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Intervista a Giandomenico Consalvo: quali i mali e le cure per l'agrumicoltura meridionale?

Sono stati indetti qualche giorno fa a Massafra, da Confagricoltura Taranto, gli "Stati Generali" dei produttori di agrumi del Meridione. I temi all'ordine del giorno, sempre i soliti noti: inadeguata remunerazione alla produzione, concorrenza agguerrita da parte dei Paesi terzi, le regole UE da rivedere.

Presente al tavolo dei relatori anche Giandomenico Consalvo, titolare di un'azienda vivaistica e presidente del CIVI-Italia -Centro Interprofessionale per le Attività Vivaistiche. FreshPlaza lo ha intervistato per comprendere quali siano oggi i "mali" dell'agrumicoltura meridionale e le possibili "cure".


Giandomenico Consalvo. (Foto: FreshPlaza Italia).

"Il settore soffre le difficoltà di buona parte dell'ortofrutticoltura italiana - osserva Consalvo - Scarsa competitività per via di dimensioni troppo piccole. Tutti voglio fare i produttori, tutti vogliono fare i commerciali. Pochi fanno quello che sanno fare, o i produttori o i commerciali".

Dimensione internazionale e aggregazione

Chiediamo al presidente CIVI perché manchi ancora una dimensione internazionale di questo comparto. "In ciò le istituzioni - risponde - potrebbero fare di più. Non siamo ancora un vero e proprio "sistema", all'estero; intendo cioè strutturati in modo che tutte le strategie di comunicazione e promozione e affiancamento alle aziende vengano gestite sotto un unico filo conduttore nazionale. Assai frequentemente, le aziende che si internazionalizzano si trovano da sole ad affrontare problemi più grandi di loro. In fondo basterebbe... "copiare" quel che molte altre nazioni in giro per il mondo fanno già. Lo Stato, con tutte le sue professionalità, come una sorta di ombrello sotto al quale tutte le imprese si muovono in sinergia, protette e sostenute".

Su quali siano oggi gli ostacoli all'aggregazione, Giandomenico Consalvo osserva: "L'ignoranza, intesa nel senso etimologico di non conoscenza. Non si valorizzano i modelli positivi e ci si ricorda solo dei fallimenti. Non dobbiamo però desistere, anche perché non ci sono altre soluzioni all'orizzonte. Mio padre dice, aiutati che Dio ti aiuta: dobbiamo imparare a stare insieme; ma ci vuole forse qualcuno che ci insegni".

Chi sono realmente i nostri competitor?
"Sicuramente noi stessi per primi - sottolinea Consalvo - Dobbiamo rimetterci in discussione; forse non ci rendiamo conto che viviamo in un paese splendido che tutti ci invidiano, con un know how riconosciuto in tutto il mondo, con potenzialità enormi ma troppo individualismo; un po' più di autostima e rimboccarsi le maniche, ecco da dove ripartire".

Del resto, non mancano strade concretamente percorribili in tempi brevi. Il presidente CIVI propone: "Sul fronte istituzionale, servono campagne di promozione ed educazione alimentare, partendo dalla stagionalità dei prodotti e valorizzando la nostra capacità di produrre con i residui più bassi di tutta la Comunità europea. Occorre quindi dare fiducia alle produzioni italiane. Per noi imprenditori, invece, è necessario cogliere le occasioni dei prossimi mesi: ora partono i PSR-Piani di sviluppo rurale; quindi possiamo puntare per esempio all'innovazione varietale per essere presenti sul mercato per più tempo possibile con varietà adatte alle esigenze dei clienti. E poi, costituzione di OP-Organizzazioni di Produttori, Reti d'Impresa, progetti di innovazione e animazione territoriale; le risorse ci sono, le idee pure... non possiamo prendercela con nessuno...".