Agrora': la piattaforma che fa incontrare domanda e offerta di lavoro nella Filiera Agrumicola Siciliana
Dettaglio del portale che aiuta lavoratori e aziende
Il sito presentato ieri mattina a Catania, è lo step finale e, al contempo, un punto di partenza creato nell'ambito del progetto Social Farming - Agricoltura Sociale per la Filiera Agrumicola Siciliana, promosso dal Distretto Agrumi di Sicilia e Alta Scuola Arces con il contributo non condizionato di the Coca-Cola Foundation, avviato a maggio del 2016 con l'obiettivo di creare nuove professionalità specializzate da inserire nel comparto agrumicolo.
A tirare le conclusioni di un anno di attività di formazione sul campo e a presentare la piattaforma Agrorà sono stati Federica Argentati, Presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, Giuseppe Rallo, Direttore dell'Alta Scuola Arces, Vittorio Cino, Direttore della Comunicazione e Relazioni Istituzionali di Coca-Cola Italia, Anna Alaimo, Docente Associato di Diritto del lavoro all'Università di Catania.
Foto, da sx: Cino, Argentati, Troina, Alaimo, Rallo.
I lavoratori formati all'interno del progetto Social Farming sono i primi a essere inclusi nel database di Agrorà: i loro CV sono immediatamente consultabili e valutabili da parte delle aziende che ricercano personale per la propria impresa agricola.
La piattaforma è comunque aperta a tutti i lavoratori, che possono registrarsi e inserire i propri dati, componendo un vero e proprio curriculum vitae lavorativo, inserendo il settore di competenza e le proprie conoscenze professionali, includendo anche una video presentazione e allegando il CV in formato word o pdf.
La piattaforma consente alle aziende di effettuare la ricerca in modo agile e veloce, grazie ad un motore interno che in base a tre query primarie (il settore di ricerca, una parola chiave scelta dall'azienda e la località) scandaglia i CV presenti all'interno della piattaforma. Una ricerca, dunque, molto flessibile e che ogni azienda può impostare a suo modo. Naturalmente è possibile anche andare a vedere uno per uno tutti i profili dei lavoratori registrati sulla piattaforma.
In meno di un anno Social Farming ha proposto 8 corsi di formazione e altrettanti seminari su temi legati alla filiera agrumicola. I corsi, gratuiti, per complessive 240 ore di formazione, hanno visto 150 iscritti e 90 corsisti provenienti da tutte le zone della Sicilia: 35 giovani fra i 20 e i 40 anni, 28 donne, 22 migranti richiedenti asilo e 5 soggetti svantaggiati sul mercato del lavoro. L'età media delle donne che hanno preso parte ai corsi è di 40 anni mentre, per quanto riguarda i migranti, la maggior parte di loro (19) appartiene alla fascia di età compresa fra i 18 e i 30 anni e vive nel nostro Paese da circa due anni.
Ad alternarsi durante le ore di lezione 54 fra docenti universitari, agronomi, esperti e imprenditori del settore.
I corsi si sono svolti in cinque città: Palermo, Catania, Siracusa, Ribera (AG) e Barcellona Pozzo di Gotto (ME) e, in due edizioni per ciascuno, hanno approfondito 4 argomenti: "Tecniche di coltivazione di un agrumeto", per la formazione di manodopera specializzata nella cura degli agrumeti, con particolare attenzione alla qualità e alla sostenibilità ambientale; "La cooperazione nella filiera agrumicola", un percorso rivolto a chi desidera fondare una cooperativa; "Multifunzionalità dell'impresa agricola", con focus sul turismo relazionale e un approfondimento sulla tradizione gastronomica siciliana legata agli agrumi; "Conservazione e trasformazione degli agrumi e dei loro derivati", che ha formato manodopera per la lavorazione degli agrumi nei magazzini di confezionamento e nei laboratori artigianali dove si producono marmellate, succhi freschi, oli essenziali e distillati per l'industria cosmetica.
Folta la partecipazione di pubblico alla presentazione di Agrora'
Sono stati realizzati 8 seminari, gratuiti e aperti al pubblico: i 330 partecipanti hanno potuto approfondire temi quali business ethics e i codici di comportamento; il web marketing; la certificazione etica; la politica dei marchi di qualità; la psicologia della cooperazione; la coltivazione in biologico; gli itinerari rurali; la responsabilità sociale dell'impresa.
"Social Farming è stata una bellissima e utile esperienza per quanti hanno attivamente partecipato e per tutto il comparto agrumicolo - afferma Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia - L'interesse da parte di giovani, donne, migranti e soggetti svantaggiati in genere e l'impegno e l'entusiasmo di professionisti e aziende del settore hanno reso questo percorso scorrevole e certamente da continuare".
"Abbiamo rilevato che in agricoltura, in particolare nel comparto agrumicolo, c'è una forte una forte esigenza di formazione specifica, sia per quanto riguarda gli aspetti tecnico-professionali sia per quelli imprenditoriali - dichiara Giuseppe Rallo, direttore dell'Alta Scuola Arces - A queste esigenze abbiamo voluto dare risposta, così come alla necessità di informare e promuovere i valori dell'impresa etica".
"Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti da Social Farming - dichiara Vittorio Cino, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali di Coca-Coca Italia - E' un progetto nel quale abbiamo creduto fin dall'inizio e che abbiamo scelto di sostenere perché coniuga due leve fondamentali, quella della formazione e quella dell'inclusione sociale, che da sempre fanno parte del nostro DNA".
"Lavoro, formazione, inclusione, legalità: sono queste le parole chiave del Progetto 'Social Farming', che mira al pieno riconoscimento del diritto al lavoro e del diritto alla formazione dei lavoratori agricoli nella filiera agrumicola siciliana, puntando, soprattutto, al miglioramento del capitale umano delle fasce deboli - spiega Anna Alaimo, Professore Associato di Diritto del lavoro Università degli Studi di Catania - Nella cornice normativa dell'agricoltura sociale, il Distretto e il Progetto hanno realizzato una virtuosa esperienza pilota di inclusione sociale in un territorio, quello della Regione Sicilia, in cui da decenni si registrano i più alti tassi di povertà e di esclusione sociale dell'intera nazione".
In una Regione che produce il 60% degli agrumi della nostra Penisola, ma nella quale manca una strategia condivisa tra i diversi componenti della filiera, il progetto Social Farming segna un momento significativo verso l'elaborazione di una programmazione utile a rendere il comparto agrumicolo sempre più competitivo.