Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

La limonicoltura nella Sicilia occidentale è in perdita netta

"Dopo un andamento di mercato positivo che durava dal 2008, anche la limonicoltura registra una crisi preoccupante: il basso livello dei prezzi scoraggia chi produce, soprattutto coloro che hanno effettuato investimenti nella speranza che il mercato rimanesse remunerativo". A dirlo è Vincenzo Lo Meo, agronomo e libero professionista, con un'importante esperienza nel comparto agricolo, il quale prosegue: "Oggi, ed è già il secondo anno, la produzione invernale viene pagata a un prezzo di gran lunga inferiore al costo di produzione".

Vincenzo Lo Meo

L'esperto ha determinato con precisione il costo di produzione. "Proviamo quindi a fare un rapido conto economico - spiega Lo Meo - per quantificare dettagliatamente il costo di produzione di un limoneto e capire con la concretezza dei numeri la gravità del fenomeno. Il costo per kg, fatti i dovuti calcoli, si cristallizza in una forbice che va da 0,42 a 0,47 euro, tenuto conto di ogni minima voce di spesa, onere e quant'altro concorre alle spese per un produttore limonicolo. A fronte di una remunerazione, alla produzione, che in questi giorni si attesta su 0,25 euro, con una perdita che oscilla tra 0,17 e 0,22 euro. Una vera perdita secca!".

"Permanendo tale situazione - dice il tecnico - ci si avvierà di nuovo al progressivo abbandono della coltura, come già avvenuto a metà degli anni Ottanta del Millenovecento, con le immaginabili conseguenze drammatiche di tipo economico e paesaggistico. Non da ultima l'implicazione ambientale, in relazione al venir meno dell'azione di sottrazione dell'anidride carbonica cui la coltura contribuisce, soprattutto nell'area metropolitana di Palermo. Ci stiamo avviando a perdere di nuovo tale coltura dopo il periodo di mercato abbastanza favorevole che durava dal 2008".

"L'origine di questo andamento è la sempre più calzante concorrenza dei Paesi competitor intra ed extra-Ue - spiega l'esperto - In particolare, la merce d'oltremare spesso arriva dal porto di Rotterdam e invade l'intera Europa a prezzi bassi. Il consumatore, spesso confuso dalla grande quantità di offerta e dal marketing, non è indotto a compiere una scelta critica negli acquisti che dovrebbero basarsi sull'etica produttiva, dall'impiego di fitosanitari alle politiche lavorative, oltre che sulle qualità organolettiche del prodotto. Altro punto critico, parlando delle produzioni limonicole della Sicilia occidentale, è la mancanza di una corretta ed efficace comunicazione e di un marchio IGP, per esempio".