"Maurizio Gardini: "La Pac accompagni le aziende agricole verso il mercato"
"L'agricoltura del futuro va disegnata e strutturata tenendo presente che non si potrà tornare indietro rispetto all'aumento della domanda e alla crescita della popolazione mondiale. L'Italia – ha aggiunto Gardini – a questo appuntamento, non si presenta in condizioni ottimali. Abbiamo un problema strutturale: troppe aziende piccole e frammentate sull'orlo del default. E', quindi, necessario ragionare, rapidamente, per una loro crescita dimensionale. Parte delle risorse devono essere destinate a quelle di dimensione tra i 10-20 ettari che sono più a rischio di tutte, ma che più facilmente di altre possono essere rilanciate. Dobbiamo lavorare – ha aggiunto Gardini – per favorire anche l'aggregazione commerciale. La cooperazione agricola di Confcooperative ha lanciato al Vinitaly 'il vino a Km illimitato'. Significa che i prodotti della nostra agricoltura hanno bisogno di fare molti km per portare il Made in Italy nel mondo, stare sul mercato e remunerare al meglio i soci."
"Per una prospettiva di futuro, il tema dell'aggregazione è fondamentale. Non è un caso che nel corso del Vinitaly siano state premiate sei cantine cooperative. Nella graduatoria di Mediobanca tra le prime cantine d'Italia compaiano molte cooperative – ha ricordato Gardini – a eccezione di alcuni grandi marchi privati. Queste cooperative hanno esaltato la produzione di eccellenza di tanti produttori messi insieme per stare sul mercato."
"La filiera è la sfida del futuro. Una filiera che organizza la produzione italiana, la trasforma e la colloca sui mercati. Una filiera al 100% italiana è sicuramente la sfida sulla quale ci posizioniamo come cooperazione, ma occorre un Made in Italy tre volte italiano e vale a dire che sia prodotto in Italia, con materia prima italiana, da azienda con capitali italiani. Per l'italian sounding, invece – ha ribadito Gardini – non basta denunciare. Dobbiamo percorrere una strada nuova che è quella del riconoscimento dei nostri brevetti, contrastare l'utilizzo fraudolento delle nostre denominazioni partendo da un riconoscimento, fare distinzione tra Made in Italy e 100% italiano."
"Noi siamo per una difesa prima di tutto europea per poi aprire la strada internazionale attraverso dei rapporti bilaterali che ci consentano, gradualmente, di attivare trattati commerciali. Non è la strada più diretta, noi avremmo voluto che questo fosse riconosciuto nel WTO, ma non è stato possibile. Così – ha concluso Gardini – dobbiamo lavorare su un'altra strada percorribile che veda i ministeri dell'Agricoltura e degli Esteri, oltre all'intero Governo impegnati su questo obiettivo, di lavorare su ogni singolo paese per accordi bilaterali."