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Le avversità climatiche inducono ad abbandonare gli agrumi in favore dei frutti tropicali

"Il cambiamento climatico, evidente da qualche anno, sta mettendo a dura prova tutte le coltivazioni e in special modo quelle arboree che, come gli agrumeti, sono molto più sensibili alle variazioni termiche e idriche determinate da tale cambiamento". A dirlo è l'agronomo Angelo Migliorisi, titolare dell'azienda "Arance Bio Cava D'Oro".

Angelo Migliorisi

"Le elevate temperature della scorsa estate e l'irregolarità delle precipitazioni nel periodo autunnale hanno comportato un fermo fisiologico delle piante nella delicata fase di ingrossamento dei frutti e, successivamente, la spaccatura di questi, con comprensibile perdita di produzione - spiega l'esperto - A causa delle anomale temperature invernali troppo miti, stiamo assistendo inoltre a un anticipo di maturazione sulle varietà tardive come la Navel Lane Late e alcune tipologie di Tarocco, con una prevedibile chiusura anticipata della stagione agrumicola".

Tarocco comune

"Il problema che però desta maggiori preoccupazioni è la quasi totale assenza di piogge di questo periodo - aggiunge l'agronomo - Ciò fa prevedere, se dovesse perdurare tale situazione, un razionamento delle risorse idriche consortili, peraltro già esigue nonché discontinue a causa dei problemi legati allo stato precario delle reti di distribuzione, e quindi gravi ripercussioni sulla produzione della prossima stagione agrumicola. Certo è che, di fronte a queste problematiche, bisognerà ricorrere a diverse strategie non solo per adattarsi alle situazioni di criticità, ma anche per poter continuare a coltivare mantenendo alti standard qualitativi e quantitativi".

Le strategie per contrastare le criticità
"Un valido aiuto - dice Migliorisi - può essere dato dal riutilizzo del portainnesto arancio amaro, da tempo abbandonato per la nota suscettibilità al virus della Tristeza degli agrumi, giustificato dalle recenti incoraggianti scoperte circa l'utilizzo di ceppi avirulenti che funzionerebbero come una sorta di vaccino per le piante. Il contributo da parte di ogni singolo agricoltore, favorendo il miglioramento del microbiota del suolo e quindi la mineralizzazione della sostanza organica, è prioritario oltreché realizzabile nell'immediato".

Navel Lane Late

"Personalmente sono convinto che la resistenza delle piante nei confronti degli stress ambientali e nei confronti di patogeni che agiscono per via radicale - conclude Angelo Migliorisi - è aumentata dalla presenza di una microflora sana e attiva. Ma bisogna anche pensare alla diversificazione! Il ricorso a nuove tipologie di coltivazioni come quelle tropicali, e in particolare avocado, mango e passion fruit, in areali adatti e adottando sistemi irrigui razionali, può rappresentare una valida alternativa alla classica coltivazione degli agrumi".