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Vittoria, tavola rotonda sul caporalato: novita' e principali sanzioni

Numeri importanti quelli che hanno visto la partecipazione di circa duecento stakeholders al convegno, tenutosi lo scorso 18 marzo 2017 a Vittoria (provincia di Ragusa), in tema di lotta al caporalato, alla luce della legge 199/2016 che, fin dalla sua ratifica alcuni mesi fa, si presenta con diverse difficoltà interpretative per gli addetti ai lavori.

La tavola rotonda dal titolo "Caporalato: sfruttamento od opportunità", fortemente voluta dal Consorzio Promo.Ter Group, in collaborazione con Foragri, Aletheia e il mensile Agrisicilia, è stata preceduta da un documentario realizzato da Riccardo Napoli e Massimo Malerba per la Flai Cgil di Catania, che ha messo in luce le dinamiche del caporalato in Sicilia. Un fenomeno che vede lo sfruttamento non solo di lavoratori stranieri, ma anche di quelli siciliani, costretti a lavorare anche 12 ore al giorno per una paga di 25 euro, in luogo delle 6 ore e 40 minuti previste e una paga sindacale di 62 euro. 


Un momento durante la proiezione di un docufilm sul caporalato

I lavori sono entrati nel vivo con la moderazione del giornalista Massimo Mirabella, direttore di Agrisicilia, che ha auspicato la diffusione della certificazione etica in uso alla Coop Italia, attestante l'approvvigionamento di prodotti da aziende in linea con le leggi vigenti in materia di lavoro.

"Da tempo seguiamo il fenomeno del caporalato e le nuove disposizioni di legge atte ad arginare il fenomeno - ha detto Gianni Polizzi, presidente di Promo.Ter Group - In tal senso il nostro impegno è quello di trasferire alle aziende che seguiamo professionalmente tutto quel bagaglio tecnico e informativo che la legge mette a disposizione, al fine di inquadrare nel modo più corretto possibile i loro dipendenti". 

"Purtroppo la stampa estera racconta fatti episodici, certamente deplorevoli, occorsi nel nostro territorio, come se fossero diffusi nell'ordinario - ha continuato Polizzi - con danni incalcolabili sulla nostra economia. L'odierno convegno vuole mettere in evidenza come questo sia un territorio in prevalenza sano, che rifugge dalle forme di lavoro scorretti e di qualsivoglia forma di illegalità, ma anche dall'informazione scorretta".


L'articolo del 'The Guardian', che ha sollevato molte perplessità

Il riferimento di Polizzi è andato all'articolo del The Guardian, che alcuni giorni fa aveva raccontato storie di sfruttamento lavorativo e sessuale di dipendenti rumene, che secondo molti ha danneggiato soprattutto le aziende sane.

Subito dopo è seguito il saluto istituzionale del Sindaco di Vittoria Giovanni Moscato che ha apprezzato il taglio che si è voluto dare al convegno.



"Il problema del caporalato non è solo del sud, ma nazionale - ha detto nel suo intervento Stefano Bianchi, presidente Foragri - L'ente che presiedo svolge in questa lotta una funzione militante al fianco delle aziende sane, grazie alla formazione, affinché possa emergere la combinazione tra valore del prodotto e correttezza etica nel lavoro".



Salvatore Guastella della Camcom di Ragusa, poi, ha parlato delle condizioni lavorative in agricoltura negli ultimi 50 anni in provincia di Ragusa, sottolineando che i fatti descritti dalla stampa estera, seppur veri, non devono criminalizzare un popolo intero. 

Poi la volta del magistrato della Corte di Cassazione Bruno Giordano, che ha contribuito alla stesura della legge 199. Prima di entrare nel merito della sua relazione, Giordano ha voluto fare alcune precisazioni. 


Da sinistra: Giordano, Polizzi, Guastella, Bianchi, Mirabella 

"La legge 199 non va vista singolarmente, perché non si occupa solo di caporalato, che in Italia è perseguito fin dal 1960 - ha detto Giordano - è invece una legge contro lo sfruttamento lavorativo, non solo in agricoltura ma in tutti i settori lavorativi. Questa legge vede perfino ridotte alcune pene. Tra le leggi di riferimento in materia vi è la 141/2015 sull'agricoltura sociale, che in pochi conoscono e che contiene elementi utilissimi per il settore, cosi come il JobsAct che specifica come il lavoro irregolare sia un illecito penale. Queste leggi vengono dopo un'attività legislativa che mette in condizione chiunque di assumere regolarmente, senza alcuna scusa". 

"La legge 199 nasce sulla scorta, tra le altre, della legge 103/bis dimostratasi incompleta - ha proseguito il magistrato - al punto che ha consentito la celebrazione di pochissimi processi". 


In una delle slide del Giudice Giordano, si evincono le sanzioni penali della nuova legge

"Il prezzo vile - ha specificato, inoltre, Giordano - non deve scaricarsi sull'anello più debole, cioè il lavoratore. Infatti la legge, con gli strumenti che mette a disposizione, tutela proprio il lavoratore".



Il giudice è poi passato al commento della nuova legge che identifica lo sfruttamento del lavoro quando si verifica una o più delle seguenti condizioni: la reiterata corresponsione di salari palesemente difformi rispetto ai contratti collettivi territoriali o nazionali e alla qualità del lavoro svolto; la reiterata violazione delle norme sull'orario di lavoro, del riposo settimanale, delle ferie, dell'aspettativa; la violazione delle norme di sicurezza, delle condizioni di igiene o la presenza di situazioni alloggiative degradanti. La nuova legge non aumenta le pene ma prevede, qualora si verifichino le condizioni, anche l'arresto del datore di lavoro. D'altra parte, il giudice può disporre la nomina di uno o più amministratori per affiancare l'imprenditore, riferendo al giudice ogni tre mesi.

Interessante, tra gli altri, anche l'intervento di Rosario Cassarino, presidente dell'Ordine dei consulenti del lavoro, il quale ha messo in evidenza il punto di vista della sua categoria nel dirimere alcuni punti interpretativi della nuova norma che, durante le fasi di controllo in azienda, potrebbero essere lasciati alla valutazione degli ispettori. Cassarino ha sollevato qualche perplessità sul concetto di reiterata violazione che, a suo dire, deve avere un lasso temporale definito per evitare che evenienze simili tra loro a distanza di molto tempo costituiscano reiterazione, specie quando le responsabilità sono dovute a meri errori di gestione.

Nella seconda fase dei lavori si sono susseguiti gli interventi delle sigle sindacali, seguite da Salvatore Cannizzo, ufficiale in congedo della Guardia di Finanza , attualmente consulente della Commissione nazionale Antimafia, nonché delegato per la costituzione del D.O.S.E.S. (Distretto Orticolo Sud Est Sicilia) che ha già raggruppato 56 aziende siciliane (di 5 province su 9) in soli 30 giorni e si appresta ad assimilarne moltissime altre. A breve il Distretto sarà formalizzato con lo scopo di rafforzare la filiera produttiva orticola, migliorando qualità e competitività dell'offerta sui mercati europei.

Ha chiuso gli interventi Gianfranco Cunsolo, presidente della Federazione Provinciale Coldiretti Ragusa, che ha dato lettura parziale del V Rapporto sulle Agromafie, pubblicato dall'organizzazione datoriale nei giorni scorsi a Roma, dal qual si evince un giro illegale di 22 miliardi di euro. Cunsolo ha poi puntato il dito sul sistema che da una parte vuole, giustamente, il rispetto delle leggi in Italia in materia di lavoro, ma dall'altra non tiene conto della concorrenza sleale proveniente da Paesi in cui la ripetuta violazione dei diritti umani, e in particolare lo sfruttamento del lavoro minorile, consente un costo della manodopera decisamente inferiore rispetto a quello del nostro Paese.

A tirare il bilancio del convegno è stato Gianni Polizzi il quale ha invitato le aziende ad aderire all'attività di informazione e formazione del Consorzio Promo.Ter Group, al fine di evitare comportamenti o irregolarità che, con l'introduzione della nuova legge sul caporalato, prevedono un regime sanzionatorio in campo penale.
Data di pubblicazione: