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Dal 1 al 7 ottobre 2017 - APEO coordina le iniziative pugliesi

Fra Puglia e Sicilia l'Ottavo Simposio Internazionale dell'Uva da Tavola

Si terrà in Italia, dall'1 al 7 ottobre prossimi, l'Ottavo Simposio Internazionale dell'Uva da Tavola (8th International Table Grape Symposium), in Puglia dall'1 al 5 e in Sicilia il 6 ed il 7 ottobre.

La Puglia ospiterà il prestigioso evento a Foggia dal 1 al 4 pomeriggio con un programma di sessioni scientifiche presso l'Università degli Studi di Foggia, mentre a Bari la sera del 4 ottobre la cena di benvenuto alla delegazione scientifica proveniente da tutto il mondo, e nella giornata del 5 ottobre un evento speciale: una tavola rotonda internazionale intitolata "Uva da Tavola e Prodotti Freschi alla Sfida dell'Internazionalizzazione", con l'obiettivo puntato particolarmente sulle problematiche della logistica e del mercato.

Il coordinamento dell'evento pugliese è stato affidato all'APEO, l'Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli che raggruppa le più prestigiose aziende pugliesi del settore.

Un evento mondiale
"Questo evento mondiale - sottolinea Giacomo Suglia, presidente APEO - è di grande prestigio sia per l'Italia che per la Puglia in quanto l'Italia con i suoi 10 milioni di quintali è il primo paese produttore europeo ed il terzo, dopo Cina e Turchia. La Puglia, con i suoi 7 milioni di quintali, rappresenta la maggiore produzione di uva da tavola, con un calendario di produzione che inizia da luglio e termina a dicembre. Oltre alle uve tradizionali come Black Magic, Victoria, Italia, Palieri, Red Globe, nell'ultimo ventennio si sta sviluppando la produzione di uva apirene, particolarmente richieste dai consumatori".


Giacomo Suglia, presidente APEO

"Il prestigioso evento, di rilevanza scientifica e tecnica - incalza il presidente Suglia - è propedeutico per la nostra economia nazionale e pugliese, vista la perdita di quote di mercato a favore di Paesi emergenti dove i costi di produzione sono molto inferiori ai nostri, nonostante le spese di trasporto per raggiungere l'Europa, continente ambito da tutti i produttori mondiali, oltre che per numero di abitanti, circa 500 milioni, anche per il vantaggio del cambio valutario, in quanto l'Euro è la prima moneta al mondo".

Oltre ad esseri primi al mondo per il cambio valutario – insiste Giacomo Suglia – "abbiamo un altro primato, tutto italiano, di grande rilevanza salutistica: siamo i primi produttori per la sicurezza alimentare, merito sia delle stringenti norme fitosanitarie e soprattutto della sensibilità e professionalità del produttori italiani".

I problemi del settore
Il settore attualmente sta attraversando in Italia e in Puglia un momento particolare con alcune problematiche che si trascinano oramai da troppo tempo. Le importazioni di uva da tavola in Italia ammontano a 25.000 tonnellate (circa il 3,0% dei consumi interni); di queste, una percentuale consistente proviene dall'Europa (50%) e dall'America centro meridionale (circa il 30%) in particolare dai suoi due principali paesi produttori Cile e Perù. La restante parte proviene da Africa (14,5%) ed Asia (5.5%). Altro problema è quello dei costi di produzione (acqua, corrente elettrica, manodopera), aumentati vertiginosamente negli ultimi anni, e delle maggiori lavorazioni a causa delle avverse condizioni climatiche.

Dunque a Bari oltre al momento d'incontro e discussione per i ricercatori sulle problematiche della viticoltura da tavola, sarà anche l'occasione per divulgare i progressi compiuti dalla viticoltura italiana, favorendo il confronto tra tecnici e operatori interessati al trasferimento tecnologico dei risultati ottenuti dalla ricerca nazionale ed internazionale.

Recupero di competitività
"La scarsa scelta varietale che ha contraddistinto la produzione italiana nel ventennio 1980-2000 – conclude Suglia - è considerata la causa principale della perdita di competitività sui mercati globali. Per troppo tempo la coltivazione della varietà Italia ha interessato oltre l'80% della superficie nazionale e la diffusione delle varietà apirene è stata di scarsa entità. Anche in Puglia solo alla fine degli anni '90 si è avuto un deciso impulso verso la produzione di uve apirene anche se ricerca e sperimentazione non hanno goduto di alcun tipo di sostegno neanche da parte delle istituzioni. Adesso si muovono i primi timidi passi per arrivare alla collaborazione pubblico-privato per la sperimentazione in campo (quello degli imprenditori agricoli) di alcune varietà apirene messe a punto negli anni scorsi. Speriamo sia l'inizio di una stringente collaborazione per dare una svolta alla viticoltura da tavola in provincia di Bari, in Puglia e di riflesso in Italia, con un duplice auspicio: soddisfare le esigenze produttive e commerciali delle imprese agricole e insieme le mutate richieste ed i gusti dei consumatori".
Data di pubblicazione: