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Agrumicoltura: primato siciliano insidiato dalla Spagna

Il settore agrumicolo siciliano è ancora in forte crisi. L'ascesa dei prodotti spagnoli, delle merci provenienti dall'America Latina e quelli, fortemente incentivati dalla Comunità europea, di origine africana, stanno fortemente riducendo l'appeal dell'arancia siciliana.
 
Pesano le fitopatie (Tristeza su tutte), un'organizzazione imprenditoriale raramente modernizzata e il poco sostegno offerto dalle istituzioni. Contemporaneamente però non viene meno la speranza, da tutti i soggetti che compongono la filiera, di lavorare per trovare sempre più rendimento dalla produzione agrumicola, sperimentando sia gli aiuti europei che ricercando il sostegno dell'amministrazione. Un credo necessario considerato il "peso" dell'agrumicoltura (anche siciliana) nell'agricoltura nazionale.


 
Come ricorda Confagricoltura Catania, nella fase agricola l'offerta di agrumi ammonta a circa 3 milioni di tonnellate e incide per il 4,5% circa sul valore della produzione ai prezzi di base delle coltivazioni agricole e per il 2,5% su quello complessivo generato dal sistema agricolo nazionale, attestandosi a circa 1.145 milioni di euro.

Data di pubblicazione: