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Presentato in anteprima il Manifesto del Club clementicolo italiano

Sardegna: buone potenzialita' per incrementare le superfici investite ad agrumi

In Sardegna si registrano oltre 4.000 ettari investiti ad agrumi, che rappresentano circa il 2,5% dell'agrumicoltura italiana. Le varietà coltivate nell'Isola vengono commercializzate quasi esclusivamente a livello regionale.

Nelle giornate del 26 e 27 novembre 2015, nel corso di un incontro "informativo-formativo" organizzato dalla OP Associazione Agricoltori Villacidresi è stato invitato l'esperto agrumicolo dott. agronomo Francesco Perri (nella foto sotto durante il suo intervento) per contribuire a impostare un programma di ammodernamento nel settore degli agrumi.

La OP Associazione Agricoltori Villacidresi ha circa 100 ettari dedicati a clementine e 200 ha ad arance (Navel precoci e tardive, Tarocco e Biondo). Gli agrumi, con un totale di 300 ha, sono quindi la coltura prevalente e più importante. Si contano inoltre 100 ha investiti a drupacee (pesche, susine, albicocche e ciliegie). La OP si occupa della conservazione, del confezionamento e della vendita dei prodotti dei soci soprattutto attraverso alcune catene della Grande distribuzione organizzata.



L'evento tenutosi a Villacidro è stato suddiviso in due momenti: uno nel pomeriggio del primo giorno; l'altro la mattina successiva, con la visita ai campi di alcune delle aziende associate. "Gli imprenditori sardi - ha dichiarato a FreshPlaza Perri - denunciano l'attuale mancanza di servizi vivaistici che consentano l'approvvigionamento di materiale genetico, varietà e portinnesti, adatto alla vocazionalità colturale dei territori di riferimento e privo di pericolosi parassiti già diffusi in alcune aree extra-isolane".

"Gli stessi imprenditori - ha continuato l'esperto - evidenziano come la soppressione del Consorzio per la Frutticoltura di Cagliari e dei relativi servizi vivaistici abbia di fatto privato l'intero territorio di uno strumento strategico, non soltanto per l'approvvigionamento di materiale di propagazione già sperimentato e collaudato in Sardegna, ma anche perché la fase di richiesta di tale materiale rappresentava un momento importante di approfondimento tecnico per la corretta scelta delle combinazioni varietà/portinnesti più adatti alle specifiche situazioni, per la stessa scelta del sistema impiantistico e per l'impostazione di un modello colturale innovativo ed efficiente".

"Si è venuto a creare perciò un vuoto enorme - ha sottolineato Perri - che ha spinto qualche spietato predone a guardare alla Sardegna come a una terra di conquista anche per la vendita di materiale di propagazione".


Visita in campo.

Nel corso di questo viaggio, Perri ha inoltre avuto modo di confrontarsi direttamente con il collega Roberto Zurru, dirigente AGRIS (Agenzia regionale per la ricerca in agricoltura) e anche esperto di agrumicoltura, presente nelle visite in campo alle aziende associate alla OP.

"La presenza di AGRIS continua a garantire nel territorio diverse attività sperimentali, svolte direttamente nelle aziende in collaborazione con gli imprenditori, tese all'aggiornamento dei modelli colturali e al collaudo delle novità in termini di varietà e portinnesti".


Da sinistra: Francesco Perri con Roberto Zurru e Giovanni Ignazio Muscas (consigliere di amministrazione e socio della OP Associazione Agricoltori Villacidresi).

Secondo Perri, nelle diverse aree agrumicole sono presenti esempi di aziende condotte da imprenditori capaci che, con la tempestiva introduzione dell'innovazione proposta in passato, godono di un notevole vantaggio competitivo; sono però poche rispetto alle purtroppo numerose aziende che fanno fatica a evolversi verso modelli colturali meno tradizionali. "Inoltre l'attuale carenza di ricercatori e tecnici in AGRIS, dovuta al mancato ricambio generazionale, sta determinando un crescente affievolimento della presenza istituzionale della ricerca e innovazione nel territorio".


Visita in campo.

Insieme a Zurru, Perri si è anche recato in un'altra area, famosa per la produzione agrumicola: Muravera. Questa importante zona si trova nella parte sud-orientale della Sardegna, in una valle fluviale con a ridosso una cerchia di colline.

Qui, in particolare, l'esperto agrumicolo ha visitato due realtà: l'Azienda Murgia e l'Azienda Masone Pardu.


Francesco Perri con Mario Murgia (anni 96, al centro) e il figlio Tullio.

Ogni azienda conta circa 30 ettari tra clementine e arance Navel (precoci e tardive).


Francesco Perri insieme a Louis Behaghel de Bueren, titolare dell'Azienda Masone Pardu.

"Alla luce di quanto visto - ha concluso Perri - e con un cambio necessario della mentalità, ci sono buone potenzialità per creare nuovi agrumeti nelle zone vocate e quindi aumentare la superficie investita ad agrumi di qualità".

Ultimo ma non meno importante: l'occasione in Sardegna è stata propizia per rendere pubblico, per la prima volta, il Manifesto di quello che vuole essere il primo Club clementicolo italiano (clicca qui per scaricarne una copia), firmato dallo stesso Perri e da Marco Eleuteri, direttore della Aop Armonia. "Sono presenti tutti i punti del progetto Clementine Italiana Tradizionale 2.0".

Eleuteri, coinvolto in una duplice veste - aziendale e personale - ha commentato a FreshPlaza: "Si tratta di un'iniziativa che porteremo avanti con forza e in cui speriamo che anche il CREA di Acireale possa avere un ruolo da protagonista avviando specifici programmi di ricerca. Aop Armonia è cresciuta notevolmente nelle clementine: oggi è senza dubbio tra le maggiori realtà clementicole italiane e intende essere protagonista di questo costituendo Club, pur non essendone l'unico membro".

Contatti:
Dott. agronomo Francesco Perri
Cell.: (+39) 338 4164800
Email: f.scoperri@libero.it