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Anche l'acqua di mare e' buona per irrigare: esiti di una ricerca della Fondazione spagnola Aqua Maris

Il pianeta Terra è per il 71% coperto da acqua, ma di questa percentuale solo il 3% è costituito da acqua dolce, e di questo 3% solo lo 0,06% è accessibile, mentre tutto il rimanente è imprigionato in ghiacciai, nell'atmosfera, nelle falde più profonde. In un momento in cui è sempre più forte l'emergenza acqua è dunque un peccato non poter usare quel 97% di acqua salata che copre il pianeta.


Il nostro pianeta è per il 71% acqua, ma la stragrande maggioranza è salata; e se potessimo comunque usarla per l'irrigazione? (Fonte Instagram, profilo Fondazione Aqua Maris)

Ora però la Fondazione Aqua Maris di Badalona (Spagna) vuole sfatare il mito che l'acqua di mare non possa essere utilizzata per l'irrigazione (senza passare attraverso un costoso desalinizzatore, come avviene oggi, ndr), e lo fa attraverso una ricerca partita nel 2014 insieme all'Università Mare de Deu del Carme, di Terrassa (Spagna), in collaborazione con il Politecnico della Catalogna.

Lo studio prende l'avvio da quello che i ricercatori definiscono un'evidenza storica: la sopravvivenza di una folta vegetazione in quegli isolotti dove di acqua dolce, tranne quella piovana, non c'è traccia.


In isole come quella nella foto, nell'arcipelago di Palau nell'Oceano Pacifico, la vegetazione sopravvive anche senza la presenza di acqua dolce, eccezion fatta per quella piovana (Fonte Fondazione Aqua Maris).

Non solo, una delle tesi di partenza della ricerca prende spunto da come l'uomo agiva nel passato per irrigare, e cioè cercando di imitare il modello che aveva più facilmente sott'occhio: quello della pioggia. Non è un caso - spiegano i ricercatori - se in tutto il mondo si irriga dall'alto verso il basso: si fornisce acqua che poi percola nel terreno fino a raggiungere le radici, esattamente come fa la pioggia.

I ricercatori hanno concluso che il segreto per poter utilizzare l'acqua di mare a scopo irriguo sta nel terreno: l'acqua salata si infiltra da sotto e da qui risale attraverso il suolo che le immagazzina e la rilascia alle piante che ne hanno bisogno. E' proprio il terreno a fare da 'filtro', evitando l'eccesso di sali minerali che ucciderebbe le piante, come invece accade se usiamo acqua salata per irrigare le piante dall'alto. Già nel XVII secolo i monaci carmelitani di Sestao erano riusciti a coltivare con successo dei campi in Eritrea, usando l'unica acqua disponibile, quella del mare.


Uno dei sistemi utilizzati durante la ricerca per spiegare come l'acqua salata possa comunque essere usata per la coltivazione (Fonte Fondazione Aqua Maris).

Per giungere alle loro conclusioni i ricercatori hanno ricreato diverse strutture in cui utilizzare l'acqua di mare per la coltivazione di piante come pomodori ciliegini, cavolo e tarassaco; tutte le strutture condividono lo stesso principio di base. In un primo livello, quello più basso scorre l'acqua salata; immediatamente sopra, a contatto, c'è il secondo livello, rappresentato da un materiale che possa funzionare da filtro, come sabbia o ghiaia (si sta anche studiando come varia il sistema in base alla grana di sabbia e ghiaia). Il terzo e ultimo livello, quello di superficie è rappresentato da uno strato di terra o argilla dove sono messe a dimora le piante.

La ricerca proseguirà nei prossimi mesi, anche per determinare come la salinità dell'acqua influisca sul prodotto finale (si è ad esempio notato che il gusto cambia a seconda della distanza tra la radice e l'acqua salata).


La struttura prevede tre livelli. Dal basso verso l'alto un primo vuoto dove scorre l'acqua salata, un secondo con ghiaia o sabbia che agisce da filtro, un terzo con terra o argilla per le piante (Fonte Fondazione Aqua Maris)

"Abbiamo ancora molto da imparare e sperimentare - spiegano i ricercatori, intervistati da Horto Info - ma con questa ricerca abbiamo sgomberato il campo dal mito che l'acqua di mare uccida le piante. La cosa importante è imparare a usarla e conoscerne il funzionamento in base al tipo di terreno".

Rielaborazione FreshPlaza su fonte www.hortoinfo.es