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Una tre giorni di Forum intitolato a Giorgio La Pira: il resoconto

E' stata recentemente archiviata un'intensa tre giorni (7-8-9 gennaio 2017) dedicata al 113moo anniversario dalla nascita Giorgio La Pira, il cosiddetto "Sindaco Santo" di Firenze, pozzallese di nascita.

Il primo forum, tenutosi proprio a Pozzallo (RG) e voluto dalla Diocesi di Noto, è stato incentrato sul tema della "Cura della Casa Comune: Alimentazione e Ambiente per integrare i Popoli e Sostenere Crescita e Sviluppo di Pace".



Il primo giorno ha avuto come traccia "I modelli di Produzione animale e Vegetale a tutela dell'Ambiente, Biodiversità e Consumatori" e ha visto, tra gli altri, l'appassionato intervento del Prof. Paolo Guarnaccia, dell'Università di Agraria Catania, docente di Agricoltura Biologica.

"Vivo l'agricoltura biologica sotto ogni aspetto: associativo, imprenditoriale ed accademico", ha esordito Guarnaccia. "Oggi - ha proseguito - è possibile tracciare l'intera filiera delle coltivazioni biologiche, passo per passo, perché è l'unica filiera ad essere regolamentata dal legislatore. Però il biologico non può essere ridotto a mero prodotto certificato, ma deve avere una valenza etica. Il termine agricoltura contiene la parola culto e non può prescindere dal suo significato di rispetto per l'uomo. L'agricoltura deve creare lavoro e salute, in linea con i principi di La Pira, ripartendo dalla centralità dell'essere umano".

L'accademico ha proseguito: "Oggi, invece, in antitesi a quelli che dovrebbero essere i benefici principali dell'agricoltura, continuiamo a laureare disoccupati ed emigranti. La politica in questo contesto ha una grande responsabilità perché non ha capito che in Sicilia regaliamo in media 7 miliardi di euro all'anno in cibo, importando derrate alimentari perfino dal Canada che spesso non vengono prodotte in linea con i nostri standard e parametri di salubrità. Siamo nelle mani di gruppi finanziari che controllano la politica, i media, la conoscenza e la ricerca scientifica. Nel frattempo, in molte famiglie italiane c'è ormai un malato di malattie cronico-degenerative. Sono numeri da guerra!"

"La scienza non può essere definita tale - ha sottolineato Guarnaccia - se non aiuta l'uomo a creare posti di lavoro. Se oggi importiamo il 70% circa del nostro fabbisogno agroalimentare, qualora si ritornasse a coltivare alcune varietà di vegetali nel nostro territorio, ciò si tradurrebbe in un numero variabile da 200mila a 600mila posti di lavoro, appianando di fatto la piaga della disoccupazione regionale. L'indotto dell'agricoltura potrebbe crescere esponenzialmente in diversi ambiti, dalla bioedilizia all'abbigliamento: nessuno ricorda più che in Sicilia insistevano non solo grani antichi e coltivazioni di leguminose, ma anche estensioni enormi di cotone per la produzione di tessuti".

Le conclusioni della giornata sono state affidate all'eurodeputato On. Giovanni La Via, docente universitario presso la Facoltà di Agraria dell'Università di Catania e presidente della Commissione Ambiente e Salute al Parlamento europeo.

"L'inquinamento ambientale sta portando il pianeta ad affrontare il rischio dell'innalzamento della temperatura globale, che si stima attorno a 4 - 5 °C. Ma si tratta pur sempre di una media. Il che significa che ci saranno luoghi, sulla Terra, come le zone desertiche sub sahariane, dove l'innalzamento potrebbe sfiorare anche i dieci gradi centigradi, rendendo quei luoghi invivibili per l'essere umano. Questo si tradurrà in un crescente esodo di massa da quei territori verso le nostre coste".


Un momento dell'intervento di Giovanni La Via

In poche parole, La Via ha descritto uno scenario verosimilmente non troppo lontano, che fa emergere l'interconnessione tra povertà, ambiente, fenomeni climatici e migrazioni di portata biblica.

Tenere un interruttore 'inutilmente' acceso, ad esempio in Europa o altrove in Occidente, con la conseguente immissione di CO2 nell'ambiente, si ripercuote in scala sul mondo intero e contribuisce all'esigenza vitale di emigrare, ad esempio dal Sudan, dove a causa delle elevate temperature già adesso è difficilissimo produrre derrate agricole. Due testimonianze in tal senso sono giunte, nel secondo giorno del convegno, dal Congo, grazie al rettore dell'Università Cattolica del Graben, Angelus Tsongo Mafikiri, e del sacerdote Kambale Ngesera Desiree, che hanno raccontato i contesti difficilissimi in cui operano quotidianamente.

"Grazie all'accordo di Parigi - ha spiegato La Via - che ha visto la sottoscrizione da parte di 194 Paesi di tutto il mondo, si può avviare un percorso teso alla riduzione progressiva dell'immissione nell'aria principalmente di metano e CO2".

A trarre le conclusioni della kermesse è stato Salvo Latino, coordinatore scientifico in occasione del 113° anniversario di Giorgio La Pira.



"Se i lavori del primo giorno sono stati imperniati sui temi della sostenibilità ambientale - ha spiegato Latino - la seconda giornata ha visto la dieta mediterranea come variabile per la prevenzione delle patologie cronico-degenerative. Illustri esperti si sono alternati dal tavolo dei relatori per spiegare l'importanza del cibo sano e di una alimentazione corretta. Si è parlato, con grande competenza scientifica, di prevenzione e di nutraceutica. Significative, in tal senso, le relazioni di Antonio Salvador, presidente dell'Associazione Piscicoltori Italiani, e di Vito Perremuto, medico nutrizionista presso l'Asp di Ragusa - Servizio Sian oltre che coordinatore del Progetto Fed".

A sua volta, Fabio Licciardello, ricercatore del Di3A dell'Uniiversità di Catania, ha posto l'accento sul ruolo delle tecnologie di trasformazione e conservazione, sulla sicurezza igienica, sulle caratteristiche organolettiche e nutrizionali degli alimenti.

"Il messaggio che questo forum permanente ha voluto lanciare - conclude Latino - è che, attraverso la dieta mediterranea, peraltro patrimonio mondiale dell'Unesco, è possibile incidere positivamente sul benessere e sulla salute, senza dover mai dimenticare la centralità dell'essere umano, come ci ricorda La Pira. Comprare i prodotti del territorio significa sostenere il reddito dei nostri produttori, favorire la biodiversità ed aiutare l'ambiente, riducendo le immissioni di CO2 nell'atmosfera. In tal modo avremo diminuito le importazioni, con la conseguente crescita occupazionale locale. Infine avremo ridotto i fattori di rischio per la salute e dunque la spesa del servizio sanitario nazionale".