Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Non c'e' storia tra i prezzi del carciofo romano e di quello violetto

"Solitamente il carciofo romano spunta un prezzo doppio del violetto, ma quest'anno il gap tra le due quotazioni è anche maggiore", spiega a FreshPlaza Wainer Marzola, commerciale della Spreafico presso il mercato ortofrutticolo all'ingrosso di Bologna. E questo è un primo dato. Un secondo, riprende Marzola, è che negli anni "c'è sempre meno produzione di violetto, perché tende a raggrinzire e in tanti si buttano sulla varietà Tema che presenta maggiore tenuta e è più resistente al clima. Vent'anni fa c'era solo del violetto". Da questi due elementi significativi partiamo per scattare una fotografia del momento di mercato dei carciofi.

"La situazione è altalenante per via del clima e la scorsa settimana molti campi di produzione in Sicilia erano allagati"; ciò ha influito su disponibilità e qualità del prodotto, specie del violetto, di cui, "ce n'è poco. E' sempre più soggetto al clima e quest'anno è stato un disastro, con quantità inferiori rispetto all'anno precedente, e con meno prodotto dalla Puglia. Così è diventato costoso, il che ne ha limitando le vendite. In questo periodo, quello siciliano mostra poco colore, è molto verde, mentre dovrebbe avere sfumature più tendenti al violaceo. A causa del clima, il violetto si aggira tra i 25 e i 30 centesimi al capolino".



"Ora – continua Marzola - la maggior parte del carciofo che si trova sui mercati all'ingrosso è di varietà Tema, con pochi arrivi dalla Sardegna, dove si viene da tre-quattro anni disastrosi. Il Tema siciliano è a fine stagione e, al suo posto, sta arrivando il Terom sardo, buono e apprezzato e che spunta 45 centesimi al pezzo; è più tenero e buono del Tema".

"Vanno bene i carciofi romani – chiude il commerciale della Spreafico - che hanno un buon potenziale. Quelli sardi vengono scambiati a 60 centesimi al pezzo, mentre sul mercato devono arrivare le varietà di carciofo romano C3 e Apollo, da Battipaglia, dove ad oggi, lì, viaggiano su prezzi intorno ai 70 centesimi al capolino. Ma quelloche va più forte di tutti è il carciofo di Paestum, che acqustiamo dal consorzio Terra Orti, che ci tiene a valorizzarlo: lo tengono lungo e, invece delle classiche cassette da 20, 25 o 30 pezzi, lo commercializzano legato in mazzi da 10 esemplari. Ce n'è poco disponibile, al momento, ma quello che c'è e spunta anche più di un euro al pezzo".