Foggia: un bollino etico per la lotta al caporalato nella raccolta del pomodoro da industria
"Abbiamo un'interlocuzione importante con il gruppo Princes (350.000 quintali di trasformato: ndr) e stiamo per incontrare i vertici dell'Anicav, la Confindustria delle aziende conserviere al Sud, mentre ha formalizzato la sua adesione al bollino anche il gruppo Granoro", anticipa l'assessore regionale alla Legalità Guglielmo Minervini.
Il bollino è il marchio di fabbrica che attesta come nei campi pugliesi la raccolta del pomodoro avverrà secondo principi etici: lavoratori regolarmente assunti, scelti dalle liste di prenotazione e non con l'aiuto dei caporali, orari di lavoro umani e, a fine giornata, braccianti ospitati in strutture d'accoglienza civili. Un progetto complesso che parte dalla eliminazione graduale del ghetto di Rignano (a 20 km da Foggia), nel quale i lavoratori stranieri sono oggi confinati, ma che richiede la collaborazione delle aziende agricole chiamate a contrattualizzare i lavoratori scelti dalle liste di prenotazione.
Attualmente i contratti di lavoro sono pochissimi, ma la raccolta non è ancora cominciata e anzi c'è chi dice che potrebbe slittare a fine mese a causa delle bizze del meteo. "Diciamo che questo ritardo ci sta dando una mano – confessa Minervini – non è facile far coincidere tutto, ma resto fiducioso".
Tra gli oltre cinquecento lavoratori (quasi tutti extracomunitari) che si sono iscritti alle liste di prenotazione s'affaccia però la preoccupazione che il ritorno alla clandestinità sia un male necessario per poter lavorare. E' su questa sottilissima linea di demarcazione che la Regione si sta muovendo, supportata dai sindacati dei braccianti di Cgil, Cisl e Uil e dalle strutture di volontariato.
Le aziende per il momento nicchiano, ma il protocollo d'intesa in Prefettura lo hanno firmato tre su quattro delle grandi organizzazioni professionali (manca Coldiretti) mentre si fa strada il sospetto che l'adesione al bollino possa diventare la foglia di fico sotto la quale potrebbero trovare un riparo sia i buoni che i cattivi. Per questo è necessario che la Regione tenga bene gli occhi aperti.