Il valore aggiunto del biologico e del... siciliano
L'attenzione dei consumatori verso il bio, verso i prodotti sani e di qualità è molto in crescita, il SINAB (sistema di informazione nazionale sull'agricoltura biologica) registra un aumento del 20%. Il prodotto siciliano è molto apprezzato all'estero e le certificazioni danno quel valore aggiunto che permette di penetrare nuovi mercati e un posizionamento su una fascia privilegiata del mercato. In generale l'offerta nel settore arance è sicuramente molto elevata e i prezzi sono sempre molto bassi; molti produttori sono costretti a svendere creando un'ulteriore distorsione del mercato. La strategia migliore è sempre quella di distinguersi con nuovi prodotti, con un servizio eccellente, pre e post vendita.
La concorrenza nel bacino del Mediterraneo e non solo
"La concorrenza per noi è uno stimolo al miglioramento e all'apertura di nuove strategie di mercato - prosegue Di Geronimo - tuttavia non possiamo competere sui prezzi a causa degli ingenti costi che dobbiamo sostenere rispetto ai Paesi del Nord Africa, Spagna o Grecia o Israele. Essendo però specializzati nel settore BIO, veniamo già percepiti come fornitori di un prodotto di qualità e riusciamo dunque a stimolare l'interesse dei grossisti e a differenziarci".
Cold treatment e protocolli fitosanitari sono la conditio sine qua per il trading oltreoceano
"Recentemente - afferma l'esperta - per l'export verso USA sono stati imposti particolari protocolli e trattamenti a freddo che dovrebbero prevenire la diffusione di malattie e il trasporto di parassiti /agenti patogeni, l'argomento è abbastanza delicato perché è corretto tutelare il proprio Paese ma dall'altra viene comunque visto come una sorta di protezionismo non giustificato. Accordi tra i Paesi dovrebbero trovare un giusto punto di equilibrio tra le varie esigenze anche perché le procedure non sono ben chiare e ritengo che i nostri ispettori fitosanitari è necessario siano ben formati per assistere le aziende come la nostra, che si affacciamo all'esportazione verso i Paesi extra UE".
In Asia, è crescente l'appeal dei prodotti italiani. Siamo notoriamente considerati un Paese con un elevato livello nel food, non per niente la cucina italiana è una delle più rinomate al mondo, grazie anche alla genuinità e bontà dei prodotti nostrani. La produzione delle arance nazionali non può che evocare la Regione Sicilia.
"In Cina sappiamo che il gruppo Alibaba sta lavorando intensamente per importare arance rosse siciliane - dice ancora Di Geronimo - La Sicilia deve puntare, per differenziarsi, su prodotti di qualità o su specialità come appunto le arance rosse che per il particolare microclima e l'elevata escursione termica ci consentono di fare un prodotto che ci differenzia dagli altri Paesi. Per questo motivo noi stiamo puntando su varietà nuove e molto resistenti quali Tarocco tdv e vcr su portainnesto F6P12, Meli su portinnesto citrumelo swingle e Arancia cara cara (navel rosè). Nell'abito di una strategia di mercato corretta, dobbiamo differenziarci con cultivar particolarmente precoci o tardive come per esempio la Navel Fukumoto, che matura da noi circa 10 gg prima della Newhall".
L'e-commerce per raggiungere nuovi mercati
Ne contesto del mercato asiatico, l'e-commerce è destinato ad assumere un ruolo sempre maggiore nella nostra economia, basti pensare allo sviluppo di piattaforme online, come quella appena citata dalla nostra esperta, grazie alle quali oggi è possibile comprare di tutto e dove tutto diventa a portata di click. L'e-commerce aumenta la concorrenza e assottiglia le distanze, diventa, dunque, determinante la capacità di sviluppare adeguate strategie di marketing. Anche qui, qualità e servizio sono fondamentali per rimanere in maniera duratura sul mercato.
Qual è lo stato di salute delle piantagioni?
A proposito di qualità, facciamo un passo indietro e andiamo a vedere le produzioni siciliane in quale stato versano attualmente. "Le fitopatie hanno sicuramente un impatto negativo - conclude Francesca Di Geronimo - in primis perché danneggiano la produzione, un agrumeto malato rende meno e frutti di minore qualità e richiede investimenti per risanarlo oppure per i nuovi innesti. I consumatori finali mediamente non sono a conoscenza delle fitopatie, percepiscono solamente la minore qualità dei frutti che trovano in commercio. Gli unici a sopportare il rischio e i costi sono gli agricoltori che spesso, nella filiera, sono quelli che hanno i minori guadagni a fronte di maggiori rischi. Tra le peggiori fitopatie che negli ultimi anni hanno colpito inesorabilmente gli agrumeti siciliani c'è la cosiddetta "tristeza", che una volta entrata negli agrumeti non lascia scampo. L'unica soluzione è estirpare e reimpiantare con nuovi innesti resistenti".
L'analisi, comprensibilmente, non tiene conto delle abbondanti piogge di giugno (quando il rapporto era già stato redatto, infatti riporta la data del 13 giugno 2018, NdR): le piogge dovrebbero giocare ulteriormente a favore delle produzioni siciliane, che potrebbero vedere calibri maggiori rispetto a quelli preventivati dall'USDA.