Spagna: nuovo record di esportazioni per il limone spagnolo
Nonostante l'estate secca del 2013 avesse portato a calibri più piccoli per i limoni precoci Fino, "il raccolto si normalizzò rapidamente e le condizioni meteo favorirono un buon svolgimento della produzione, sia per quanto riguarda la salute delle piante che la qualità della frutta", spiega José Antonio García, direttore dell'Associazione Interprofessionale per Limoni e Pompelmi (AILIMPO).
"Durante questa campagna le pratiche e i mezzi di coltivazione sono stati migliorati, grazie anche al fatto che, nelle scorse stagioni, i limoni hanno garantito una buona redditività. Questo cambiamento a sua volta si riflette in un miglior livello di produzione e quindi in una superiore qualità dell'agrume", aggiunge.
I volumi di produzione hanno superato le aspettative, arrivando a circa 970.000 tonnellate. Di queste, 700.000 appartengono alla varietà Fino e 270.00 alla varietà Verna.
Con una media di prezzi alquanto interessante e remunerativa per tutti gli attori della catena, l'esportazione di limoni ha visto una crescita del 7% secondo i dati raccolti fino al 31 maggio (pari a 560.000 tonnellate). "Siamo di fronte a un nuovo record", afferma il direttore di AILIMPO.
Nell'UE, che assorbe il 90% delle esportazione di limone spagnolo, quest'ultimo viene inviato soprattutto a Regno Unito (con un aumento del 25%), Francia (16%), Germania (9%) e Italia (13%). Questi quattro paesi rappresentano più del 50% delle esportazioni europee da parte della Spagna.
Nonostante ciò, i dati che richiamano la maggiore attenzione sono quelli riguardanti i paesi extra-UE, che sono passati dalle 32.000 tonnellate al 31 maggio 2013 alle 50.000 della stessa data di quest'anno: un incremento del 55%. Tra gli oltre 30 Paesi terzi, primeggia il Canada, essendo passato da 1.000 a 7.000 tonnellate di limoni importati. "Anche il Brasile sta diventando sempre più importante. Il settore è sempre più interessato a questo tipo di mercati", commenta García.
La competizione con la Turchia
Lo sviluppo della produzione dei limoni turchi è stato molto significativo, grazie a una crescita continua negli ultimi due anni. "E' complicato parlare di cifre in Turchia perché mancano stime e censimenti della produzione. Però abbiamo notato che quest'anno i raccolti sono risultati completi, mentre l'anno scorso soffrirono perdite importanti a causa di gelate."
"I limoni turchi rappresentano la competizione più grande per quelli spagnoli a causa dei minori costi di produzione e, soprattutto, perché le loro esportazioni sono sovvenzionate dal governo per circa $100 a tonnellata, pratica che non è del tutto legale, soprattutto per i criteri di attribuzione".
I limoni turchi comunque sono destinati soprattutto ai paesi del Vicino Oriente, Russia e Ucraina. Soltanto una piccola percentuale raggiunge il mercato europeo, dove l'egemonia rimane comunque spagnola. "Gli effetti sul mercato europeo, in realtà, sono psicologici; infatti, i prezzi vengono abbassati in maniera del tutto irrazionale, visto che i limoni turchi non possono competere con quelli spagnoli in termini di quantità, caratteristiche organolettiche, sanità delle piante e sicurezza alimentare", conclude.
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