupero per decisione della Commissione europea e i soggetti esonerati dalla tenuta della contabilità IVA, aventi un volume d'affari annuo inferiore a 7.000 euro".

Lo stato dell'arte in Italia
"Le imprese avanguardistiche e gli istituti sperimentali hanno precorso i tempi e ci mettono già in condizioni di poter effettuare le prime valutazioni su casi di concreta realizzazione di impianti agrivoltaici. Infatti, a partire dal 2011, sia in Italia che in Europa c'è stato un susseguirsi di impianti oggettivamente definibili agrivoltaici - scrive Solano - Le esperienze italiane ed europee convergono tutte sulla concreta fattibilità dell'agrivoltaico e cioè che sia possibile investire rilevanti quantità di superficie agraria per la produzione di energia elettrica, da fonte rinnovabile, senza depauperare la produttività agricola del suolo".

"Agli istituti di ricerca e a quanti operano nel campo della sperimentazione è demandato il compito di individuare le colture che più si avvantaggiano dell'agrivoltaico, l'ottimale tecnologia di installazione (fissa, con tracker a inseguimento, a pannelli continui o alternati, il rapporto tra superficie dei pannelli e superficie agricola), la più rispondente tipologia dei pannelli (rigidi o flessibili, completamente opachi o parzialmente permeabili alla luce, a faccia doppia o semplice). Si tratta di variabili importantissime per l'economicità e la funzionalità dell'agrivoltaico e che, a stretto giro, dovranno essere messe a punto in modo da poter fornire agli imprenditori le indicazioni e gli orientamenti più rispondenti alle specificità del contesto in cui operano", conclude Solano.

Esempi pioneristici in Italia legati al settore ortofrutticolo

  1. Azienda Svolta-Solare Voltaico Agricoltura-Ambiente, operante in Puglia nel comune di Laterza (TA). L'imprenditore Nicola Mele, dal 2019, col supporto delle Università di Verona e di Bari, procede alla comparazione tra coltura tradizionale e coltura in agrivoltaico del vigneto, e ravvisa: un aumento della produttività sia ad ettaro che a pianta; consistente risparmio idrico; microclima più favorevole alla coltura.

  2. Il parco agrivoltaico più grande d'Italia si trova in Sicilia a Mazzara del Vallo ed è realizzato da Engie e Amazon, si estende su una superficie corrispondente a 161 campi di calcio e sviluppa 66 MW di energia. L'impianto è dotato di una tecnologia di ultima generazione. L'uso di pannelli solari bifacciali e di inseguitori minimizza l'area necessaria per l'impianto fotovoltaico e massimizza l'efficacia per la destinazione agricola, riservata alla produzione di colture foraggere, viti, lavanda e piante aromatiche e officinali.

  3. Le Greenhouse - la prima società consortile nel mondo del lavoro fotovoltaico in Italia. Lao Greenhouse è un'impianto realizzato nel 2011, sulla costa tirrenica calabrese, per la produzione di cedri e limoni in agrivoltaico; Sibarys Greenhouse è un impianto realizzato nella costa jonica calabrese (comuni di Cassano e Villapiana) per la produzione di limoni. Ulteriori progetti in corso di realizzazione in Umbria (Umbria Greenhouse) e in Sardegna (Sardinia Greenhouse).

Riferimenti bibliografici
- Andrea Ballocchi - Agrivoltaico e sostenibilità: in Puglia si fa storia e si crea comunità 28.02.2023
- Guidasicilia - 29.05.2023
- Barbara Righini - AgroNotizie 22.09.2023
- Matteo Grittani - Repubblica 16.12.2021
- Economiacircolare 05.07.2022
- Enelgreenpower 23.12.2022
- Infobuildenergia 28.02.2023