Rete del Lavoro Agricolo di Qualita': secondo APEO e' urgente renderla accessibile
Con riferimento al convegno dell'Assemblea Nazionale Fruitimprese svoltosi lo scorso 14 aprile a Roma, Suglia sottolinea che il monito lanciato dal presidente Marco Salvi ("La ripresa dipende da noi, ma serve più collaborazione tra pubblico e privato. Occorre fare sistema, non solo con le parole, ma con i fatti!") ha perfettamente riecheggiato quanto espresso in apertura dei lavori dal Prof. Francesco Daveri, ordinario di politica economica dell'Università di Piacenza ("la ripresa dipende da noi e non dagli altri"), il quale pure ha sottolineato che "l'elemento di maggiore criticità è rappresentato dalla stagnazione dei consumi".
A rimarcare le criticità del contesto, anche il presidente di Confagricoltura Mario Guidi: "la crisi non è un fattore congiunturale, bensì è il nuovo status quo con il quale fare i conti e fare impresa è come correre con una zavorra da 50 kg sulla schiena".
"Tutte queste affermazioni - sottolinea Giacomo Suglia - fotografano chiaramente le immense difficoltà cui le imprese italiane devono far fronte. Sempre Mario Guidi ha realisticamente dichiarato che 'le imprese ortofrutticole italiane non possono prescindere da un modello etico di lavoro'. Ovvio il riferimento alla Rete del lavoro Agricolo di Qualità, promossa con le migliori intenzioni dal Ministro Martina, ma rivelatasi poco fruibile a causa di regole astruse e incomprensibili, che ne rendono quasi impossibile l'accesso da parte delle aziende interessate. La replica del viceministro alle Politiche agricole, Andrea Olivero, è stata chiara e netta nel condividere l'enorme difficoltà di applicazione della Rete del lavoro agricolo di qualità, dichiarandosi disponibile a rivedere i criteri applicativi. Il rappresentante del governo si è detto consapevole che vada individuato il giusto punto di equilibrio in cui "per sostenibilità si intenda anche quella burocratica!"
APEO, che da sempre si fa carico di rappresentare le specifiche esigenze del settore ortofrutticolo pugliese, è seriamente preoccupata per la scarsa accessibilità alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità e per la conseguente mancata adesione della stragrande maggioranza delle aziende agricole a uno strumento che ritiene indispensabile per intercettare potenziali fenomeni di illegalità nel lavoro agricolo.
"Siamo infatti - ricorda Suglia - alle porte di nuove campagne di prodotti ortofrutticoli di grande rilevanza occupazionale, oltre che economica: ciliegie, patate, albicocche, pesche, angurie, uva da tavola, e l'inesauribile passione di fare impresa delle aziende appartenenti all'associazione è seriamente in difficoltà a causa della burocrazia, che rischia di metterci fuori gioco proprio in un momento in cui si nota uno spiraglio di luce alla fine del tunnel della crisi. E' incomprensibile rallentare i passaggi della filiera, portando il settore dell'ortofrutta pugliese e nazionale alla paradossale situazione di non riuscire a soddisfare la domanda di prodotto della Gdo italiana ed estera, pur in presenza in campo di qualità e quantità adeguate, per il solo fatto di non poter rispondere con le modalità richieste alle istanze concernenti etica e legalità nell'organizzazione del lavoro".
La ripresa, secondo il presidente APEO, potrebbe essere favorita da un maggior potere d'acquisto dei consumatori, derivante da costi energetici, assicurativi, bancari e alimentari in flessione. "Tutto ciò rappresenta un'occasione che il settore dell'ortofrutta pugliese e italiano non può lasciarsi sfuggire. Con questa finalità, l'APEO rinnova la sua richiesta di collaborazione a tutte le parti coinvolte, ognuna per le proprie competenze, affinché aziende, istituzioni, organizzazioni datoriali e sindacali di categoria, nonché consulenti e tecnici del settore, possano supportare le aziende ortofrutticole nell'accesso e nell'utilizzo della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, così da sortire i risultati attesi nel più breve tempo possibile, e senza criticità per il sistema produttivo e commerciale italiano".