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Pericoloso coleottero fitofago delle drupacee

"Ciclo di seminari "Il Capnode delle drupacee. Conoscerlo per controllarlo"

Martedì 29 aprile e venerdì 2 maggio 2014, si terrà il ciclo di seminari sul controllo del Capnode, pericoloso coleottero fitofago delle drupacee. L'evento, dal titolo "Il Capnode delle drupacee. Conoscerlo per controllarlo", è organizzato dall'Agenzia Lucana di Sviluppo e Innovazione in Agricoltura (ALSIA) e si terrà rispettivamente a Lavello (PZ) e Rotondella (MT).

Il capnode, Capnodis tenebrionis (L.), detto anche buprestide nero delle rosacee, è un insetto fitofago diffusamente presente in Basilicata, soprattutto nell'area metapontina, dove si concentra la coltivazione delle drupacee. Le infestazioni, solitamente, sono cicliche e si aggravano dopo estati particolarmente calde e siccitose, favorevoli all'insetto. Nello scorso autunno sono stati osservati diversi casi di forti infestazioni che, se non opportunamente controllate, possono creare seri danni ai frutteti.



Poiché la primavera è un periodo strategico per il controllo dell'insetto, l'ALSIA ha quindi organizzato due incontri nelle aree dove la problematica è di maggiore interesse, con l'intervento del prof. Enrico De Lillo dell'Università degli studi di Bari, che da anni studia l'insetto e le tecniche di difesa.

Il controllo del Capnode
Secondo una nota tecnica dei dottori Arturo Caponero e Michele Troiano, pubblicata sul Notiziario regionale di Agricoltura integrata - Regione Basilicata, nelle loro aree di competenza, l'azione dei nemici naturali è insufficiente a limitare efficacemente le popolazioni del buprestide, il cui controllo è reso difficoltoso dalla scalarità di uscita degli adulti, dalla mancanza di dispositivi per il loro monitoraggio e dalla vita endofitica delle larve.

"Il miglior modo per controllare il capnode, quindi, è applicare diverse strategie, in integrazione, che tengano conto della situazione specifica del campo - scrivono i due tecnici - Una corretta gestione agronomica, con riguardo soprattutto all'irrigazione (anche in post-raccolta), può validamente contribuire alla protezione del frutteto, diminuendo la suscettibilità delle piante ed aumentandone la capacità di autodifesa." Agli impianti a goccia sono da preferire quelli a microirrigazione, che assicurano la bagnatura di una "fascia" di terreno lungo la fila.

"La larva neonata alla ricerca dell'ospite è uno stadio molto vulnerabile su cui occorre intervenire - precisano i due tecnici nella loro nota - I trattamenti chimici sono poco efficaci mentre buoni risultati possono essere ottenuti con l'applicazione al suolo di nematodi entomoparassiti e di funghi entomopatogeni."

Calendario dei seminari
Martedì 29 aprile 2014, ore 17.30
Az. Gaudiano , SS 93 km 45,400
Gaudiano di Lavello (PZ)
 
Venerdì 2 maggio 2014, ore 17.30
Scuole elementari, Rotondella 2
Rotondella (MT)
 
Per maggiori informazioni:
Arturo Caponero
Email: arturo.caponero@alsia.it