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Sala Mimosa 2, venerdi 12 maggio 2017, alle ore 9:30

Patate: protagoniste di una conferenza a Macfrut

Complessivamente l'Istat, l'istituto nazionale di statistica, nel 2016 ha stimato una produzione complessiva di patate raccolte pari a 1.384.000 tonnellate ottenute su una superficie complessiva che si avvicina ai 49.000 ettari. Si coltivano su tutto il territorio italiano che si incunea nel mare Mediterraneo per oltre 1500 km, permettendo produzioni di patate precoci o novelle e quelle comuni.



Le patate precoci sono coltivate da produttori esperti su di una superficie di circa 15.000 ettari, capaci di produrre poco meno di 332mila ton. Per quanto attiene la produzione di patate comuni, nel 2016 il nostro paese ha coltivato oltre 33.000 ettari in grado di fornire una produzione di poco superiore a 1 milione di tonnellate. Sono coltivate soprattutto in Emilia-Romagna (circa 5.400 ettari), Campania (circa 5.000 ha), Calabria (4.850 ha), Abruzzo (4.500 ha), Veneto (circa 2.700 ha) e Lazio (oltre 2.100 ha).

In Emilia-Romagna un sistema organizzato ed efficiente, il cosiddetto "sistema Bologna", ha permesso di valorizzare al meglio il prodotto di questo territorio che oggi può fregiarsi del riconoscimento di DOP come Patata di Bologna DOP, di avere creato una marca commerciale di patate arricchite al selenio, come Selenella, di informare attraverso il CEPA-Centro per la documentazione della patata, di disporre di celle di conservazione e di magazzini di lavorazioni che consentono al prodotto di giungere sulle tavole dei consumatori italiani e anche stranieri, fino ad oltre il mese di maggio. In particolare, in questa campagna il prodotto mantiene caratteristiche qualitative elevate.



Un'elevata percentuale di patate, circa 130mila ton di quelle prodotte in Emilia-Romagna, sono regolamentate da un "Contratto quadro per la cessione delle patate da consumo fresco" stipulato in accordo con la Regione e il coordinamento del CEPA, fra le maggiori imprese private del commercio, la Associazione dei produttori Assopa, le cooperative ecc, che gestiscono insieme la produzione a partire dalla programmazione della stessa, fino all'immissione del prodotto sul mercato attraverso la borsa patate. Questo è uno strumento, previsto nell'ambito del Contratto quadro, che anche per il 2017 è già stato stipulato.

I 200 anni
Il 2017 è un anno particolare per il comprensorio pataticolo bolognese: infatti, proprio quest'anno ricorrono i 200 anni della diffusione della patata nel territorio.

"La coltivazione dei pomi di terra ci si è offerta naturalmente col pensiero e vedemmo subito che ove fosse ella seguita nel territorio bolognese sarebbe questa la migliore e fors'anco l'unica maniera per allontanare da noi il terribile flagello della fame". Con queste parole, una circolare di Carlo Cardinal Opizzoni scritta ai Parroci delle campagne bolognesi, sancisce di fatto la nascita e lo sviluppo della coltivazione di questo prezioso tubero nel territorio, studiato prima dall'agronomo Filippo Re, poi dal suo successore in qualità di direttore dell'Orto botanico bolognese.



Da allora questo tubero ha resistito nel tempo, nutrendo milioni di persone in momenti difficili e ancora oggi, dopo 2 secoli. Fonte di reddito importante per i molti agricoltori che l'hanno seminata e che tuttora la coltivano, ma anche per coloro che la commercializzano sia fresca che trasformata.

"Non basta solo ricordare, bisogna agire concretamente per lo sviluppo del settore - sottolinea Luciano Trentini, coordinatore della borsa patate - Basti pensare che è da oltre 35 anni che gli operatori firmano il Contratto quadro, i cui contenuti saranno illustrati nella conferenza stampa che il CEPA organizzerà a Macfrut (Sala Mimosa 2) il giorno venerdì 12 maggio 2017 alle ore 9:30 con gli operatori del settore". In questa occasione sarà illustrato anche il programma delle iniziative inerenti i 200 anni della patata bolognese.
Data di pubblicazione: