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Milazzo (ME), 22 e 23 ottobre 2016

Secondo Incontro Nazionale di Frutticoltura Alternativa

Il 22 e 23 ottobre 2016 si svolgerà al Castello di Milazzo (provincia di Messina), nella Sala Duomo, il secondo Incontro Nazionale di Frutticoltura Alternativa, organizzato dall'Accademia di Agricoltura, Alimentazione e delle Arti "Le Grugnole", da Kiwi Informa e da Latina Città della Frutta.



Clicca qui per scaricare la locandina con il programma.

Nel 2015 si è svolto il primo Incontro di Frutticoltura Alternativa, ideato e organizzato dal Dott. Agr. Ottavio Cacioppo, delegato S.O.I. Sezione Frutticoltura per il Lazio, in quanto con il fenomeno della tropicalizzazione del clima in Italia le colture esotiche o alternative assumono maggiore interesse colturale.

L'esempio significativo deriva dalla coltivazione specializzata in Sicilia del banano. Nel passato, a causa della sommatoria delle ore di sole e di caldo insufficienti, i frutti non raggiungevano lo sviluppo biologico; oggi invece lo completano e si producono banane di buona qualità. Nell'Isola si coltivano specie esotiche, con successo, grazie all'innalzamento delle temperature in quest'ultimi cinquanta anni, come il mango, litchi, avocado e tante altre specie esotiche.

In un simile contesto il Dott. Agr. Cacioppo ha pensato, dal momento che si occupa di frutticoltura esotica da circa mezzo secolo, precisamente 47 anni, di fare debuttare, a livello nazionale, il "filone" della frutticoltura alternativa che, nata a Latina, ha imboccato la caratteristica di essere itinerante, con l'organizzazione del secondo incontro in Sicilia.

Qui di seguito alcune note a cura del dott. Cacioppo
Delimitazione dell'area colturale della frutticoltura alternativa in Italia
Può essere compresa tra la Sicilia e il Lazio del sud (Latina), con temperature che decrescono gradualmente dall'Isola all'Agro Pontino. Per esempio la coltivazione dell'avocado ha un limite termico di 4-5°C sotto zero, per cui si può coltivare nelle aree più calde che vanno dalla Sicilia alla Provincia di Latina, La pitaya ha un limite termico di 2-3°C sotto zero, per cui è coltivabile, in serra fredda, a sud di Latina e in pieno campo nelle are più calde del sud. Questa specie che appartiene alla famiglia delle cactacee, risulta vulnerabile in presenza di piogge abbondanti e temperature basse, ecco perché in Provincia di Latina (le precipitazioni piovane annue sono di circa 1.000 mm) si coltiva in serra fredda.

Alcune specie, come il melograno ed altre, si possono coltivare nelle zone temperate del Nord (Liguria ed altre) in quanto resistono a temperature minime di oltre 10° C sotto zero.

Le coltivazioni flop del passato di specie frutticole (feijoa, babaco, kiwiano, pepino e altre)
Nel 1983 vennero realizzate, in provincia di Latina, le prime piantagioni specializzate di feijoa, specie frutticola originaria dal Brasile australe. Il frutto ha un gusto gradevole e conta numerosi consumatori, tra i quali predominano i Bambini; inoltre possiede una caratteristica riscontrata solo in questo frutto, quella di contenere jodio benefico per i soggetti affetti da ipo o ipertiroidismo. In provincia di Latina, negli anni ottanta si stimavano 400 ettari destinati alla feijoa, oltre alla nascita di una cooperativa di produttori. Per i primi anni di produzione sembrava che le cose andassero bene ma poi, a causa degli attacchi della mosca della frutta (Ceratitis capitata) e della breve conservazione dei frutti in ambiente refrigerato, la richiesta, da parte della distribuzione, crollò quasi a zero, per cui le piante vennero estirpate.
 
Il babaco (pianta ibrida della papaya, originaria dell'Ecuador), coltivata negli anni ottanta in Italia in serra riscaldata, ha conosciuto un triste epilogo, proprio come quello della feijoa. Da un entusiasmo iniziale, favorito da un alto prezzo di vendita dei frutti - i quali venivano pagati al dettaglio, anche 20 mila lire al chilogrammo - la domanda si ridusse a zero, per cui le conseguenze furono che molti produttori che avevano investito in costose serre riscaldate, si trovarono costretti a pagare solo debiti.


Pepino

Altre specie frutticole sperimentate negli anni ottanta, le quali sono entrate nel dimenticatoio, sono il tamarillo (detto albero del pomodoro), il kiwano, il pepino, la passiflora, verso la quale, in questi ultimi anni, si è riacceso l'interesse a coltivarla con criteri industriali. Il successo o il fallimento colturale di una nuova specie frutticola dipende da numerosi fattori:

1 - richiesta di mercato;
2 - la possibilità di produrre i frutti di qualità;
3 - i frutti siano di lunga frigoconservazione e resistenti al trasporto;
4 - la possibilità di estendere la superficie coltivata in riferimento alla richiesta di mercato internazionale.


Babaco

Actinidia, il frutto conosciuto commercialmente come kiwi (nome dell'uccello simbolo della Nuova Zelanda) è l'esempio di specie frutticola affermatasi con grande successo in Italia, di origine cinese, ma valorizzata, a livello internazionale, dalla Nuova Zelanda, introdotta in Italia dal Dott. Agr. Cacioppo nel 1971. Oggi l'Italia, dopo la Cina, è il paese produttore di kiwi più importante nel mondo (28 mila ettari e una produzione annua di oltre 500 mila tonnellate). La provincia di Latina, con 8 mila ettari e una produzione annua di circa 150 mila tonnellate è la terra del kiwi più importante a livello nazionale e internazionale, il consumo procapite in Italia è di 1,7 kg.

Le specie frutticole considerate al suddetto incontro: avocado, feijoa, fico d'India, finger lime, guava, litchi, melograno, mango, macadamia, nespolo del Giappone, pitaya, papaya, pecan, passiflora. Sono 15 specie frutticole considerate d'interesse colturale industriale.

Avocado
Pianta subtropicale di origine messicana e guatemalteca,specie tra le più importanti nel mondo, ha il potere nutritivo del latte, in Messico e in Guatemala, persone povere si nutrono di questo frutto oleoso, che può contenere oltre il 25% di olio pregiato,antirughe, idratante. Il frutto ha una polpa burrosa, il suo sapore non risulta idoneo al consumo diretto, per cui si consuma secondo un ricco ricettario che include vegetali, pesce ecc., il frutto sbucciato espone la polpa all'ossidazione, per cui occorre trattarla con succo di limone. Contribuisce a controllare, nell'organismo umano, il colesterolo dannoso.


Avocado

La pianta può raggiungere altezze di 20 metri, la produzione varia da 8 a 16 tonnellate ettaro. In Italia si può coltivare nelle aree più calde della Sicilia fino alla provincia di Latina (Lazio). Per la commercializzazione importante è il mercato europeo, i frutti sono delle drupe. Ogni 100 grammi di parte edibile fornisce 264 Kcal.

Nel mondo si producono oltre 2 milioni di tonnellate annue, i frutti sono disponibili sui mercati italiani tutto l'anno, grazie alle differenze climatiche dei due Emisferi terrestri, sud e nord.

Annona
Pianta diffusa in zona tropicale e anche coltivabile in Paesi subtropicali (Spagna, Italia) Pianta imponente produce frutti (falsi frutti) che possono pesare da 200 a 400 grammi, ma possono andare oltre il chilogrammo come in Cile. I frutti, di media grandezza, contengono circa 47 semi scuri da scartare accuratamente perché contengono una resina tossica. Ha polpa delicata e saporita, questa specie non è inclusa nel programma dell'incontro in Sicilia in quanto si conserva per limitati periodi e il frutto commercializzato in vassoi, la parte di appoggio, si ammala di muffa grigia.

Feijoa
Specie di origine brasiliana, pianta cespugliosa di circa 5 metri di altezza, produce frutti,bacche, il cui peso varia da 60 200 grammi,si raccolgono da terra in quanto la pianta quando essi sono maturi li fa cadere sul terreno sottostante ( non si raccolgono dalla pianta).


Feijoa

I discorso sulla feijoa è stato riaperto in quanto in Nuova Zelanda sono state ottenute nuove varietà che sembra, che qualcuna di esse, non abbia gli inconvenienti per i quali la coltivazione in Italia ha avuto negli anni ottanta esiti commerciali negativi.

Fico d'India
Specie coltivata in Italia del sud dai tempi remoti. In Sicilia è presente anche in zone impervie in quanto gli uccelli, che sono ghiotti di frutti, diffondono i semi di fico d'india con le feci nelle quali sono integri.


Fico d'India

Fonte di vitamine C, B2 B1 PP e di Sali minerali: Potassio, Fosforo, Ferro e Sodio. I glucidi sono contenuti per il 13%, per cui sono sconsigliati ai diabetici.

Finger lime
Un limone molto costoso che viene coltivato con interesse i Sicilia, in quanto offre prospettive di sviluppo interessanti. I frutti, al commercio, spuntano prezzi elevati.


Finger lime

Litchi
Pianta di origine cinese, di grande dimensioni, produce frutti, drupe, i di piccole dimensioni con epicarpo rosso e seme scuro. In Sicilia vi sono alcuni ettari in prossimità del mare, che producono normalmente, si riproduce per margotta.


Litchi

Guava
Pianta da frutto di media grandezza molto coltivata in Brasile (Baiia), vi sono diverse varietà e i frutti sono bacche con epicarpo giallo, polpa bianca,oppure arancione, coltivazioni si segnalano nel sud Italia.


Guava

Melograno
Fra tutte le specie frutticole , il melograno è risultato quello più gettonato: una riprova ne sono i numerosi incontri tecnici (affollati da persone interessate a coltivarlo su larga scala) che si sono svolti negli anni recenti in Italia. Ippocrate, padre della medicina, ne sottolineava gli aspetti farmacologici: antinfiammatorio, antifebbrile, antielmintico,ecc. In crescita il consumo di succo. Secondo studi religiosi recenti, il melograno era presente nel giardino dell'Eden.

Mango
Pianta originaria dell'Asia meridionale, oggi coltivata nelle aree tropicali di vari paesi, produce frutti, drupe, ovoidali, dal gusto gradevole e profumato con uno spunto di acidità, detta pesca tropicale, molto coltivata in vari paesi a clima tropicale (Brasile) e il peso varia da 200 a 400 grammi. I frutti grazie alle differenze climatiche degli emisferi, sono disponibili tutto l'anno.


Mango

La pianta è di media grandezza e in Sicilia, dove vi sono molte decine di ettari, ha uno sviluppo leggermente inferiore, ma produce frutti di ottima qualità e le prospettive di espansione sono promettenti. Sconsigliato il consumo, per la ricchezza degli zuccheri, ai diabetici.

Noce Macadamia
Noce di grande pregio, al supermercato 100 grammi di semi possono costare 6 €, originaria dell'Australia, regione Queensiad, molto coltivata nei paesi tropicali e subtropicali. Il guscio è molto sodo per cui non si può rompere con lo schiaccianoci.

La noce contiene l'88% di grassi monoinsaturi, quindi gli acidi grassi omega 3 che contribuiscono a mantenere il colesterolo nel sangue a livelli normali. La raccolta delle nocciole è autunnale.

In Italia coltivazioni sono segnalati nel sud e nel Lazio(Latina). I semi trovano impiego in pasticceria, ove si preparano con cioccolata o altre sostanze dolciarie.

Noce Pecan
Origine del Nord America (Iowa Indiana ,Alabama, Texas), Messico. Specie che si adatta a condizioni climatiche differenziate (Calde e fredde, umide e semiaride), la pianta adulta può raggiungere altezze di 40 metri I frutti sono quotati, al dettaglio, un po' meno della Macadamia.


Noce Pecan

Nespolo del Giappone
La pianta è un arbusto originario del Giappone e della Cina, appartiene alla famiglia delle rosacee diffusa in tutta L'Europa, e in alcune zone dell'Africa mediterranea, negli Stati Uniti del sud.


Nespolo del Giappone

Il frutto maturo ha la buccia color giallo aranciato e sottile, la polpa è bianca, profumata di un gradevole gusto, dolce-acidulo, contiene elevati quantità di zuccheri (saccarosio 8% e fruttosio 6%) e di acido malico. Nella polpa si trovano tre semi dai quali si estrae amigdalina utilizzata per la preparazione di un liquore con un gusto spiccato di mandorle amare. L'apporto calorico di 100 grammi di parte edibile è di 56 Kcal

Pitaya (frutto del drago)
La pianta (Hylocereus triangularis), appartiene alla famiglia delle cactacee, per la coltivazione ha bisogno di strutture di sostegno (pali e fili di ferro zincato) per la forma di allevamento è a spalliera o pergolato. La coltivazione di questa specie è relativamente nuova. Introdotta in Italia nel 1988 dall'autore di questo lavoro,dove sono state realizzate piantagioni sperimentali in provincia di Latina.


Pitaya

La caratteristica principale la troviamo nel fiore (ermafrodita) che apre nelle ore notturne e rimane aperto una sola notte fino alle ore 9,30-10,00 del mattino successivo.

Esistono 4 varietà:

1 - gialla (dal colore della buccia del frutto maturo) originaria dalla Colombia, polpa bianca e semini scuri, considerata la migliore;
2 - buccia rossa , polpa bianca e semini scuri (Messico, Guatemala,Thailandia, Vietnam e altri);
3 - epicarpo rosso e polpa rossa con semi scuri (Thailandia e paesi orientali);
4 - epicarpo rosaceo , polpa bianca e semini scuri.

Il frutto, una bacca, contiene la Capsina, una sostanza assimilabile all' adrenalina. Molto quotati al mercato italiano, in cui al dettaglio costano € 20,00/kg. La pitaya ha suscitato molto interesse che deduco dal numero di e-mail che mi sono pervenuti con richiesta d' informazioni relative alla sua coltivazione e al reperimento delle piante.

Passiflora
Pianta rampicante coltivabile nei climi tropicali e subtropicali. La forma di allevamento è a filare o a pergola, per cui occorro strutture di sostegno (pali in cemento armato, fili di ferro zincato. Vi sono molte varietà ma la più coltivata è la Passiflora edulis.

Il frutto è detto della passione, spieghiamo il perché: l'organo femminile del fiore (ermafrodita, cioè ha gli organi maschili e femminili) è caratterizzato dal gineceo (organo femminile) con pistilli a croce (crocefissione di Cristo). La specie cresce in maniera ottimale dalla Sicilia a Latina. Il frutto ha l'epicarpo color viola-scuro e la polpa mucillaginosa con semi immersi. Contiene una sostanza che ha effetto analgesico superiore alla valeriana, in farmacia si trova sotto forma di capsule contro l'insonnia.

Papaya
Frutto originario del Brasile , dove viene chiamato Mamona e del Messico , dove è noto con il nome di Melon Zapote, si è diffuso nelle aree a clima caldo come quello dei Caraibi. Le Awai, della Polinesia e del le Antille. L'albero è alto fino a 10 metri. Il frutto ha la forma ovoidale allungata a maturazione completa la assume una colorazione gialla aranciata, la polpa è di colore giallo , all'interno del frutto numerosi semi di forma tondeggiante e neri.


Papaya

Il frutto contiene un principio attivo, la Papaina, che viene estratta da tutta la pianta, simile alla Pepsina, un enzima digestivo del nostro organismo, come questo svolge la sua azione in ambiente a Ph acido come quello dello stomaco. La papaina viene anche usata per ammorbidire le carni, Il suo consumo a fine pasto favorisce la digestione. Simile alla papaina è l'actinidina contenuta nel kiwi, la quale attacca le proteine (azione proteolitica), per cui se ne consiglia il consumo a fine pasto per favorire la digestione.

Considerazioni conclusive
Introdurre una nuova specie frutticola in Italia è buona norma che vengano rispettate alcune regole:

1 - prova sperimentale su un progetto finanziato promosso dalle strutture scientifiche deputate a questo compito;

2 - dopo avere ottenuto i risultati validi, si procede a propagandare la coltivazione su larga scala;

3 - rispettare le regole della commercializzazione della domanda e della offerta.
Data di pubblicazione: