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L'ambizioso progetto Sagreen del Gruppo Agro T18 per ridare corpo e voce alla produzione orticola italiana

"Sono molto contento dei risultati raggiunti la scorsa settimana al Macfrut. Sia durante la manifestazione sia dopo abbiamo avuto un grande riscontro da operatori interessati a un'agricoltura di precisione come quella di cui si occupa la società Agritechno". E' quanto dichiara a Freshplaza Massimo Longo, Fondatore di Agritechno società del Gruppo T18.

"In particolare, al Macfrut abbiamo allestito uno stand con un campo vero per presentare concretamente il funzionamento e i vantaggi dell'impiego di droni in agricoltura per cui noi insieme alla società Adron Technology offriamo il servizio in tutta Italia. Per pilotare un drone serve una mini compagnia aerea con piloti abilitati alla guida e tutte le certificazioni che contraddistinguono una compagnia aerea e Agritechno dispone di questi mezzi.



La tecnologia è un costo o un'opportunità?
Agritechno ha già utilizzato i droni sia per la distribuzione di insetti utili sia per rilevazioni multispettrali e termografiche su cereali, frutteti e orticole che consentono di intervenire tempestivamente con trattamenti localizzati qualora ci siano problemi in campo legati alla difesa o allo stato idrico ecc. Il drone vola in pieno campo su una superficie minima di 5 ettari, mentre per le serre è in fase di sviluppo un sistema binario di sensori.



"Contrariamente a quanto si pensa – continua Longo - la tecnologia aiuta a diminuire i costi di produzione e aumentare l'efficienza del sistema produttivo: mediamente il servizio drone costa 60 €/ha e si mappano con il remote sensing 10 ettari in meno di 20 minuti, inoltre il drone consente di lavorare in condizioni ambientali (ventosità, ristagni idrici) che normalmente sarebbero sfavorevoli alle pratiche agricole".


Edoardo Ramondo, Claudia Marini, Massimo Longo.

Edoardo Ramondo, Presidente del Gruppo T18, riferisce: "L'Italia si contraddistingue dal resto d'Europa in quanto dal dopoguerra la proprietà latifondista è andata incontro a una tale frammentazione che oggi ci troviamo ad avere tante piccole realtà validissime con una tradizione agricola importante ma che per le loro dimensioni non sono in grado di aggredire il mercato moderno. Sono bravi a fare la vendita diretta con Campagna Amica o nelle fiere ma se dovesse arrivare un gruppo come Tesco a chiederci 30 pedane di zucchini, non saremmo in grado di soddisfare la richiesta".

Il progetto Sagreen
Sagreen è l'acronimo di Sustainable Agricultural Greenhouse ma in dialetto piemontese significa anche problema (sagrin): "Con questo progetto ambizioso vogliamo fornire al consumatore finale un prodotto del territorio che sia buono e riconoscibile. Per farlo questo bisogna creare una rete formativa in cui il produttore sappia quale varietà trapiantare, quando trapiantare e come deve lavorare il prodotto con l'aiuto agronomico, logistico e commerciale che forniamo noi come T18. La professionalità a livello commerciale l'abbiamo sempre sottovalutata, così tanti produttori si sono improvvisati commercianti facendo talvolta gravi errori poiché hanno concepito il commercio come un fatto speculativo.



"Prendere spunto dalle strategie commerciali utilizzate dai grandi gruppi internazionali aiuta molto per mettersi a livello: capire che le casse bisogna venderle a peso netto per noi è una rarità e la tara deve essere giusta. Queste sono banalità che in Italia non sono ancora state digerite se non per obbligo, quando si conferisce alla Gdo".

I prodotti vanno all'estero quando c'è aggregazione
"I nostri produttori devono capire che il mondo non si ferma prima delle Alpi, ma arriva a potenziali clienti che non conosciamo ancora e che esiste un mercato con una domanda totalmente insoddisfatta. La merce bella e buona piace e toglie un sacco di problemi al ricevimento, senza dimenticare che qualsiasi alimento mettiamo in bocca deve essere buono perché una cosa è vendere un prodotto e un'altra è rivenderlo! Fortunatamente, in un momento in cui i consumi di ortofrutta calano, ci sta aiutando il fatto di avere prodotti con peculiarità introvabili all'estero".

"Le mele, le pere, i kiwi vanno all'estero perché c'è aggregazione, ma il mondo è fatto anche di verdure che vengono stravendute da Marocco, Spagna e Paesi Bassi, mentre noi non ne vendiamo un kg! Siamo gente molto volenterosa e amiamo il nostro lavoro, ma la collaborazione da parte del Ministero è veramente scarsa: perché a portare Fiat all'estero siamo tutti bravi, ma credo che oggi pensare di portare anche solo virtualmente 1000 produttori (dietro ai quali ci sono 1000 famiglie) all'estero sia la grande sfida!"

Secondo Ramondo il vero problema per cui negli ultimi 15 anni il Pil italiano è rimasto a zero è perché non si è mai pensato di valorizzare veramente ciò che porta denaro fresco, come il settore primario. "Il Pil può aumentare solo investendo nel settore primario che caso vuole è quello che fa funzionare ogni nazione. Lo abbiamo visto con la Spagna e il Marocco che hanno investito nella politica agraria".

"Credo molto nel nostro lavoro e soprattutto non vedo nulla di negativo nel fare bene l'ortofrutta e investire in quello per la nostra nazione. Con Sagreen cerchiamo di aggregare le piccole aziende orticole su tutto il territorio nazionale in modo tale che ci siano protocolli di produzione comuni nel rispetto delle buone pratiche agricole e della sostenibilità, che ci permettano di raggiungere mercati sui quali le singole aziende non potrebbero mai affacciarsi. E' chiaro che ci scontriamo con una realtà che per forma mentis è molto divisa, ma noi abbiamo rispetto del produttore, anzi abbiamo sviluppato anche un progetto con il QR code perché vogliamo far conoscere i singoli produttori".

"La filiera deve essere tutta scoperta (open source) e la gente deve avere certezza di ciò che mangia, bisogna far innamorare il consumatore finale di quello che mangia altrimenti viene meno l'obiettivo ultimo del nostro lavoro. Per essere premiato, un produttore bisogna che sia riconoscibile, e sarei contento se domani tornasse il consumatore finale a dettare le richieste del mercato e non le grandi catene distributive, che negli ultimi anni hanno optato per prodotti con maggiore shelf-life ma con minore bontà, a discapito dei consumi".

"Produrre in modo più efficiente e più remunerativo significa vendere tutto, non avere scarti, offrire un prodotto buono. Nel mio settore ho capito una cosa: quando un prodotto è buono non esiste il problema di venderlo, mentre se non è buono alla lunga non si vende neanche ribassando i prezzi. L'ortofrutta non può prescindere dalla bontà!"

A breve ci saranno anche produzioni certificate biologiche con il marchio Sagreen Bio, che è stato presentato al Macfrut e ci sono già clienti interessati all'acquisto.

Il progetto Stevia Bio
Claudia Marini, esperta del settore Biologico per T18, ha sottolineato l'importanza di prediligere l'eccellenza, la qualità e il corretto standard di prodotto legati a un dato territorio, in particolare ha fatto il punto sul progetto della Stevia biologica, per la prima volta coltivata anche in Italia. "Abbiamo raccolto una stevia eccezionale con un potere dolcificante 5 volte superiore allo standard e con un minor retrogusto alla liquirizia" dichiara Marini.



"In questo caso, la stevia è un prodotto di qualità ma con il valore aggiunto della certificazione Bio, quest'anno cercheremo di valutare come proporre il prodotto semilavorato, in polvere e foglia tal quale essiccata naturalmente al sole, da usare come dolcificante a zero calorie, in particolare per le persone diabetiche o con problemi di glicemia".

La stevia, essendo un vegetale, sta prendendo piede in quanto è un prodotto trasversale che sposa diverse filosofie alimentari e sostenibile in quanto non richiede particolari e costosi processi di lavorazione. "In questo momento la stevia è stata appena tagliata e ora si sta essiccando, vedremo quale sarà la resa e come saranno i prodotti".

Contatti:
Gruppo T18
c/o C.A.A.T.
Strada del Portone, 30
10095 Grugliasco (TO)
Tel.: (+39) 011 3493735
Fax: (+39) 011 3493919
Email: info@t18.it
Web: www.t18.it