Asparago verde di Altedo Igp, un patrimonio culturale
La produzione annuale dell'asparago verde di Altedo Igp oscilla attorno alle 300 tonnellate. Al convegno di venerdì 26 maggio 2017 (Dop e Igp strumenti per la sicurezza alimentare e la valorizzazione delle produzioni territoriali) ha esordito Luciano Trentini, il quale ha sottolineato l'importanza delle denominazioni. "Se si fa la giusta comunicazione, le valorizzazioni Igp e Dop sono apprezzate dai consumatori. I primi 10 prodotti però sono di origine animale, con esclusione della mela dell'Alto Adige. Infatti loro sono stati molto bravi a far passare il loro messaggio. Però i primi 10 prodotti rappresentano da soli l'81% del mercato di Igp e Dop".
Gianni Cesari e Luciano Trentini
E le altre centinaia di prodotti dove sono? Si dividono il restante 19%. "I consumatori, anche al supermercato, leggono sempre di più le etichette - ha detto Trentini - e i marchi di riconoscimento sono una garanzia in più. A livello mondiale mancano 60mila ettari di asparago per soddisfare le future richieste. Per il futuro dobbiamo lavorare molto. Purtroppo a volte c'è disinteresse. Anche oggi a questo convegno c'è poca partecipazione degli operatori: però se non si fa nulla si lamentano dicendo che nessuno si preoccupa del settore. Lasciando da parte questi discorsi, occorre organizzarsi, essere innovativi e promuovere il prodotto per farlo conoscere al consumatore".
Roberto Ventura, della Regione Emilia Romagna, ha spiegato le normative vigenti. Sono 293 le Dop e Igp registrate in Italia. "A livello europeo, la dignità di Dop o Igp è la stessa. Non c'è differenza di trattamento, se non nella registrazione e poi nella fase produttiva. Tramite le identificazioni di origine si riesce, talvolta, a governare le situazioni di crisi. E, in genere, una Dop o Igp ha qualche possibilità in più di avere successo all'estero".
Igor Bombardi di Check Fruit, l'organo per i controlli ha detto: "Siamo i noiosi, quelli che vengono nei consorzi per verificare se fate bene le cose, secondo le regole. Però in tal modo la garanzia è certificata da un ente terzo".
Foto di gruppo ad Altedo
Andrea Galli ha raccontato anche gli aspetti intricati della normativa per ottenere la certificazione del Consorzio della Patata di Bologna Dop. La burocrazia, ha detto, a volte è troppo complicata.
Leo Bertozzi, dell'associazione italiana consorzi identificazioni geografiche, ha parlato del ruolo e delle funzioni dei consorzi. "Noi italiani siamo bravi a complicarci la vita - ha detto - ad esempio oltre i consorzi si sono creati sovra-associazioni: Afidop, Isit, Federdop, Federdoc. Aicig ne comprende parecchi. E a livello internazionale c'è www.origin-gi.com. I soci di Aicig sono 64".
Oreste Gerini direttore generale dell'Icqrf, prevenzione frodi agro-alimentari, ha fatto il punto sigli ultimi cambiamenti normativi. "I prodotti Igp e Dop sono parte del patrimonio culturale europeo, al pari della Torre di Pisa, il monumento simbolo della mia città. Abbiamo stretti rapporti con Alibaba, con Google, per contrastare le frodi online, le vendite di prodotti falsi rifacendosi alle denominazioni italiane. In questi casi, non ci sono sanzioni, ma danni ai soggetti fraudolenti che vengono segnalati dai portali stessi e scendono nell'elenco delle aziende migliori. L'ordine con cui appaiono nei motori di ricerca non è casuale".
Conclusioni di Mario Montanari della regione Emilia Romagna. "Le produzioni di qualità al centro dell'attenzione della politica dell'Emilia Romagna. Le Dop e Igp della nostra regione rappresentano un biglietto da visita. Cerchiamo di sostenere i Consorzi anche attraverso risorse per la diffusione e la conoscenza verso i consumatori".
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