Turchia: riduzione nelle rese e nell'export di limoni, prezzi in aumento
Nel 2014, nella zona si raccolsero 650mila tonnellate di limoni; il volume è diminuito a 500mila ton nel 2015. Secondo l'Associazione degli Esportatori Mediterranei (AKIB), nel periodo da giugno a dicembre 2014 la maggior parte dei limoni furono esportati in Russia, con un valore pari a 18,64 milioni di dollari; nello stesso periodo del 2015 la cifra è diminuita a 11,15 milioni di dollari.
A seguire, le esportazioni più voluminose sono state destinate all'Iraq, per un fatturato 2014 di 9,2 milioni di dollari; nel 2015, la cifra è diminuita a 8,16 milioni di dollari.
L'unico Paese verso il quale l'export di limoni turchi è aumentato è la Polonia, dove nell'ultimo semestre del 2014 furono totalizzati 3,7 milioni di dollari in esportazioni, mentre nel 2015 la cifra è aumentata a 6,38 milioni di dollari.
Prezzi soddisfacenti
Secondo il presidente dell'Associazione dei Produttori di Agrumi, Ahmet Dursun Sahin, se la Russia non avesse imposto le sanzioni, la stagione sarebbe stata brillante dato che, nonostante le basse rese, l'aumento dei prezzi e delle vendite di limoni hanno ripagato i coltivatori.
La produzione agrumicola in Turchia ha raggiunto circa 1 milione di ton, secondo Sahin: "In Turchia, il 60% dei limoni sono coltivati a Mersin. Rispetto all'anno scorso, la resa è bassa. Il clima imprevedibile ha causato gravi perdite di raccolto. I prezzi sono aumentati perché gli agricoltori hanno subito il 30% di perdite e pertanto rischiavano di trovarsi in una situazione disastrosa. Attualmente, invece, sono contenti delle vendite e i prezzi risultano soddisfacenti".
Fonte: sozcu.com