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Messina: scarti della lavorazione degli agrumi smaltiti illecitamente, 3 arresti

Distribuivano agli allevatori compiacenti il cosiddetto "pastazzo", lo scarto della lavorazione degli agrumi, facendolo apparire sulla documentazione come mangime quando, in realtà, è un rifiuto speciale, sebbene non pericoloso, che prevede determinate procedure di smaltimento. Oppure lo smaltivano in discariche non autorizzate o nei torrenti, quando non decidevano di bruciarlo direttamente, una volta essiccato, o di depurarlo impropriamente con danni per l'ambiente a causa delle infiltrazioni dei liquidi di percolamento derivanti dalla decomposizione anaerobica degli scarti.

Per questo, in diversi comuni del messinese e del catanese, oltre che a Napoli, i carabinieri della compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) e del Nucleo operativo ecologico di Catania, hanno eseguito otto misure cautelari personali emesse dal Gip di Messina, Marta Teresa, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia (Dda): il reato contestato - riferisce una nota - è quello di "attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti".

Nello specifico, le ordinanze eseguite dai carabinieri consistono in tre arresti ai domiciliari, quattro obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, uno di dimora nel comune di residenza: uno dei tre arrestati si trova già in carcere, in regime di 41 bis per precedenti condanne. I guadagni per le procedure evase ammontano a circa 2 milioni di euro.
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