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Agrumi: aumento dei furti, il Distretto e le associazioni datoriali sollecitano un incontro urgente al Prefetto di Catania

Un incontro urgente al Prefetto di Catania, per affrontare il tema dell'aumento vertiginoso di furti di agrumi in campagna, è stato chiesto dal Distretto Agrumi di Sicilia. Il documento è firmato dalla presidente, Federica Argentati, e dai vertici etnei di Cia (Giuseppe Di Silvestro), Coldiretti (Giovanni Pappalardo), Confagricoltura (Giovanni Selvaggi), Fruit Imprese Sicilia (Salvatore Laudani), Confcooperative, Legacoop e AGCI (Gaetano Mancini e Giuseppe Giansiracusa, Silvana Strano). Teatro di questa escalation di furti, la Piana di Catania, dove da sempre i produttori vedono mortificato il proprio lavoro onesto e appassionato, motore dell'economia di questo e di altri comprensori agrumetati.

"Riceviamo – si legge nella lettera al Prefetto - sempre più segnali dalle aziende di produzione del territorio di continui e dilaganti furti di agrumi in campagna, ad un livello mai era registrato prima. Chi coltiva agrumi ci conferma come il fenomeno, da sempre presente, abbia raggiunto limiti che, oltre a mettere seriamente in difficoltà il reddito dei produttori agricoli, li espone in termini di sicurezza e incolumità, propria e dei dipendenti. Senza contare che la frutta rubata entra illegalmente in commercio con un rapporto 'qualità-prezzo' molto basso e dunque con ulteriore danno per la filiera onesta di produzione-distribuzione che, di conseguenza, non può competere a simili condizioni. Proprio in una fase storica dell'agrumicoltura siciliana in cui i soci del Distretto, sottoscrittori del Patto di Sviluppo, sono impegnati in un percorso di valorizzazione della produzione attraverso meccanismi che garantiscono trasparenza, legalità e tutela dell'intera filiera. Un impegno per un'eccellenza del territorio che è anche una delle voci più importanti del PIL regionale e di quello della provincia etnea in particolare".

Tra le proposte di intervento ventilate dai firmatari della lettera per provare ad arginare il fenomeno, ci sono: il sequestro della merce, venduta da ambulanti o nei mercati, da parte delle Forze dell'Ordine; il controllo in entrata e la vendita all'ingrosso di agrumi al Mercato Ortofrutticolo di Catania (MAAS), con verifica dei documenti fiscali di accompagnamento delle transazioni di agrumi, sin dalla sorgente iniziale dei prodotti; un sistema di informazione per i cittadini delle azioni repressive in corso e l'invito agli stessi a non comprare agrumi al di fuori dei circuiti commerciali regolari.

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Nato nel 2005 come "Distretto Produttivo Arancia Rossa" – nome modificato nel giugno 2011 per poter valorizzare, riuniti sotto il brand "Sicilia", tutte le tipologie di agrumi prodotti nell'isola – il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia è storicamente il primo grande esperimento di coesione fra aziende private, enti pubblici e rappresentanze agricole mai realizzato nella regione nel campo dell'agrumicoltura.

138 i partner: da un lato le imprese della filiera (104), singole ed associate, dall'altro i consorzi di tutela dei prodotti IGP e DOP (Arancia rossa di Sicilia, Arancia Bionda di Ribera, Limone Interdonato Messina, Limone di Siracusa, Mandarino di Ciaculli, quest'ultimo in fase di riconoscimento) le associazioni di categoria, le amministrazioni locali, ed enti di ricerca scientifica, turismo relazionale e cooperazione per un totale di 34 organismi.

Il Distretto Agrumi di Sicilia rappresenta 2.000 addetti, oltre 21.000 ettari coltivati e produce un fatturato annuo all'ingrosso di oltre 400 milioni di euro. Nel giugno 2011 i partner hanno sottoscritto un Patto di Sviluppo per individuare le azioni necessarie al reale sostegno delle imprese della filiera.


Per maggiori informazioni: www.distrettoagrumidisicilia.it
Data di pubblicazione: