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Il Sudafrica blocca volontariamente le esportazioni di agrumi verso l'Unione europea

Come anticipato dalla newsletter straordinaria di FreshPlaza di ieri mattina, il Sudafrica ha dichiarato l'intenzione di bloccare volontariamente l'export di agrumi verso l'Europa a partire da ieri, 8 settembre 2014. Ciò a seguito di ulteriori 4 intercettazioni della fitopatia Citrus Black Spot (CBS o macchia nera degli agrumi) dall'entrata in vigore delle nuove e più rigide regolamentazioni fitosanitarie UE introdotte nel luglio scorso.

In occasione di Asia Fruit Logistica, Justin Chadwick, amministratore delegato dell'Associazione degli agrumicoltori sudafricani (South Africa's Citrus Growers Association) ha dichiarato a FreshPlaza che il Servizio fitosanitario europeo aveva già indicato la possibilità di rafforzare le misure con ulteriori e più rigide regolamentazioni sulle esportazioni.

"Abbiamo sempre sostenuto che ci sarebbe piaciuto ridurre il numero delle rilevazioni di CBS, nonostante riteniamo che cinque casi non siano né tecnicamente giustificati né appropriati o aventi alcuna rilevanza. Questo però è stato deciso e su questo ci si basa."

L'azione di blocco delle esportazioni riguarderà esclusivamente le arance provenienti dalle regioni infette e non i mandarini tardivi, per cui non sono stati riscontrati casi di CBS.

"La sospensione della commercializzazione non va a vantaggio di alcun operatore, anche se non si parla di grandi volumi, 3 o 4 milioni di cartoni, poiché la stagione volge a conclusione e molti cercano di sfruttare il termine ultime sui dazi che entrerà in vigore il 16 ottobre" ha continuato Chadwick. "Ad onor del vero non penso ci saranno vincitori grazie al protezionismo politico o per mezzo delle sanzioni: il commercio necessita di certezze e di un flusso bilanciato."

Il Sudafrica esporta 110 milioni di cartoni di agrumi, il 75% dei quali sono rappresentati da arance. L'export agrumicolo complessivo ha un valore di 1 miliardo di euro.

"Potrebbe non suonare come un quantitativo cospicuo, ma sono previsti dei programmi elaborati di fornitura per l'Unione Europea" ha detto Chadwick. "Tuttavia gli esportatori hanno già navi e container prenotati, quindi prendere la decisione di bloccare l'export è distruttivo e causerà non pochi problemi. E' irritante perché, oltre al danno, abbiamo anche la beffa: sappiamo infatti che non si corre alcun rischio per via del CBS. Al punto in cui siamo, se dovessero entrare in vigore nuove normative, parecchi produttori sudafricani non punteranno più sull'Europa in futuro."

Secondo Chadwick, non esistono alternative immediate. "Parliamo di oltre 40 milioni di cartoni e non si può pensare di farla semplice destinando il prodotto altrove. Non ci sono altri mercati pronti per acquisire la merce, ci vorrà del tempo. Stiamo cercando di sviluppare le vendite in Oriente, siamo in missione attualmente in Indonesia e abbiamo accesso già ad altri mercati. Mancano le Filippine, ma ci stiamo già muovendo in questa direzione; gli ispettori filippini infatti sono appena stati in Sudafrica e attendiamo un riscontro per la prossima stagione. Inoltre, una bozza di protocollo è al vaglio del Vietnam."

Chadwick ha spiegato che aver accesso a un mercato non vuol dire automaticamente facilitare le esportazioni. In Indonesia, ad esempio, il Sudafrica non gode di accordi di libero scambio e pertanto è soggetto a regolamentazioni più rigide; le esportazioni non possono entrare tramite il porto di Giacarta, bensì tramite Sumatra, rendendo molto costoso il trasporto dei container verso Giacarta che è il principale mercato.

Il Sudafrica fornisce circa il 60% delle arance dell'emisfero sud del mondo e Chadwick ha parlato di domanda di mercato alternativa che può essere soddisfatta e ampliata. "Ad esempio, attualmente stiamo inviando 3 milioni di casse di arance in Cina; se si considera che ne spediamo 40 milioni in Europa, ci devono essere enormi opportunità di incrementare i volumi destinati al mercato cinese. Il problema riguarda le tariffe doganali: non abbiamo accordi di libero scambio con molti dei paesi asiatici rispetto ad altri nostri competitor e questo rende le nostre arance meno appetibili in termini di prezzo. Con l'India contiamo su una decurtazione del 35-45% sulle tariffe doganali ma attualmente i volumi esportati sono insignificanti; anche questo però è un mercato che potrebbe assorbire merce per 10 milioni di cartoni."

L'Europa dell'Est è un ulteriore opzione: il Sudafrica esporta già il 12% dei suoi agrumi in Russia e da qui verso altri paesi. Chadwick non è dell'opinione che l'embargo russo nei confronti dei prodotti europei farà molta differenza, forse qualcosa in più verso la fine della stagione per rimpiazzare ciò che sarebbe dovuto arrivare dall'emisfero nord del mondo.

"Un altro mercato da tener presente è l'Africa. Attualmente vi spediamo solo l'1% della nostra produzione e una parte attraversa i confini del Mozambico e dello Zambia. Se si analizza il settore delle mele e l'espansione nell'Africa occidentale, esistono grandi potenzialità da sviluppare per gli agrumi. L'ostacolo maggiore, in questo caso, è la logistica, in quanto i costi sarebbero pari a quelli necessari per inviare un container dal Ghana a Rotterdam. Le infrastrutture sono in fase di evoluzione, ma necessitano di ulteriori sviluppi. Molti investimenti sono già stati fatti, però."

La Corea del Sud rappresenta un mercato allettante per gli agrumi sudafricani. E' il secondo anno di spedizioni verso questa destinazione e i volumi sono aumentati rispetto allo scorso anno.

Esiste del potenziale in altri mercati per il settore agrumicolo del Sudafrica, ma il problema principale è che non si può fare tutto dal giorno alla notte; nel frattempo che gli accordi vengono stipulati, per alcuni produttori potrebbe essere troppo tardi.

Testo e traduzione FreshPlaza Italia. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: