"Da tre o quattro anni - spiega a FreshPlaza Luciano Bragantini - esportare ciliegie all'estero è sempre più complicato: o ci tagliamo fuori da soli o ci tagliano fuori gli altri, ma il risultato è lo stesso".
La Bragantini Fratelli srl di Verona commercializza prevalentemente ciliegie locali e pere, con un export che rasenta il 99%, perolpiù in Germania, Regno Unito e Nord Europa. "In media lavoriamo 300-500 tonnellate di ciliegie, ma quest'anno la gradinata del 19 maggio ha compromesso quasi tutta la produzione veronese".
"Lungo la filiera - continua Bragantini - ogni categoria ha le sue colpe; noi qui scontiamo varietà superate e impianti vecchi e, di conseguenza, costosi. Mentre la Spagna, la Grecia e la Turchia rinnovano e hanno a disposizione cultivar più saporite e di calibro superiore. Ma anche i Paesi dell'Est stanno crescendo e presto diventeranno nostri nuovi competitor".
"La Grande distribuzione - osserva l'esportatore - fa il suo gioco e, davanti a tanta offerta, può permettersi di scegliere, dettando le condizioni. Ma, al di là del prezzo, anche la gestione del prodotto potrebbe essere migliorata. Capisco che istruire e formare un addetto per l'ortofrutta sia costoso e non facile come per lo scatolame, ma non si può pensare di lasciare il reparto abbandonato o la frutta vecchia sugli scaffali. In questo senso, nel Nord Europa le cose vanno meglio, c'è più attenzione all'esposizione".
"Ora ci concentriamo sulla nuova campagna pere - conclude Bragantini - Dall'anno scorso ho iniziato a importare pere olandesi della varietà Decana per il mercato italiano e sono molto soddisfatto per la qualità e i riscontri. Se vogliamo recuperare qualche metro sul mercato estero, dobbiamo smettere di dire che siamo i migliori".
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