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"Feed the Future": lo studio sul grado di potere delle donne impiegate in agricoltura"

Le donne impegnate nel settore agricolo sono costrette a fare i conti con un accesso al credito limitato, un'eccessiva mole di lavoro e una mancata integrazione all'interno di gruppi sociali o economici. "Feed the Future", la campagna del governo degli Stati Uniti d'America per la sicurezza alimentare e contro la fame, ha promosso un'approfondita e dettagliata analisi i cui dati sono stati diffusi di recente.

Lo studio è stato sostenuto dall'Istituto internazionale di ricerca sulle politiche alimentari (IFPRI) e dal dipartimento per la povertà e lo sviluppo umano di Oxford. Raccoglie i primi e più completi dati che riguardano le donne e il loro livello di sviluppo e integrazione nel settore agricolo.

I risultati sono raccolti in diversi grafici, nei quali è considerato l'indice di sviluppo WEAI (Women's Empowerment in Agriculture Index), a sua volta diviso in due sottocategorie: l'indice di sviluppo vero e proprio che valuta le donne attraverso 5 indicatori (produzione, risorse, reddito, leadership e tempo) e l'indice di parità di genere (GPI). Quest'ultimo misura il grado di responsabilizzazione femminile rispetto a quella maschile.

Lo studio, inoltre, non va ad analizzare solo Paese per Paese, ma anche come le cose cambiano da regione a regione all'interno della stessa nazione.


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Il primo grafico (in alto) sintetizza i punteggi WEAI per i diversi Paesi. Il Bangladesh ha il punteggio più basso (0,66), mentre la Cambogia quello più alto (0,98). Come si può vedere nessuno dei Paesi presi in esame spicca in modo evidente rispetto agli altri.


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Nel secondo grafico (in alto) viene analizzata l'incidenza degli indicatori (produzione, risorse, reddito, leadership e tempo) nei diversi contesti. Dando uno sguardo agli istogrammi colorati è immediatamente possibile notare come, per esempio, le donne del Bangladesh abbiano molto più potere rispetto a quelle che vivono e lavorano in Cambogia.

Appare anche evidente come l'accesso al credito (colonna blu), l'appartenenza a un gruppo (colonna verde scuro) e il carico di lavoro (colonna bordeaux) sono elementi determinanti per il raggiungimento di una posizione di potere per la donna.

Analizzare i dettagli del grafico è davvero importante: anche se il Ghana e il Kenya hanno punteggi molto simili, la loro composizione relativa alla mancanza di potere femminile è notevolmente diversa. In Ghana l'autonomia nella produzione agricola e la proprietà dei beni contribuiscono a una riduzione del potere delle donne, mentre in Kenya le maggiori limitazioni sono il parlare in pubblico e la mole di lavoro sostenuto.


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Nel terzo grafico (in alto) viene analizzato nel dettaglio il potere di accesso al credito da parte delle donne. Dallo studio emerge che, tanto minore è la possibilità di accesso al credito tanto più bassi è il loro potere decisionale. Il credito è, dunque, tra i primi tre fattori in assoluto a influenzare, in positivo o in negativo, il potere delle donne.

Dal grafico emerge inoltre quanto sia importante, in Asia, l'appartenenza al gruppo. In Africa, invece, è la possibilità di accesso al credito l'aspetto determinante.

Rielaborazione FreshPlaza su fonte www.feedthefuture.gov