Grande protagonista dell'ultimo biennio è il datterino che cresce sempre più, prendendo piede sul mercato con un +20% circa ogni anno.
In questo contesto, il made in Sicily si inserisce a pieno titolo: "Il prodotto ortofrutticolo italiano - sottolinea Libretti - è il più controllato e garantito in Europa".
"Di contro, subiamo un import a mani basse, di articoli che non meritano di essere equiparati ai nostri. Ma queste considerazioni non attengono al commercio internazionale dell'ortofrutta, bensì alla frode. Per quanto riguarda la concorrenza estera, da anni ormai la più agguerrita competizione si svolge con la Spagna. Molta merce transita anche dal Marocco e dal Nord Africa. Così diventa una gara un po' difficile da sostenere anche per via dei bassi costi di produzione, soprattutto per le produzioni africane".
Andare verso un'altissima qualità
"Noi ci difendiamo perché produciamo con il metodo della lotta integrata a residuo zero; sono tante le nostre produzioni già in regime biologico o che stanno convertendosi al bio; soprattutto, abbiamo un'attenzione per qualità e servizi che devono essere sempre massimi".
"Oggi le strategie che rimangono al territorio siciliano, ma anche alle altre aree produttive italiane, sono quelle dell'apertura verso nuovi orizzonti - sottolinea Libretti - Per fare questo bisogna andare su mercati dove non possiamo arrivare via gomma, come quelli arabi o quelli asiatici. A tal fine bisogna organizzarsi con voli cargo, che in futuro potrebbero portarci verso destinazioni oggi non raggiungibili altrimenti. Naturalmente bisognerà tener conto di un costo maggiore, che però recupereremo in fase di vendita dei nostri prodotti di alta gamma perché soprattutto nel periodo invernale vi è carenza in quei mercati".
"Il clima è molto cambiato rispetto a 10-15 anni anni fa - spiega ancora l'imprenditore - e si presenta sempre più spesso in una continua alternanza di fenomeni che, sebbene temporanei, si verificano con grande violenza: ai nubifragi accompagnati da trombe d'aria seguono periodi di caldo torrido. La tendenza generale sembrerebbe andare verso un clima siccitoso e imprevedibile, comunque lontano dall'andamento delle stagioni, così come lo intendevamo fino a qualche anno fa. Non potendo attendere l'aiuto pubblico, ci siamo attrezzati in proprio, con invasi e sistemi di irrigazione razionalizzati. Difficilmente un prolungato periodo di siccità potrà compromettere le nostre produzioni".
"Le criticità vere, in questo momento - conclude Giuseppe Libretti - sono invece rappresentate dalle fitopatie, come la Tuta absoluta che negli ultimi due anni in particolare, ha decimato le produzioni. Non esiste un rimedio fitosanitario risolutivo; l'unico cosa che possiamo fare è prevenire, mediante reti antiafidi e chiudendo in modo sigillato le nostre serre. Abbiamo installato a tal fine doppie porte di accesso e adottiamo norme di prevenzione come trappole e zanzariere che servono per la cattura notturna di questo lepidottero che si moltiplica in maniera incontrollabile".