Il carciofo da seme: innovazione e ricerca made in Italy per il miglioramento della cinaricoltura siciliana
Nel corso dell'incontro, organizzato dalla Top Seed in collaborazione con la Santo Torrisi Srl, sono stati presentati i risultati di un intenso lavoro di ricerca che ha portato alla definitiva diffusione del primo ibrido di carciofo della tipologia "romanesco".
"Il seme è la nostra passione e innovare significa poter guardare al futuro con maggiore fiducia; futuro che vogliamo continuare a costruire grazie ad una ricerca e know-how tutto italiano": sono state le parole di apertura del General Manager della Top Seed, il Dott. Giuseppe Mancuso, il quale ha illustrato il programma di ricerca sul carciofo condotto negli ultimi anni, i risultati ottenuti con l'iscrizione di due varietà nel Registro Varietale comunitario (Romolo F1 e Istar F1) e le sfide future: due varietà adatte alla trasformazione industriale e una varietà spinosa.
Prospettive interessanti dunque per la cinaricoltura siciliana, diffidente rispetto alle colture da seme, ma destinata a rivoluzionarsi per competere in un mercato in profondo mutamento.
Di "rivoluzione culturale", infatti, ha parlato il Dott. Maurizio Mannara, responsabile commerciale della Top Seed, ponendo l'accento sulle grandi opportunità di crescita del settore a condizione che si orientino le produzioni non solo ponendo attenzione alla precocità ma soprattutto a una maggiore qualità. "Il carciofo Romolo F1, oltre ad avere le caratteristiche del romanesco classico - organolettiche e morfologiche - è destinato a incidere profondamente sulle modalità stesse di coltivazione del carciofo. Lo straordinario vigore permette di ridurre anche sensibilmente l'utilizzo di fertilizzanti, mentre l'elevata capacità produttiva può modificare in modo significativo la redditività delle carciofaie per ettaro, troppo basse con le attuali varietà con propagazione agamica".
Molto positive le impressioni dei circa 60 produttori intervenuti, che hanno avuto spazio per chiedere chiarimenti e informazioni ai tecnici dell'azienda Top Seed impegnati sul territorio siciliano, soprattutto per quanto concerne l'aspetto della precocità delle raccolte.
A tal proposito, il Dott. Giuseppe Campanella e il Dott. Salvatore Longo hanno illustrato i risultati ottenuti con l'utilizzo di acido gibberellico in consociazione con altri prodotti, arrivando a effettuare le prime raccolte della varietà Romolo F1 già dal mese di dicembre (sperimentazione effettuata in agro di Mazzarino – Caltanissetta).
Innovazione, tenacia e cooperazione dunque i must per rilanciare la cinaricoltura siciliana che resta una delle attività più importanti per il tessuto produttivo isolano.
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