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Buone pratiche e varieta' resistenti: unici strumenti efficaci per contenere i danni da TYLCD su pomodoro in Sicilia

La recente epidemia di TYLCD (Complesso della malattia dell'accartocciamento fogliare giallo del pomodoro - nella foto a destra i sintomi) che ha interessato numerose aziende del ragusano, con danni anche molto rilevanti, impone di richiamare nuovamente l'attenzione sulle norme fitosanitarie (agronomiche, fisiche, chimiche e genetiche) che negli ultimi anni hanno consentito di limitare gli attacchi e la diffusione dei virus coinvolti in questa patologia.

Il TYLCD, nell'area euro-mediterranea, è una malattia costituita da un complesso di due virus denominati Tomato yellow leaf curl Sardina virus (rinvenuto in Italia agli inizi degli anni '90) e Tomato yellow leaf curl virus (rinvenuto in Italia nell'anno 2003). Questi due virus sono indistinguibili su base sintomatologica e posso convivere anche contemporaneamente nell'ambito della stessa pianta e della stessa cellula.


Il ciclo del TYLCD. Clicca qui per un ingrandimento.

Tali patogeni sono trasmessi dall'aleurodide Bemisia tabaci (nella foto a destra), la mosca bianca degli orti, un insetto polifago in grado di veicolare centinaia di virus differenti. Gli insetti adulti non raggiungono il millimetro di lunghezza e una femmina può deporre fino a 400 uova sulla pagina inferiore delle foglie. A seconda delle temperature, il ciclo vitale in serra si completa in circa 3 settimane. Tali insetti trasmettono il TYLCD in maniera persistente circolativa e pertanto sono viruliferi per tutta la loro vita.

Di fronte a una minaccia di questo tipo nessuna risposta può essere sottovalutata e l'unico modo per riuscire ad ottenere produzioni economicamente sostenibili si basa sulla difesa integrata della coltura, cioè l'insieme di pratiche agronomiche, fisiche, chimiche e genetiche che, solo tutte insieme, riescono a contenere il danno della malattia entro limiti accettabili.

In particolare la lotta chimica (che prevede anche l'uso di ovo-larvicidi) e la resistenza genetica (che al momento è di tipo intermedio) svolgono un'azione molto importante nel contenere il patogeno e il suo vettore. Tuttavia la prevenzione, che consiste essenzialmente nell'impedire l'ingresso e lo sviluppo dell'insetto all'interno delle serre, assume un ruolo decisivo.

Di seguito vengono riportate le operazioni di profilassi che si sono dimostrate più efficaci da quanto tali virus sono apparsi in Italia:

Pratiche di tipo agronomico:
• Eliminazione della flora spontanea (fonte di inoculo per la Bemisia) dentro e attorno le serre;
• Evitare la consociazione con altre colture potenzialmente suscettibili;
• Pronta estirpazione delle piante infette;
• Completa eliminazione dei residui colturali.

Pratiche di tipo fisico:
• Utilizzo di reti anti-insetto a maglia fitta (20/10 mesh) e adeguata manutenzione delle stesse affinché non subiscano strappi o smagliature;
• Installazione delle doppie porte (insect-proof);
• Impiego di trappole cromotropiche gialle (25-30 per 1000 mq) per il monitoraggio e la cattura degli adulti.
• Impiego di coperture che filtrano la luce ultravioletta e pacciamatura con film di colore alluminio riflettente.

Pratiche di tipo chimico:
• Utilizzo di insetticidi, prestando particolare attenzione alla rotazione delle molecole utilizzate al fine di evitare l'insorgere di popolazioni resistenti;
• Pratiche di tipo genetico:
• Utilizzare specie ed ibridi che abbiano resistenza genetica nei confronti di TYLCD.

Pratiche di tipo genetico:
• Utilizzare specie ed ibridi che abbiano resistenza genetica nei confronti di TYLCD.
Data di pubblicazione: