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Aglio: poco prodotto cinese in Europa, e gli spagnoli spingono sul prezzo

La stagione dell'aglio europeo è partita con quotazioni particolarmente elevate. "I prezzi di quello spagnolo - riferisce un operatore del settore - sono esagerati". Quest'anno i loro volumi sono simili a quelli dell'anno scorso, ma rispetto al 2015 c'è una grossa differenza: "L'anno scorso infatti - riprende - c'era la presenza sul mercato di molto aglio cinese, ma quest'anno invece ce n'è molto di meno: all'avvio della campagna, poco più di un mese fa, gli Spagnoli sono partiti con prezzi molto alti, sapendo che manca il prodotto cinese, prezzi che ora stanno tenendo".


 
Ma a tenere alti i prezzi dell'aglio c'è anche un altro elemento. Molti infatti, riprende l'operatore, "ne stanno facendo incetta, stoccandolo e togliendolo così dal mercato. Questo per evitare di doversi affidare alle importazioni di aglio argentino a marzo, in fase contro stagionale. L'aglio argentino infatti costa di più e questo perché deve farsi dalle 2 alle 3 settimane di viaggio via nave e, all'arrivo, può presentare problemi di spicchio ceroso facendo aumentare così costi di lavorazione anche del 50%; costi che spesso la Gdo non è disposta a ripagare"

Anche in Italia i prezzi dell'aglio sono elevati: "Il prodotto italiano costa sempre di più dello spagnolo e i suoi volumi sono minori. L'anno scorso, a inizio campagna, i prezzi erano anche di un 30% inferiori a quelli di adesso".